Andalusia a pezzi..

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Andalusia a pezzi..

Messaggioda Maxdivi » 28/11/2017, 19:18

Molto pigramente provo a buttar giu' qualcosa del viaggio effettuato. Il titolo fa da contraltare all'altro post recente sull'Andalusia visto che questo e' stato davvero un viaggio estenuante.

IL CALIFFATO BIANCO

La solita coppia-combriccola ( io e mio fratello ) e' cosi' salpata verso i tre regni piu' occidentali del mondo ( Spagna, Gran Bretagna e Marocco ) fedele alla filosofia colombiana: << per andare in Oriente dovrai procedere verso Occidente>>. Siamo gente di mare e come tali periodicamente facciamo porto. Luoghi come Malaga sono porti sicuri e materni quanto Odessa, Napoli o Amburgo.

E cosi' fu. Se per molti mentalmente il Vicino e medio Oriente e' geograficamente aldila' dell'adriatico e procedendo verso l'Anatolia e vicini, non lo e' cosi' nei fatti. Ogni viaggio del resto e' una "chiamata" ed il Califfato di Cordova, l'onnicomprensivo ed intramontabile Al Andaluz medievale, mi aveva chiamato a raccolta piu' di una volta.
Avvenne nei ripetuti viaggi nel nord della Spagna degli ultimi anni, dove puntualmente mi imbattevo in comunita' di immigrati andalusi, autentici cantastorie da strada estivi, con le loro chitarre e ballerine ad improvvisare flamenco nei vicoli bui dei vecchi centri baschi o in prossimita' della linea di confine fantasma con la Guascogna francese ad Irun.

Viaggiare "poco" rispetto al passato presume qundi viaggi mirati e la risposta alle "chiamate" dei paesi amici. Le seconde case. E l'Andalusia certamente lo e', una seconda casa, al pari di Belgrado o altrove.

Un lugo comune italico ( ma anche europeo ) afferma che in Andalusia faccia caldo, torrido. Non e' poi cosi' vero. << Non andare ad agosto laggiu'>> era il coretto pre partenza. Questo detto mentre da noi le temperature agostane superavano i 40 gradi. Ecco mito presto sfatato allo sbarco dove ad attederci ci sono temperature appena sotto i 30 gradi, da estate normale, lontana dalla canicola del centrosud italiano.
Questo certo non sorprende, l'Andalusia e' grande, quasi grande quanto una nazione europea quale il vicino Portogallo, pertanto comprende una serie di microclimi suoi specifici, legati al territorio, che non sto a specificare.

Un altro luogo comune moderno e' che i califfati siano qualcosa di negativo, oscuro, minaccioso. E' la leggenda-parabola dell'Isis, il Califfato Nero, che oscura momentaneamente, ma terribilmente, cio' che la Storia ha scritto e lasciato. Oscura il Sole, ed il Sole e' l'Andalusia, Al Andaluz, il raggio di Sole appunto. Il nome si ricollega al clima di prima, difatti il cielo terso quaggiu' certo non manca mai. Ed i vessili ed il colore predominante dell'Andalusia non e' certo il nero, bensi' il bianco, il bianco della bandiera, assieme al verde dell'Islam che fu, e certamente i villaggi bianchi da cartolina turistica ben nota. E' il Califfato Bianco poiche' illuminava i secoli bui del medioevo, guidata dai Califfi patrocinava le arti, la filosofia, le scienze e si reggeva su una capitale che raggiungeva il milione di abitanti, la piu' grande del mondo assieme a Costantinopoli.

Seppelliti i miti arriviamo a Malaga freschi e riposati, ma lo saremo per poco, molto poco..
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Re: Andalusia a pezzi..

Messaggioda Maxdivi » 01/12/2017, 14:10

GLI ZINGARELLI

Preparati al tutto ed al contario di tutto come al solito, con programmi, mappa,linee varie dei mezzi, stazioni, navi e chi piu' ne ha piu' ne metta 8-) scopro con dolore che cio' che ho delegato al fratello non e' cosi' preparato, anzi, difatti l'albergo prenotato nn si sa esattamente dove sia :o ne' si sa come raggiungerlo. Del resto avevo lasciato indicazione prenota ovunque basta che sia a Malaga citta' e basta che non sia in quartieri casermoni della comunita' gitana-zingara. Questo precetto non viene puntualmente rispettato dal fratello che prenota a sensazione e ad minchiam un hotel in quello che lui riteneva fosse il centro citta' :shock: .
Come se non bastasse il nome ispanico del luogo rimanda chiaramente ad una gestione gitana stessa della struttura alberghiera...fantastico :mrgreen:

Grazie tuttavia alla teconlogia moderna ( dicesi wi-fi e cellulari di ultime generazioni ) ci si mette in itinere una falla anni fa impossibile, scoprendo nell'aeroporto quale sia il modo piu' facile per arrivare, svelando mappe non viste e facendo notare al fratello che quelli di fianco alla ferrovia sono dei capannoni industriali ( che giustamente ogni mappa che si rispetti segna in grigio come zone industriali ) non allegri complessi di ville bifamilari 8-)

Ci si trova comunque a vagare sui mezzi ferrati di Malaga, come gitani gitanti, e si scoprira' che di fianco all'efficienza occidentale si mischia la casualita' orientale-sudista, con stazioni e vie non segnate eccezion fatta per le canoncihe direzioni turistiche. Ci si dovra' quindi affidare anche ai metodi classici quali il girare nei vicoli ad minchiam, superare improbabili barriere architettoniche, stazioncine volgarissime di perifieria ( che fanno un po' Roma cintura esterna ),stazioni cattedrali in mezzo al deserto d'asfalto, fiumi in secca da secoli, nonche' chiedere ai bagnanti della domenica che tornano dalla classica gita al mare rientrando nei quartieri esterni della citta' o nelle cittadine vicine, tutte collegate dalla ferrovia cercanias formando il complesso della Costa del Sol ben nota ad ogni britannico-teutonico-scandinavo che si rispetti.

Si fatica dunque un po' come sempre ( certo meno di una mezza Nicosia o Varna o Sofia attreversata con valigia con marciapiedi giurassici sconvolti da terremoti mesozoici ), ma si arriva e gia' dalle mappe aggiornate scopro che nella sua incoscienza il Fratello ha colto comunque nel segno: la sua prenotazione e' in Culonia rispetto al centro cittadino, ma e' assolutamente eccezionale per prezzi, servizi e logisitca.
Si, anche la logistica, perche' si trova praticamente dentro l'altro polo attrativo dei giorni a seguire, il cosiddetto Recinto Reale Feriale.

Feria. Fiera. Recinti. Tori.
E gia' perche' il viaggio a Malaga non cade a caso, ma prevede il momento clou dell'anno cittadino, poiche' il giorno successivo alla mezzanotte precisa scattera' la notissima Fiera di Malaga, una delle feste piu' grandi di Spagna e d'Europa. La scelta dell'albergo ci fa cosi' trovare in posizione strategica per bivacchi notturni e mattutini utilizzando il fuso orario praticamente di paesi latinoamericani :mrgreen: Per poi ritornare a fusi europei per una non stop degna della Vuelta Ciclistica di Spagna :D

Non paghi di aver trovato l'albergo, ci accingiamo dopo solo aver posato le valigie ed effetuato un cambio di abiti, ad esplorare dapprima l'albergo, che sembra un misto del labirinto di Cnosso con corridoi identici a quadrato e multipiano con le residenze camorristiche di Gomorra per pacchianeita' dello stile andaluso-arabo-mudejar baroccheggiante di sculture, pitture, maioliche, ecc. ecc. Alloggiamo in simili paccotterie anche a Vitoria, sempre circondati da sculture appariscenti degne di Rosario Crocetta :D

Ci getteremo dunque a sera ad esplorare il centro cittadino del quale pregustiamo un assaggio del pre festa, notando gia' gli addobi previsti per il giorno seguente, nonche' l'illuminazione dei primi monumenti, dedicandoci al passeggio di struscio lungo il corso. Il classico sabato del villaggio leopardiano con la promessa di rincasare presto per conservare le forze.
Cio' non sara' rispettato ovviamente,la curiosita' si accende e non si pegne mai, sbuca qua, sbuca la' , gira sotto, guarda questo, guarda quello , il gelato ( al mango, frutto che scopriro' essere un prodotto locale di fama ) vagando e zingareggiando si fa subito tardi e la preferia-prefesta si accende in maniera spontanea grazie alla propria gente di contrada-borgata:

Da un vicolo noto degli assembramenti colorati. Sono le classiche penas di quartiere ispaniche ( associazioni culturali varie ), di un vicolo specifico, un insieme di carampane-signore di mezza eta' per nulla in forma smagliante ( abbondanza andalusa ) preparate di tutto punto assieme agli uomini, in veste di orchestrina, ad intrattenere la folla presente con ritmi di flamenco. I bis si susseguono, si balla, si canta in mezzo ai vicoli con le sevillanas. Festa autentica e spontanea, non turistica, il flamenco vero, quello di strada e della gente non professionista.

E si fa gia' l'una di notte per arrivare al lettuccio ci vorra' l'una e mezza...ed e' solo l'antipasto di cio' che arrivera'.
Ultima modifica di Maxdivi il 10/12/2017, 21:35, modificato 1 volta in totale.
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Re: Andalusia a pezzi..

Messaggioda geom.Calboni » 04/12/2017, 12:12

Il fratello lo nominiamo Direttore Logistico di Otra :D
Anche se poi sbagliando ci ha visto giusto ;)
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: Andalusia a pezzi..

Messaggioda Lebowski » 07/12/2017, 11:15

Algarve e Andalucia forse saranno meta di un prossimo viaggio.
Resto sintonizzato. ;)
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Re: Andalusia a pezzi..

Messaggioda Maxdivi » 10/12/2017, 21:27

OSCURATI IN UN OCEANO DI LUCE

Il giorno seguente e' il gran giorno, cioe' il primo giorno pieno effettivo di visita, nonche' inzio weekend ( anche se ha poco senso visto che siamo sotto ferragosto ) ed il giorno dell'inizio ufficiale della Feria cittadina. i festeggiamente si apriranno difatti alla mezzanotte esatta.
Consapevoli dell'evento e della sua portata e il trasporto che avra', l'idea e' quella di visitare il piu' possibile, se non proprio di concludere la visita di tutti i monumenti rilevanti del capaluogo andaluso in giornata. Cosi' piu' o meno sara'.

Ci si sveglia presto, appreso il bus che porta al centro, ci dedichiamo alla scoperta del centro, cioe' cio' che resta del dedalo di viuzze di struttura araba.
Gli edifici chiaramente non sono tutti quelli dei fasti di un tempo: la citta' gia' non era un centro principale moresco, differentemente da Cordova, oggi difatti i ruoli si sono invertiti, con Cordova da capitale che e' divenuta un borghetto, mentre Malaga dopo l'ultima guerra civile ha fatto il boom demografico sfruttando la sua importanza di porto, divenendo cosi' la quinta-sesta citta' spagnola sotto la spinta dell'edilizia selvaggia. Palazzoni a blocchi ovunque fuori dal centro storico, un po' tipico dell'Andalusia costiera franchista e contemporanea, tutta votata alla vendita residenziale di prime e seconde case, anche a cittadini stranieri, specie inglesi e nordeuopei. Un piano di ricostruzione che si presentava necessario dopo che la citta' fu quasi completamente devastata dai bombardamenti anche italiani della guerra.

Cio' che e' il porto turistico e' tutto postbellico, idem il quartiere della Malagueta, la spiaggia e le residenze immediatamente a oriente, dove furono fatti sloggiare le comunita' zingare locali, le quali vivevano ancora in maniera tradizionale, in abitazioni trogloditiche dentro la roccia, nelle caverne a ridosso del mare, come si puo' vedere ancora oggi al vecchio Sacromonte di Granada o in diversi villaggi bianchi tipici, dove la nuda roccia e' il soffito e/o parete di tante abitazioni da tempo immemore.

Una grave perdita culturale quindi, con le comunita' gitane spostate in blocchi di case nella nuova cintura esterna di Malaga, come i quartieri di Palma e Palmilla difficilmente serviti dai mezzi pubblici. Di fatto di gitano resta solo la Cruz Verde in centro.
Le vie pedonali centrali sono lucidate per bene a festa con apparate luminarie sudiste, festoni e fiocchetti e nastrini, gli stand gia' approntati, con tanto di tubi lanciasiluri di birra andalusa San Miguel in pressione. Roba da far impallidire l'Oktoberfest, piu' adatta ad un sottomarino da guerra.

Ci concediamo un giro preliminare al mercato cittadino, bellissimo, il cuore del mediterraneo e dell'atlantico, con ogni sorta di pesce, comprese diverse varieta' e specie che ovviamente non posso conoscere tutte ( tipo lo scampo a strisce bicolore ), le cozze delle rias gigantesche, i percebes anche galiziani, ecc.
Le carni, dai bovini ai suini passando per i caprini ed aggiungendoci gli ovini. Qui si puo' anche mangiare come ormai e' consuetudine in diversi mercati italiani di farinettiana rifinitura.
Con i formaggi c'e' tutta la Castiglia, ma l'Andalusia fa la parte del leone su frutta e verdura, suoi prodotti principali a livello internazionale, senza dimenticare l'olio d'oliva ed i vini, di cui per il primo siamo ai vertici mondiali per produzione e qualita' regionale. Per chi ama l'esotico tutto cio' che arriva dalle Canarie, compresa la nota banana isolana.

Vista la pancia di Malaga ne vediamo la testa, le due fortezze islamiche su tutto, c'e' da salire a scale. Alcazaba e Gibralfaro. Una sull'altra in mulattiera al sole. Della alta non resta poi molto, all'interno piu' che altro il museo borbonico-napoleonico-wellingtoniano con l'assedio della campagna spagnola. Nonche' la vista sull'intera citta' ed il mare abbagliante e l'arena delle corride. Meglio la fortezza bassa. Per il resto la piazza d'armi,le mura e il sistema di porticati arabi e quello del loro sistema idrico a ruscello dei giardini e della conservazione delle vivande.

Al di sotto cio' che resta della citta' romana, il teatro, il piccolo foro. Quindi la malaga ottocentesca, il palazzo doganale, il municipio con l'annessa villa comunale, lussereggiante quanto l'Andalusia. Ogni sorta di specie esotiche si intrecciano, un bosco di plame di ogni tipo, abitate da stormi di pappagalli. Assieme alla riserva esterna fuori citta' e' il giradino botanico tropicale piu' grande d'europa, con ogni specie di fiore e pianta descritta. Un paradiso vegetale per me e per chiunque ami queste piante. E' il respiro di Malaga.

Arricchiscono la giornata le visite all'Arcivescovato. Il potere ecclesiastico, aperto e con mostre legate all'arte bellica ed etnica dell'africa nera occidentale. Non c'e' vescovo che in fondo non sia un guerriero del resto. Ma il clou resta la cattedrale. Enorme, certo non come quella di Burgos ma presenta anch'essa varie cappelle a 360 gradi sulla pianta, ampie da poter essere delle chiese a parte in qualsiasi cittadina. Commistione di stili, legati alla costruzione tribolata con varie interruzioni nei secoli. C'e' di tutto, la storia della Spagna e dei suoi miti sacri, la Riconquista, la regalita'. Entri sei in Castiglia, esci sei in Andalusia.

Il tempo sembra bastare, quindi ci allunghiamo anche al nuovo Museo Picasso( noto figlio di Malaga) stravoluto dai parenti dell'artista, che raccoglie una serie di opere secondarie, schizzi, bozzetti di proprieta' dei familiari. Le audioguide sono gratis come sempre comprese col prezzo dei biglietti, ma troppo logorroiche, a sentirle tutte ci vorrebbe mezz'ora a tela.

La giornata volge al termine, scalati i picchi cittadini la Vuelta volge al termine pure. Il sole si affievolisce e la citta' si eccita. Compriamo dei suvenir gia' preventivati, ampliando la mia collezione privata di cappelli tipici e bandiere anche, siamo praticamente in abbigliamento da ferragosto. Vorremmo rientrare a posare armi e bagagli, lavarci, cambiarci ma....gira qua, gira la', si fa tardissimo, il countdown si accende. Il caos pure si accende.
Sudore ed Arena. Saltano tutti i trasporti, tutti vogliono tutto dappertutto. Saltano gli schemi, le organizzazioni i progetti, non si capisce il bus dove passi che giro faccia al ritorno visto che stanno cambiando tutte le linee ed i percorsi per riallinearsi all'emergenza festa. Ne prendiamo uno che dovrebbe essere il corrispondente di ritorno ma fa il giro della citta' e ci riporta clamorosamente al centro. Ha girato mezza citta' servendo tutti i quariteri tranne rientrare dove doveva per logica rientrare.Un classico iberico per noi che gia' fummo protagonisti di un bus tour non previsto centro-aeroporto a Santander per due volte a causa di una indicazione sbagliata di un turista italiano.
Il Fratello si infervora reclama in uno spagnolo maccheronico indegno degno di Speedy Gonzales dei cartoni col gabbiotto dell'Atac corriere locale. Capiremo solo l'indomani il giro nuovo per tornare, il bus era giusto ma andava preso in una fermata particolare da evitarti il mega giro del mondo malagueno.

Ma va bene cosi'. Non ci si lava, non ci si cambia, il bagno inteso come racchiuso da quattro mura e' un miraggio lussureggiante quanto le palme stracolme di assordanti pappagalli festanti. Busta suvenir alla mano si va al festone cosi', chissenefrega. E' la feria di Agosto. L'Apocalisse in Centro che ci ingoiera' ed oscurera'. Se li e' presi Malaga.
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Re: Andalusia a pezzi..

Messaggioda Maxdivi » 18/12/2017, 19:33

CHE VIVA MALAGA!

Gente di mare. Che va' dove gli pare :D E gia'.. Ed il primo posto dove dovrebbe recarsi e' il porto.
Il programma del venerdi' sera e' proprio questo qua, dato che l'inaugurazione della Feria si fara' sulla spiaggia della gia' menzionata Malagueta, dietro l'arena.
Il comitato cittadino organizzativo ha preparato una serata che partira' dalle 21 per arrivare ai fuochi della mezzanotte ed al concertone di un noto gruppo cittadino di musica andalusa contemporanea. Si preannuncia una noche caliente non per le accetabilissime fresche temperature ma per la carne al fuoco programmata e la "carne in piazza".

Una carnizzeria. Il mio concetto di folla e' questo qua, la marcia degli n- mila. Quanti saremo? Ce lo domandiamo spesso e di continuo, del resto un vecchio proverbio maxdiviano afferma che: <<E' il numero che fa la festa, non il programma>>. Puoi anche invitare guest star da delirio, ma non potrai mai avere un delirio senza folla. Alla moltitudine di festanti da carnaio siamo abituati e la cerchiamo, provando ad inanellare tutti gli eventi di massa quantomeno europei ( dagli sportivi ai carnevaleschi, ai culturali, ecc. ). Fino ad ora abbiamo una carriera tutto sommato rispettabile.

Arrivare in "mutandini mimetici" con busta calboniana annessa :D ( l'abbigliamento e' rimasto quello del pomeriggio, ma e' estate ed e' una festa in spiaggia quindi ) alla spiaggia in orario non e' cosa semplice, c'e' una certa distanza dal centro, i bus sono collassati ( vanno ma stracarichi ), scavalcati dai carretti tirati da prestanti cavalli andalusi, e nel frattempo scoppiano allettanti feste private alternative di cui due clamorosamente volgari dirimpettaie, cioe' una festa sociale all'interno di un'officina-gommista con clienti e dipendenti, e l'altra di studenti e viaggiatori vari che avvolge l'ostello di fronte. Elemento comune il drink in mano per tutti. Se Puccini potesse scrivere un'ode a Malaga direbbe che non il tricolore canta nel cantiere e sull'officina, bensi' lo farebbe l'alcol 8-)

I vari flussi di persone si concentrano per il centro ed i quartieri orientali ( nonche' le stazioni ferroviarie che portano genti da ogni dove a Malaga ) nella piazza del municipio e c'e' da considerarsi che una buona quantita' arrivera' anche dai quartieri ad est della Malagueta, quindi dal lato opposto al faro. E' come una processione-fiaccolata a Lourdes non religiosa.

Il porto cittadino turistico merita una menzione a cinque stelle. La connessione col giardino botanico tropicale e' del tutto naturale ed armonica, una passeggiata notturna piacevolissima, maricapiede ampio e pulito da lungomare nizzardo,installazioni post moderne, fontane, panchine, strutture calatraviane, vetrate, anfiteatri, banchine eleganti, ecc. Seguita da una banchina-settore del tutto commericiale. Quindi negozi d'abbigliamento, ristoranti di ogni specie, gelaterie, chioschi, ecc tutto aperto a notte tarda e gia' strapieno, per i fuochi c'e' tempo, gente quindi fiondata a mangiare o a fare shopping. Fortunatamente noi abbiamo gia' fatto, altrimenti le file sarebbero colossali, tutto gremito in ogni ordine di posto e tavolino.
Mi viene da pensare a tante ma tante localita' costiere nostrane, viste giusto una settimana prima del viaggio, dove i commercianti in pieno agosto facevano letteralmente la fame, senza l'ombra di un cliente. A vedere tutto questo roderebbero d'invidia. Ma in fondo tanta crisi in determinate "ex" localita' di villegiatura italiane se la sono cercata: zero pubblicita', zero rinnovamento, prezzi rialzati senza qualita', parcometri, tasse comunali, mare inquinato, ecc. ecc. persino gli stessi dischi dell'estate scorsa :o Organizzare queste feste richiede soldi, investimenti, tempi e voglia di fare nel settore turistico, culturale e sociale. Nonche' non solo desiderio di guadagnare ma anche di far bella figura, desiderio di essere orgogliosi della propria festa e della propria citta'. Amore vero e proprio per la propria terra.

Un romagnolo potrebbe quindi tranquillamente gemellarsi per intraprendenza e capacita' in questo settore con un andaluso costiero. Ma bando alle ciancie, la gente e' gia' piazzata sui moli, sugli scogli, sui ponti di ferro, chi puo' magari si e' fatto pure aprire il faro che segna il promontorio, e' Dunkirk all'evacuazione del 1940, tutti ma proprio tutti in spiaggia.
Il faro e' l'inizio di Malagueta, lo giri ed iniziano i lidi in spiaggia, i ben noti chiringuitos andalusi. Luoghi nati abusivamente e poi rimasti come centro di aggregazione sociale locale gia' dai tempi franchisti. E' l'equivalente del caffe'-taverna greco. Fumanti per scaldare la serata, con i loro arrostitori esterni pronti per le ordinazioni del pesce allo spiedo, dalle sardine ai polpi.
Chi non e' in spiaggia ( non potremmo entrarci tutti ) la guarda dall'alto. I blocchi della Malagueta a 12 piani fanno da cornice in stile Copacabana. Gli altezzosi o chi non ama mischiarsi ai volgari si guarda la festa, i fuochi ed il concertone dal balcone di casa con gli amici. E' come un gigantesco presepe estivo reale, vivente, in cui anche noi siamo dei pastorelli figuranti. Con tutte le lucine accese. Si aspetta il bambinello a mezzanotte. E lo si aspetta anche dal mare dove stanno arivando barche da diporto di altri altezzosi che si fanno la festa-cena con gli amici a bordo e si guardano i fuochi appropinquandosi alla costa.

Ammetto di provare anch'io una certa emozione. E' troppo calorosa ed accogliente l'atmosfera. E' porto vero. La sensazione che da casa gia' immaginavo, e' quella di essere entrato a casa in un'unica grande famiglia. Un corpo unico, solidale e comunque composito come le citta' di mare sanno offrire, ma qui ancora piu' disteso, avvolto anche da religiosita' e sacralita' del rito. A Pamplona c'e' questa sacralita' del rito della festa, ma forse non ci si riesce, o almeno io no, a sentirmi parte del tutto, ma solo un visitatore tra quelle valli e montagne. Non basta mettersi una divisa bianca e rossa.

Ci siamo, l'Alcalde, gran farabuttone locale, fa il suo discorsone politico elettorale, sembrano i comizi del mio paesello, tutto molto comprensibile. Iniziano alcuni balli di folclore sul palco. Qualcuno gia' si fa il bagno notturno. Bisogna far attenzione a non calpestare le asciugamani a terra. Quasi sempre fermate dagli immancabili bustoni strapieni di alcolici e bevande gassate per il rito-gioco del Bottiglione iberico ( ora ufficialmente vietato a Madrid in teoria ) che accumuna giovinastri spagnoli ai serbi con Jelen Pivo da due litri di plastica al seguito. Qualche piccola quantita' anche di drogacce leggere a dir dai fumi. Ma ci sono tutti, bambini, famiglie, anziani, ecc.

E via di seguito il Pregon, il discorso ufficiale inagurale, davvero emozionante, preparato dalla cantante, una malaguena vera.
Il Discorso fa pelle d'oca. Parte dal semplice, da quello che era per lei la Feria da bambina con la sua famiglia. Il venditore di caramelle dove si fermavano ogni anno. I maghi ed i mimi. Il flamenco. Da quello che era ed e' Malaga. << Malaga che conosce ed e' il segreto del vino dolce estivo. Malaga e' il profumo delle caldarroste in inverno. Malaga e' l'eleganza del cavaliere andaluso. Malaga e' il sapore dello spiedo di sardine, che va mangiato solo con le mani. Malaga e' i colori dei fiori nei capelli corvini delle ragazze. Malaga e' l'eccitazione dell'Arena che vibra alla rincorsa del toro. Malaga e' i canti dei pescatori al ritorno.

E cosi' via. Tutto questo e' Malaga. << Che viva Malaga! Famiglia!>>

Partono i fuochi e la musica dalle barche sul'acqua scura. Si balla al ritmo andaluso pop, il chiringuito serve tutti, belli e brutti, ricchi e poveri, mori gitani e biondi turisti tedeschi. Sangria, mojitos, chupitos. Birre. Il concertone durera' fino alle due. Per lo sfollamento ci vorra' almeno un'altra ora. Tutto disordinatamente ordinato. Con efficienza festiva. Per il nostro ritorno ci vorranno almeno le tre e mezza. E domani sara' un altro giorno.
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