La Risiera di San Sabba e le minoranze deportate

In questa sezione del forum si può discutere di tutto ciò che riguarda notizie, storia, fatti riguardanti le varie località.

Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda cesk » 18/12/2010, 17:50

Intervengo in questo topic dopo aver letto tutti i commenti e diversi link riportati. Foibe ed Esodo, assieme alle vicende dei confini orientali d'Italia, sono stati l'argomento della mia tesi di laurea, per cui qualcosa so. In generale quasi tutti avete riportato delle verità più o meno corrette ma abbastanza decontestualizzate, o meglio mal interpretabili se non inserite in una storia che non può limitarsi al periodo 1922-1945\48.
Il paragone tra la Risiera e Auschwitz risale soltanto al 1975-76, venne spalleggiato dal pc che (siamo nei periodi del trattato di Osimo firmato dal governo dc di Rumor) in quell'occasione voleva evitare ogni accenno al dramma delle Foibe o comunque sminuirlo, per cui focalizzò l'attenzione sul così detto "processo alla Risiera" (vedi "Risiera e Foibe un accostamento abberrante" di Giovanni Miccoli). Gli storici sono in realtà molto più cauti soprattutto sulle cifre di esecuzioni avvenute a San Sabba (qualche centinaio - vedi i lavori di Pupo-Spazzali) e sulle loro modalità (esecuzioni "occasionali", i forni sembrano non fossero utilizzati per cremare i cadaveri), mentre concordano nel definire la risiera come il più grande centro di raccolta e smistamento prigionieri che le ss abbiano mai istituito sulla penisola. Come sempre però anche in questo argomento si trovano diversità di opinioni molto marcate.
Per quanto riguarda la contestualizzazione dei fatti, non volendo partire dalla storica influenza politica e culturale della Repubblica veneta in Istria e Dalmazia durata diversi secoli, credo che il 1800 sia un buon punto di partenza per avere un quadro il più esaustivo ed equilibrato di quanto accaduto poi tra 1922 e 1945\48.
Il congresso di Vienna nel 1814\15 assegnò Trieste, l'Istria e la Dalmazia all'impero austriaco, nei primi decenni di possesso, a differenza delle altre regioni italiane sottomesse agli Asburgo, la Venezia Giulia e la Dalmazia vissero un momento di benessere e crescita economica notevole. Le cose cambiarono soltanto dopo il Risorgimento italiano e il 1867, quando l'Austria, dopo aver perso il veneto e gli altri possedimenti nella penisola, costretta per evitare altre insurrezioni a concedere larghe autonomie agli ungheresi, temette di perdere anche l'unico sbocco sul mare rimasto, ossia Trieste e l'Istria. Iniziarono così delle politiche di migrazione forzata e slavizzazione di Trieste e soprattutto dell'Istria con l'intento di equilibrare la presenza italiana (Trieste più del 90%, Istria attorno al 90%, la Dalmazia qualcosa meno) con quella slava in netta ma fino ad allora pacifica minoranza. A queste politiche di bilanciamento numerico seguirono decreti di promozione della lingua e cultura slava, favoritismi economici alle imprese slovene e incarichi pubblici assegnati sommariamente a esponenti della borghesia slovena. In questi anni, fine '800, nasce l'irredentismo triestino, istriano e dalmata. La componente italiana di queste terre, fino ad allora tra le più fedeli alla corona imperiale, esasperata dalla situazione si schierò in massa a favore dell'intervento italiano nella Grande Guerra. Più di 2000 italiani giuliano-istriano-dalmati disertarono le fila imperiali per combattere al fianco del Regno d'Italia.
Un detto dice che le paci sono spesso le prime cause delle guerre successive.... mai come nel caso dei trattati di Versailles (Pace di Parigi) vi si può trovare triste conferma.
Non solo la "vittoria mutilata" italiana, ma anche l'annientamento politico-territoriale di Austria e Germania, la creazione della federazione degli stati slavi del sud ecc... saranno decisioni che i governi europei pagheranno a caro a prezzo.
Gli anni successivi la Grande Guerra, prima del '22, furono caratterizzati dalla delusione, sia italiana che slava, per la scadente organizzazione del nuovo stato italiano (specie se paragonata all'efficentismo austriaco) e dal riaffiorare dei rancori di fine '800. Col '22 e l'avvento del fascismo la situazione non potè che peggiorare. I "fascisti di confine" si rivelarono fin da subito più aggressivi dei camerati metropolitani mentre le minoranze slovene rafforzavano sempre di più le proprie organizzazioni clandestine ultra nazionaliste (T.i.g.r e Borba).
La percezione degli slavi residenti in Istria nei confronti del fascismo era se possibile spaccata in due. Da una parte si ammirava la nuova organizzazione dello stato, gli aiuti economici, gli incentivi alle imprese e gli investimenti in opere pubbliche che non mancarono di far rifiorire le città dopo la devastazione della guerra. Dall'altro preoccupavano gli accesi discorsi nazionalistici, le politiche di italianizzazione delle minoranze slave (specie post '27) e le preoccupazioni per l'inasprirsi della convivenza tra italiani e sloveni (che è bene ricordare fino a quel momento convivevano in sostanziale armonia).
(continua)....
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda geom.Calboni » 18/12/2010, 19:44

Jena Plissken ha scritto:sto scrivendo a proposito un articolo sugli italiani in Grecia attinente a queste questioni di imminente pubblicazione

Ed eccolo l'articolo:

http://www.otraweb.it/europa--altri-con ... recia.html

per approfondire :

http://www.gaea.it/Archivio/2/mdw%20espresso.pdf
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda Jena Plissken » 18/12/2010, 23:27

geom.Calboni ha scritto:
Jena Plissken ha scritto:concordo con Lebowski il giorno della memoria è giustissimo e condivisibile però senza essere strumentalizzato per nascondere le magagne e il passato e dire come sono stati " cattivi " gli altri , cioè non vanno solo ricordati gli infoibati ma come ben dici anche gli italiani cacciati da casa loro e dimenticati nel dopoguerra chissà dove , gli sloveni e i croati , i serbi , gli zingari , gli ebrei , i greci etc etc e ogni singola persona fatta morire di fame , di fatica e di freddo nei campi o per rappresaglia ( essendo innocente fino a prova contraria ) per ordine dello stato maggiore fascista in tutti i Balcani ma questa è pura utopia "i cattivi " sempre per semplificare erano solo i nazisti e gli ustascia Croati.

E praticamente nessuno conosce la deportazione degli italiani in campi di concentramento, antesignani dei gulag veri e propri, in Kazakhstan.

Riassumo brevemente:
Alla fine del 1800 giungono in Crimea, nella zona di Kerc' soprattutto, numerosi coloni italiani attraverso una grossa fase di migrazione verso terre nuove e fertili in modo da vivere una vita migliore di quella condotta in Italia. Con gli anni i colini sistematisi in Crimea favorirono l'arrivo di parenti, amici, conoscenti sempre dall'Italia. Si formò quindi una valida colonia di immigrati italiani, come del resto anche di tedeschi, greci ed altre nazionalità. Col sopraggiungere del socialismo però, in quella che poi diventò Unione Sovietica, le cose cambiarono e tutti gli italiani, tedeschi, etc. furono accusati di spionaggio o propaganda anticomunista. Furono chiuse le chiese e le varie nazionalità furono racchiuse in colcos agricoli. Qualcono decise di rientrare in Italia, gli altri furono vittime delle deportazioni ordinate da Stalin in Siberia ma soprattutto in Kazakhstan. Lunghissimi vagoni ferroviari riempiti di persone partirono con le navi da Kerc' dopo molte ore d'attesa fermi, alcuni aerei bombardarono senza esito le navi in rotta verso il porto di Novorossijsk, poi da lì dopo altre lunghe soste via sui binari attraverso il Caucaso verso la steppa kazakha dove, chi sopravvisse agli stenti del viaggio o chi non si gettò dai treni dalla disperazione, fu messo a lavorare in villaggi sperduti. Solo dopo molti anni ed anche con la dissoluzione dell'URSS, gli italiani (come anche i discendenti delle altre nazionalità) rientrarono in Crimea visto che erano italiani ma comunque nati in Crimea.
Ora a Kerc' esiste una comunità italiana ma non è riconosciuta da nessuno. L'Ucraina li considera italiani, gli italiani li considerano ucraini.
E delle deportazioni...solo in pochi si ricordano.
Il Governo italiano più volte è stato sensibilizzato su questa storia ma senza mai occuparsene.
Oltre alle poche e frammentarie notizie, su questa storia esiste un libro scritto qualche tempo fa, poi nulla più.


un interessante articolo

http://www.ilgiornale.it/genova/gli_esu ... comments=1

il libro «L'olocausto sconosciuto. Lo sterminio degli Italiani di Crimea» è disponibile qui :

http://www.italianinelmondo.com/crimea/ ... aliana.pdf

sorte analoga capitò ai tedeschi del volga

http://it.wikipedia.org/wiki/Tedeschi_del_Volga
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda geom.Calboni » 19/12/2010, 2:07

Jena Plissken ha scritto:Gli esuli «incontrano» l’Italia

Germania e Grecia hanno attuato "il diritto di ritorno", una norma che garantisce la cittadinanza a coloro che possono provare di essere rifugiati od esiliati di origine tedesca o greca o di essere consorte o discendente di persona che possiede tale diritto.
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda cesk » 20/12/2010, 14:56

(...)
Tra il febbraio e il marzo '41 intanto, a seguito del colpo di stato in Jugoslavia e dello schierarsi a favore degli alleati del nuovo sovrano Pietro II, Hitler pianificò in tutta fretta l'operazione "castigo" cui parteciparono le truppe della Whermacht e gli Ustascia di Ante Pavelic (operazione che tra le altre finalità avrebbe dovuto soccorrere le truppe italiane respinte e circondate in Albania). Slovenia, Montenegro, Kossovo e Dalmazia passarono così interamente in mano italiana. La Croazia, resa stato indipendente e formalmente affidata ad Aimone d'Aosta, era in realtà governata dal poco affidabile Pavelic che coi suoi ustascia sembra uccise alcune centinaia di migliaia di serbi (tra i 2 e 3cento mila).
La difficile e complessa dominazione "italiano-fascista" nei nuovi territori acquisiti dopo il '41 resta tutt'oggi molto contraddittoria, gli studiosi sembrano comunque concordi nell'affermare che si trattò di un periodo di sostanziale guerra aperta entro tutti i confini balcanici. Da una parte tedeschi, croati e italiani, dall'altra partigiani titini e partigiani cetnici (monarchci serbi guidati dal generale Mihajlevic). Grazie alle pressioni di stalin su Churchill questi optò nel corso del '42 per un appoggio incondizionato a Tito che potè così liquidare la resistenza anti tedesca serba e acquisire il controllo della resistenza balcanica (questo comportamento di Tito si ripeterà nel corso del '43-'44 a danno delle formazioni partigiane italiane, letteralmente sterminate così come avvenne per i cetnici serbi).
In questo contesto ormai di tutti contro tutti si pone anche l'esperienza dei campi di prigionia italiani nei balcani (vedi Arbe) e i primi grossi scontri fra gerarchi romani e militari di stanza nei territori occupati (il generale Robotti criticava i responsabili delle truppe italiane in quanto diceva "si uccide troppo poco...").
Questo in breve il complesso quadro di guerriglia quotidiana che dal '41 caratterizzò i balcani e che, dopo l'armistizio del '43, consegnò alle truppe partigiane titine un nemico inerme, disorganizzato e disorientato, truppe italiane che a partire dall'8 settembre si ritrovarono circondate da tedeschi, titini e croati. Così mentre i tedeschi già dal 9 settembre avevano disarmato e imprigionato i soldati italiani a Gorizia, Trieste, Pola e Fiume, avevano lasciato in secondo piano il resto del territorio precedentemente controllato dagli italiani (Pisino, Arsia, Albona, Pinguente). In questo contesto d'improvviso vuoto di potere si inserisce il fenomeno delle Foibe istriane del '43. Ossia gli arresti, le condanne di fronte a improvvisati tribunali del popolo, le esecuzioni di centinaia di italiani, militari e non accusati formalmente di essere "nemici del popolo" in quanto identificati come doppi nemici "padroni e fascisti = italiani" (dal commerciante al farmacista, passando per gli insegnanti e i postini, tutti erano soggetti ad arresto e condanna).
La sistematicità e tempestività dell'organizzazione titina ha portato gli storici (vedi Pupo - Rumici) a escludere il concetto di "eccesso di reazione", in quanto più che la rivolta popolare la causa e gli esecutori di arresti e condanne furono le organizzatissime truppe titine).
Il 1 ottobre '43 intanto i tedeschi lanciarono la controffensiva che scacciò i partigiani slavi dall'Istria fin oltre il vecchi confine croato. Nei progetti del Fhurer vi era l'idea di snazionalizzare ed annettere alla Germania il così detto "Litorale Adriatico" (Veneto, Venezia Giulia, Istria e Dalmazia), l'occupazione tedesca, violenta e durissima, portò anche all'adattamento della Risiera di San Sabba a campo di raccolta e smistamento prigionieri.
Nel frattempo Tito, forte dell'appoggio di stalin e dell'internazionalismo partigiano italiano (il Pci infatti, al contrario di Tito, non dava valore alla questione nazionale ma soltanto alla lotta al nazifascismo) nel corso del '44 era già cosciente di una possibile divisione del mondo in due blocchi, per questo la "questione italiana" andava ben oltre la lotta al nazifascismo ma diventava geopoliticamente rilevante in ottica post conflitto, più territori si sarebbero riusciti a strappare alla liberazione alleata meglio sarebbe stato per la futura Jugoslavia ("il possesso è il 99% del diritto" era solito dire Kardelj, braccio destro di Tito).
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda geom.Calboni » 22/12/2010, 23:45

Jena Plissken ha scritto:sorte analoga capitò ai tedeschi del volga

http://it.wikipedia.org/wiki/Tedeschi_del_Volga

Tra l'altro la madre di Lenin era un'appartenente all'etnia dei tedeschi del Volga.
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda geom.Calboni » 05/01/2011, 15:59

Cesk ci offre una esauriente panoramica storica sui confini orientali della nostra Italia:
http://www.on-the-road-again.it/italia/ ... ntali.html
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda sfolli » 05/01/2011, 20:30

cesk ha scritto:(...)

Nel frattempo Tito, forte dell'appoggio di stalin e dell'internazionalismo partigiano italiano (il Pci infatti, al contrario di Tito, non dava valore alla questione nazionale ma soltanto alla lotta al nazifascismo) nel corso del '44 era già cosciente di una possibile divisione del mondo in due blocchi, per questo la "questione italiana" andava ben oltre la lotta al nazifascismo ma diventava geopoliticamente rilevante in ottica post conflitto, più territori si sarebbero riusciti a strappare alla liberazione alleata meglio sarebbe stato per la futura Jugoslavia ("il possesso è il 99% del diritto" era solito dire Kardelj, braccio destro di Tito).
(continua...)


Infatti i primi a finire in foiba appena arrivano a Pola non sono i fascisti.... ma i membri del CLN...

Di quello che gli italiani hanno combinato da quelle parti sotto il fascismo si parla sempre troppo poco... di quanto la politica titina avesse ben altri scopi olte a quello di combattere il nazifascismo... altrettanto...!

Su quanto sia stato stupido far andare l'istria per tenere l'alto adige non si è mai parlato...
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda cesk » 06/01/2011, 21:25

Condivido il tuo commento. Le risposte alle tue domande sono abbastanza semplici, soprattutto per quanto riguarda l'AltoAdige . Dare all'Italia un pezzo di Germania (sconfitta e da punire...) era fattibile... andare a scontrarsi con Tito, sia prima che dopo la rottura con stalin, era impensabile.
Gli episodi di violenza da ambo le parti sono davvero molti.
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda sfolli » 07/01/2011, 1:12

cesk ha scritto:Condivido il tuo commento. Le risposte alle tue domande sono abbastanza semplici, soprattutto per quanto riguarda l'AltoAdige . Dare all'Italia un pezzo di Germania (sconfitta e da punire...) era fattibile... andare a scontrarsi con Tito, sia prima che dopo la rottura con stalin, era impensabile.
Gli episodi di violenza da ambo le parti sono davvero molti.



Quel che tu dici è sicuramente vero in termini tattici e forse anche per questo il governo italiano di allora, tanto per cambiare, non tirò fuori le palle. Era più facile farsela andar bene così. Ma chiedere un referendum in Istria era assolutamente possibile. Peccato che il prezzo da pagare era un referendum analogo in Alto Adige. L'Italia avrebbe certamente stravinto in Istria, avrebbe certamente straperso in Alto Adige.

Temo che la vera motivazione sia stata questa, in un contesto in cui era diffusa in Italia l'opinione che da un punto di vista militare il Brennero andasse a tutti i costi difeso come confine.

Il fantastico risultato è stato che per tenere l'Alto Adige abbiamo dovuto ricoprirlo d'oro. In compenso in Istria abbiamo avuto le foibe prima e, come logica conseguenza, l'esodo poi.

Venendo alla situazione attuale, confesso la mia ignoranza sulle attuali leggi slovene circa le compravendite immobiliari da parte di cittadini stranieri appartenenti all'UE. Ma mi auguro fortemente che prima di far entrare la Croazia si pretenda la completa liberalizzazione come per qualsiasi altro paese UE. Sarebbe per me, nipote di istriani, una bella soddisfazione vedere tanti esuli o discendenti di esuli, euro alla mano, ricomprarsi un pezzo di quel che fu casa loro.
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda obe » 07/01/2011, 12:01

leggendo questo interessante topic vengo a scoprire molte cose della nostra storia spesso neanche indicate nei libri scolastici.
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda cesk » 07/01/2011, 14:30

Per Sfolli.
Il referendum era stato proposto in sede di trattativa di pace dalla delegazione italiana a più riprese... ovviamente Tito, sicuro di perdere l'Istria, si oppose minacciando strappi irreparabili. Le forze alleate erano terrorizzate dall'espandersi del comunismo sovietico-titino prima, poi (dopo lo strappo del '48 tra Tito e Stalin) troppo riconoscenti al maresciallo slavo per contraddirlo. La proposta di suddivisione attuata nel '45 con la linea Morgan era (dopo quella sovietica che prevedeva Trieste jugoslava), tra le 4 proposte quella più sfavorevole all'Italia.

Per Obe.
Soltanto da qualche anno, 2004 o giù di li, in alcuni libri di testo di scuole medie e superiori si è cominciato a parlare di queste vicende. Per più di mezzo secolo nessuna forza politica aveva interesse a sostenere l'argomento, eccezion fatta per alcune frangie dell'Msi. La Dc non voleva rompere gli accordi presi col Pci circa le competenze "culturali" e si sentiva inoltre responsabile delle decisioni prese nel '54 e nel '75. Il Pci temeva che i fatti dei nostri confini orientali mettessero in cattiva luce Tito, il comunismo, Stalin ecc... per cui il silenzio era la più conveniente delle scelte.

Parlare con gli esuli (molti ancora in vita), sentire le loro storie, i loro ricordi di bambini, le difficoltà a farsi accettare nelle città che li ospitarono dopo aver perso tutto, è qualcosa che colpisce ancora oggi.
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda Jena Plissken » 07/01/2011, 16:31

ottimo davvero il contributo di Cesk che mi sono letto con vero piacere ;)
L' ho vista e abbiamo bevuto assieme della vodka russa, e lei aveva ed ha degli occhi che sono capaci di convertire alla fede un boia coreano

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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda cesk » 07/01/2011, 19:15

Bhè... i complimenti di un esperto dei Balcani come Jena non possono che farmi piacere. Come dicevo ho fatto una sorta di sintesi della mia vecchia tesi triennale cercando di contestualizzare il più possibile gli avvenimenti. Ricordo che i primi tempi di ricerca non ci capivo granchè... la situazione era davvero complessa.
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda Lebowski » 07/01/2011, 19:36

sfolli ha scritto:
cesk ha scritto:(...)

Nel frattempo Tito, forte dell'appoggio di stalin e dell'internazionalismo partigiano italiano (il Pci infatti, al contrario di Tito, non dava valore alla questione nazionale ma soltanto alla lotta al nazifascismo) nel corso del '44 era già cosciente di una possibile divisione del mondo in due blocchi, per questo la "questione italiana" andava ben oltre la lotta al nazifascismo ma diventava geopoliticamente rilevante in ottica post conflitto, più territori si sarebbero riusciti a strappare alla liberazione alleata meglio sarebbe stato per la futura Jugoslavia ("il possesso è il 99% del diritto" era solito dire Kardelj, braccio destro di Tito).
(continua...)


Infatti i primi a finire in foiba appena arrivano a Pola non sono i fascisti.... ma i membri del CLN...

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Su quanto sia stato stupido far andare l'istria per tenere l'alto adige non si è mai parlato...


Infatti. Mi ero ripromesso di evitare di parlare dell’argomento, invece…
Tito e i titini vedevano prima di tutto come obiettivo l’eliminazione forzata dell’italianità, praticamente totale, da quelle terre. A prescindere dalle opinioni politiche di quegli italiani o dal fatto che fossero legati al fascismo o addirittura oppositori del regime. Perché si pensava che la loro assegnazione sarebbe stata basata sulla composizione etnica del territorio. Per questo la situazione di Pola era diversa da tutta l’Istria, e rimane profondamente sbagliato parlare di Istria-Dalmazia come due sole entità, dato che in quei territori vivevano situazioni molto differenti, specie dal punto di vista della composizione etnica della popolazione.
È anche falso affermare che la strategia titina era dovuta al principio di internazionalità del comunismo, che doveva prevalere sul concetto di patria. I fatti e i comportamenti successivi di Tito (v. rottura con Stalin) diranno il contrario. A Tito interessava solo occupare più terre possibili, ben oltre Trieste (“na je trst“ se ho scritto bene, “Trieste è nostra“ era il loro motto, che appare ancora oggi su alcuni muri appena dopo Basovizza).
E ci furono scandalose collaborazioni italiane agli eccidi. Un esempio su tutti, in riferimento all’affermazione di Sfolli, è il famoso eccidio di Porzus dove, tra gli altri, persero la vita lo zio di De Gregori e, se non sbaglio, il fratello di Pasolini.
Da sottolineare anche un altro aspetto: dopo il settembre ‘43 i fascisti se ne andarono quasi tutti. IL grande massacro avvenne nei primi mesi del ‘45 e, dato che di fascisti o collaborazionisti ne erano rimasti pochi, va da sé che a farne le spese non furono in maggioranza loro ma coloro che avevano come unica colpa un cognome italiano e che in fondo c’entravano poco con le colpe del nazifascismo.

Mi soffermo solo un attimo su Pola, anche perché ho notato che alcuni di voi ci andranno a breve.
Pola e le terre circostanti erano la zona più italiana dell’intera penisola istriana.
Non a caso, fu tentato un ultimo disperato tentativo con un referendum popolare per il mantenimento di enclave italiana nel territorio da parte della popolazione cittadina.
E, sempre non a caso, il Toscana partì da lì per l’ultimo viaggio.
La volontà di Tito era ben chiara, e non mancarono episodi tragici come quello sulla spiaggia, che fu minata e costò la vita ad alcuni italiani, dopo i tragici episodi delle foibe.
Molto gravi le responsabilità inglesi, che non tutelarono praticamente mai la popolazione italiana e tradirono il loro compito (mantenere la pace in città). A farne le spese fu il loro comandante che fu assassinato da una irridentista italiana.
Ma, più che al passato, dove chiunque può documentarsi, mi preme sottolineare il presente.
Mesic è vero che anni fa parlò di razzismo italiano in merito alla celebrazione della giornata della memoria.
Trovai tutto ciò scandaloso. Non esiste al di qua del confine razzismo e anzi, la minoranza slovena è abbastanza tutelata. Che il presidente croato parli di cose simili è scandaloso perché nel suo paese esistevano leggi razziste (accennavo all’impossibilità, a distanza di 60 anni, di acquistare case per legge da parte di un italiano. La minoranza italiana è rappresentata in Parlamento in modo ridicolo, e solo da pochissimi anni). Non sono mancati episodi razzisti proprio a Pola, la realtà più calda, con pene ridicole - veri e propri insulti alla giustizia - per i colpevoli di atti di terrorismo, come il bruciare le sedi di centri culturali italiani. A distanza di 60 anni. Dovrebbe vergognarsi perché se di razzismo si vuole parlare, a dirla tutta, esiste praticamente solo di là. Ed era tutelato da leggi, questo è l’aspetto più scandaloso (sono state tolte, queste leggi, praticamente controvoglia solo per cercare di entrare nell‘Ue, ma se fosse per Mesic ci sarebbero ancora).
Io l’anno scorso ne feci in piccola parte le spese in un paio di episodi, ma non mi va di parlarne.
Ancora oggi dovrebbe esistere a Pola il bilinguismo della toponomastica, per legge. In realtà la cosa è presente solo in centro, dove effettivamente strade, piazze etc. vengono elencate in doppio nome. La maggioranza della popolazione conosce l’italiano e lo parla perfettamente. Ma l’essere italiano in alcune situazioni non è visto di buon occhio da alcuni, ancora oggi, anche se la stragrande maggioranza della popolazione non ha problemi, forse è bene precisare.
In una città dove la convivenza, prima dell’avvento del fascismo, era ottima.
A volte sei tu che mangi l'orso e a volte è l'orso che mangia te. (lo Straniero)
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda cesk » 07/01/2011, 19:54

Lebowski ha scritto
Non esiste al di qua del confine razzismo e anzi, la minoranza slovena è abbastanza tutelata. Che il presidente croato parli di cose simili è scandaloso perché nel suo paese esistevano leggi razziste (accennavo all’impossibilità, a distanza di 60 anni, di acquistare case per legge da parte di un italiano. La minoranza italiana è rappresentata in Parlamento in modo ridicolo, e solo da pochissimi anni). Non sono mancati episodi razzisti proprio a Pola, la realtà più calda, con pene ridicole - veri e propri insulti alla giustizia - per i colpevoli di atti di terrorismo, come il bruciare le sedi di centri culturali italiani. A distanza di 60 anni. Dovrebbe vergognarsi perché se di razzismo si vuole parlare, a dirla tutta, esiste praticamente solo di là. Ed era tutelato da leggi, questo è l’aspetto più scandaloso (sono state tolte, queste leggi, praticamente controvoglia solo per cercare di entrare nell‘Ue, ma se fosse per Mesic ci sarebbero ancora).
Io l’anno scorso ne feci in piccola parte le spese in un paio di episodi, ma non mi va di parlarne.
Ancora oggi dovrebbe esistere a Pola il bilinguismo della toponomastica, per legge. In realtà la cosa è presente solo in centro, dove effettivamente strade, piazze etc. vengono elencate in doppio nome. La maggioranza della popolazione conosce l’italiano e lo parla perfettamente. Ma l’essere italiano in alcune situazioni non è visto di buon occhio da alcuni, ancora oggi, anche se la stragrande maggioranza della popolazione non ha problemi, forse è bene precisare.
In una città dove la convivenza, prima dell’avvento del fascismo, era ottima.


A proposito della situazione presente consiglio il libro di Guido Rumici "Fratelli d'Istria", che tratta appunto della situazione delle minoranze italiane in Istria dal post '48 ad oggi.
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda Lebowski » 07/01/2011, 20:00

sfolli ha scritto:Venendo alla situazione attuale, confesso la mia ignoranza sulle attuali leggi slovene circa le compravendite immobiliari da parte di cittadini stranieri appartenenti all'UE. Ma mi auguro fortemente che prima di far entrare la Croazia si pretenda la completa liberalizzazione come per qualsiasi altro paese UE. Sarebbe per me, nipote di istriani, una bella soddisfazione vedere tanti esuli o discendenti di esuli, euro alla mano, ricomprarsi un pezzo di quel che fu casa loro.


No, la legge non credo fosse valida in Slovenia, dato che la Slovenia è già nell'ue da anni.
La legge a cui mi riferisco era valida sino a (forse) un paio di anni fa in Croazia e impediva agli italiani di acquistare casa e, credo ma non sono sicuro, terreni.
Se ve lo state chiedendo... no, non lo so perché cercavo casa là. :D
Fu eliminata, controvoglia, perché una legge simile sarebbe stata impensabile per un paese che chiede di entrare nell'Ue.
Per quanto riguarda la restituzione dei beni è un altro discorso, ancora più complesso e che non arriverà mai, credo, a conclusione.
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda cesk » 07/01/2011, 20:10

La restituzione dei beni è ormai improponibile. Calcolare l'ammontare dei beni lasciati dagli esuli è impossibile. Il governo titino confiscò tutte i depositi in danaro, poi assegnò le terre e le case a cittadini jugoslavi serbi e montenegrini che vennero trasferiti a forza dal sud dello stato. Gli italiani potevano prendere con se soltanto poche cose, una cifra di danaro limitata e stabilita per legge dal governo di Belgrado, i chiodi per confezionare i pacchi erano razionati.
Diversi i tentativi fatti negli anni da parte dell'Anvgd (Ass. naz. venezia giulia dalmazia), l'associazione che riunisce la maggior parte degli esuli ancora in vita e le loro famiglie, per ottenere almeno una sorta di risarcimento ma tutti andati inascoltati.
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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda geom.Calboni » 07/01/2011, 21:28

Mi piace questa discussione e se ne apprendono delle nuove. Considerando che fino a dopo il liceo ho ignorato che Trieste fu annessa all'Italia soltanto di "recente"... :roll:
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Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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Re: Trieste La Risiera di San Sabba la Auschwitz italiana

Messaggioda sfolli » 12/01/2011, 1:00

geom.Calboni ha scritto:Mi piace questa discussione e se ne apprendono delle nuove. Considerando che fino a dopo il liceo ho ignorato che Trieste fu annessa all'Italia soltanto di "recente"... :roll:


Nemmeno io arrivavo a tanto geom... :shock: ! Pensavo solo che Trieste e Trento fossero divise da un ponte...

Mi unisco al geom. e ringrazio tutti gli intervenuti perchè anche io che pensavo di sapere tutto ho imparato invece delle cose da questo topic...
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