"Welcome to Iran"

In questa sezione del forum si può discutere, postare notizie e chiedere informazioni riguardo le proprie esperienze, emozioni ed avventure di viaggio.

"Welcome to Iran"

Messaggioda obe » 24/11/2017, 14:17

20 settembre

E ci siamo, sono a Kiev in attesa di imbarcarmi per Teheran; sono agitato, inutile nasconderlo, anche se lo sono quasi sempre poco prima di un viaggio del genere.. tanti dubbi, tante domande.
Cosa mi spinge a viaggiare e a buttarmi in queste situazioni? Cosa voglio dimostrare agli altri e soprattutto a me stesso? Anche perché ormai penso di aver capito tante cose di me in questi viaggi in solitaria così pieni di emozioni.. quindi cosa cerco di più?
Finora ho veramente avuto la possibilità di vedere tante parti di mondo sia in compagnia che da solo.. mi ritengo fortunato, ma ora è arrivato il momento di questo Iran.

A furia di sentirmelo dire me lo sto chiedendo anch’io, ma cosa cavolo ci vai a fare lì?..
Alla fine la voglia di scoprire le diversità ed il mondo è superiore alle paure e ai dubbi e poi c’è questa storia del visto che non sono riuscito a fare preventivamente; so di avere tutto in regola ma la possibilità (pur minima) di venire rimbalzato un po’ mi lascia tutto in sospeso.. ma forse è un bene perché tutte le mie attenzioni sono indirizzate a quello e non penso al resto.

Cerco di distrarmi guardando le tante belle ragazze presenti nell’aeroporto di Kiev ed al tavolo del ristorante ho scambiato due parole con un signor estone di rientro da conferenza energetica ed anche lui subito mi chiede “ma non è pericoloso?”.. chissà.. non so neanch’io cosa rispondere.
Se non mi faranno entrare sarà il destino, che poi alla fine è tutto destino.. basta vivere ogni momento in pieno.. dai Iran, non farti desiderare, sto arrivando.


21 settembre
Ore 20.00

Teheran, il primo giorno volge al termine; veramente una giornata intensa data anche da un po’ di stanchezza perché l’arrivo, anzi l’ingresso, in Iran si è rilevato più lungo e pesante del previsto.
Il volo da Kiev è stato fin noioso, Ukraine Airlines non è una gran compagnia e lo ha dimostrato in pieno.. posti strettini, personale poco simpatico, cibo scadente.
Un po’ ho dormito, un po’ ho osservato i compagni di viaggio dove, oltre a me, c’era solo un altro paio di coppie di turisti mentre tutti gli altri mi sembrano iraniani di cui la maggior parte uomini; i ragazzi con i tagli di capelli moderni e vestiti alla moda mentre i per i signori di una certa età è il baffo quello che va per la maggiore.
Tre uomini di fianco a me bevono birra e vino mentre le poche signore presenti girano truccate e senza velo; guardandoli, se non lo sapessi, non direi mai che sto per andare in Iran ed anche una volta atterrato non vedo grossi cambiamenti.. giusto l’Hijab (velo che le donne devono indossare per coprire i capelli) e poco altro.

Quando atterro puntuale alle 1 e mezza di mattina mi vedo già in hotel per le 3/ 3 e mezza ma alla fine andrò a letto solo alle 5; l’iter per la richiesta del visto è rapido, si pagano i 75 euro, si compila un foglio con i dati dell’hotel dove si passerà la 1a notte e si mostra la conferma dell’assicurazione medica.
Peccato che il visto mi verrà consegnato solo dopo 2 ore e mezza con molta gente arrivata dopo di me che lo riceverà prima e comunque dopo non meno di un ora di attesa.
Immagino i motivi ma non ne ho certezza, eppure anche il “finto” interrogatorio del poliziotto sui motivi del viaggio e sull’itinerario era stato rapido ed indolore.

Comunque fin da subito ricevo il primo impatto con l’accoglienza e la gentilezza delle persone; prima l’addetto dell’aeroporto che mi aiuta a recuperare il bagaglio (che ormai avevano ritirato dal nastro dopo la lunga attesa) e poi il taxista dell’hotel, con cui mi scuso più volte per la lunga attesa e poi parlo soprattutto di calcio, tra ricordi del Milan degli olandesi, di Roberto Baggio, del derby locale e della loro nazionale già qualificata per i Mondiali.
L’avvicinamento alla città mi fa rendere conto che finalmente ci siamo, sono in Iran!
Il mausoleo khomeini, le strade con tante bandiere della nazione o verdi, i famosi murales che dovrebbero abbellire la città e le scritte in farsi a cui mi dovrò abituare.
L’hotel è bellino ed il ragazzo della reception parla italiano.. sono le 5 di mattina e non mi molla più ma dopo un po’ lo lascio.. devo riposare.

Nonostante tutto metto la sveglia alle 9.30, devo prendere subito il ritmo e poi sono curioso.
Quando scendo per strada trovo la città già attiva e mi rendo conto di essere nella strada dei lampadari dato che ci sono solo negozi di quel genere.. tra quelli moderni e quelli un po’ kitsch e maestosi.
Nel resto della giornata mi sembra sia frequente questa cosa di mettere i negozi di un genere tutti vicini o nella stessa strada (tipo quelli di scarpe o di gioielli).
Altra cosa particolare è il cambio.. quello ufficiale è applicato solo in banca ma ci sono tanti uffici di cambio che ne applicano uno molto più vantaggioso; poi mentalmente ero già preparato al cambio Toman/Rial 1:10 ma non ai piccoli tagli della carta moneta tanto che, cambiando 300 euro, mi ritrovo il portafoglio gonfio come uno sceicco.
E come dimenticare il famoso traffico di Teheran?! Non credevo ma effettivamente è bello tosto attraversare ed in genere seguo sempre un local prima di buttarmici in mezzo e poi non si può stare tranquilli neanche sul marciapiede con queste moto che ti sfiorano contromano magari stra-cariche di merci o con su tutta la famiglia (padre,madre e figli).

Prima tappa della giornata è stato il Bazar e la sua moschea, luogo che è un po’ simile ad altri già visti ma forse qui è più reale in quanto la maggior parte degli abitanti viene ancora qui a far la spesa; poi è infinito e devo ammettere che mi sono perso girando tra stoffe, tappeti, argenterie, frutta secca, spezie e “falsi d’autore”.
Anche qui dentro bisogna sempre fare attenzione alle moto o ai carretti che trasportano un po’ di tutto e se non li eviti ti vengono anche addosso; sono talmente tanti che tutti hanno anche la targa e molti vengono spinti da ragazzini molto giovani.
Il Bazar mi è piaciuto anche se rimangono posti che sono contento di visitare ma che non fanno parte del mio stile di vita, però è molto particolare con la sua struttura che alterna costruzioni eleganti che sembra quasi di stare all’interno di ricchi palazzi ad altre parti che sembrano cadere a pezzi.
Al suo interno e nelle strade adiacenti inizio a trovare ragazzi che chiedono da dove vengo, si fa due parole e tutti concludono con un “welcome to Iran” e non è raro sentire un “fuck Trump”.
Provo anche il cibo, succo di melograno, datteri (spesso lasciati in assaggio) e una specie di Kebab con salsicce un po’ piccanti e verdure.. è solo l’inizio ma voglio provare tutti i sapori che il paese offre.
Devo ammettere, sono travolto da tutto questo, non sono abituato ai sorrisi e a vedere la gente curiosa, disponibile ed amichevole.

Lì vicino c’è il palazzo Golestan, ne approfitto e lo visito.. sembra un’oasi rispetto al Bazar e all’esterno spiccano i muri con piastrelle colorate che formano dei disegni armoniosi, i giardini e le tipiche fontane mentre all’interno trovo alcune ricchezze raccolte dall’ultimo Scià, Mohamad Reza (tanto avorio, le sale a specchi e brillanti, tutto luccicante) e si capisce quanto lusso abbia ricevuto dagli altri paesi durante il suo regno.

Abbastanza stanco, riposo nel bel parco Shahr, la gente fa altrettanto, alcuni fanno anche dei picnic.. è un bel luogo per la siesta; poco fuori un murales di un giovane khomeini mi ricorda la storia recente del paese che, a primo impatto, sembra ignorare tutte le preoccupazioni occidentali e va avanti come nulla fosse.
Prima di rientrare mi fermo al famoso cafè Naderi, uno dei più antichi della città, per prendere un tea (servito con zucchero cristallizzato) e cheesecake mentre gente del posto affronta argomenti quotidiani o semplicemente si gode la fine della giornata.

Ora sono a cena, ho già capito che questa zona non è molto vissuta di sera, è più una sede commerciale con i tanti negozi ma non ho trovato molti ristoranti.
Mentre mangio con riso, pane (fatto sul momento) e agnello, alla tele passano la partita del Persepolis che è seguita con passione dai clienti e dai proprietari che alternano servizio, narghilè e commenti sulle azioni principali.

Teheran non è di certo la più bella città vista, però mi sta aiutando ad entrare nella mentalità locale, un posto per vedere come si vive in una metropoli, forse il luogo più aperto.. per appagare anche la vista, aspetto di scendere verso sud.
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda geom.Calboni » 24/11/2017, 15:03

Aspettavo il tuo report.
Fino ad ora mi hai cofermato quello che ho spesso sentito o che sapevo sulla città e credo anche sull' Iran in generale.
Resto sintonizzato.
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

Studio la Serbia, mi piace la Russia, frequento la Polonia.

"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda Lago » 24/11/2017, 19:17

Sempre interessante leggere i tuoi viaggi Obe !!! :D
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda obe » 28/11/2017, 15:56

22 settembre

Ultimo giorno a Teheran della prima tranche.
Sono le 8 ed ho ordinato la cena in uno dei pochi ristoranti aperti nella mia zona; effettivamente l’hotel è in ottima posizione per le visite diurne ma alla è proprio poco accogliente.
Per il resto la giornata è stata bella piena, un su e giù continuo di emozioni con momenti un po’ noiosi alternati a picchi interessantissimi e di massima goduria per un viaggiatore.

Oggi è venerdì che equivale alla nostra domenica e la cosa si nota appena esco; sono le 9.30 ma le strade sono deserte, zero traffico e negozi quasi tutti chiusi.
Mi incammino per la metro e capisco subito che sarà una giornata afosa e calda ma respiro quando prendo la metro che mi porterà a nord fino al capolinea a Tajrish; la metro si presenta pulita, moderna ed efficiente e muovendomi noterò come, nelle stazioni, vengano ricordati i martiri di guerra con le loro foto in battaglia, le madri in pianto e i comandanti che ringraziano i giovani soldati.
Ero curioso anche della divisione donne/uomini sui mezzi pubblici.. bè finora molto soft, ci sono gli ultimi vagoni dedicati solo alle donne, con un’insegna sul pavimento che lo puntualizza, ma è una loro scelta se usarli o meno, e almeno di domenica, ne ho viste tante usare i posti a sedere comuni.
Il tragitto è lungo, circa 30/45 minuti ma per fortuna alla fermata faccio conoscenza con 2 ragazzi che mi danno indicazioni e passo il tempo a far 2 parole con loro… saranno un po’ i soliti argomenti ma comunque sono molto gentili e curiosi, un po’ come tutta la gente incontrata finora.
Noto anche che ci sono tanti con lo zaino da montagna, forse per la gita del “venerdì”.

Esco dalla metro e mi imbatto subito in un bazar, forse più raccolto ma che mi è piaciuto di più del gran del più grande visto ieri.. si trovano le stesse cose ma l’alternarsi è vivace, poi è impressionante il numero di negozi di frutta secca o con enormi vasi di pistilli di zafferano, tanto che mi compro anche delle noci e dei pistacchi per la giornata.

La prima meta turistica che visito è il palazzo Sa'dabad dell’ultimo scià Reza shan, il filo-occidentale cacciato dal paese nel 1979.
Sarà il caldo o la confusione del bazar ma sbaglio strada ed entrerò dall’ingresso superiore dopo aver costeggiato le sue mura; Il complesso non mi ha esaltato, è un gran bel parco con tanti palazzi recenti ora convertiti a musei e la parte più interessante alla fine è stato nel vivere il fatto che la gente locale lo usa come parco domenicale per far passeggiate o picnic.
Anche il palazzo White (quello più famoso dove alloggiava lo Scià) è si un insieme di oggetti di gran lusso ma molto mischiati tra loro e senza uno stile preciso; mi ha dato un po’ l’impressione che era con questi regali gli occidentali si immanicavano il suo consenso.

Visitati i principali palazzi e salutate le gambe di Reza Shan, cioè quello che resta della sua imponente statua, affronto la salita a Darband con la stessa velocità della famiglia con bambini che mi precede.. comunque arriverò prima delle auto bloccate in coda e che mi anticipano che in cima sarà pieno di gente.
Ma cos’è Darband? Alla fine è una passeggiata verso le montagne che si innalzano dietro Teheran, la cui parte iniziale si inerpica in una vallata chiusa dalle rocce ed un fiume che rinfresca un po’ l’ambiente con intorno una lunga serie di ristorantini e tantissimi venditori ambulanti.
Mi fermo anch’io a mangiare del salmone con riso, lottando contro le vespe e contro il cameriere che continuava a chiedermi se volevo prendere qualcos’altro, però almeno ero seduto sul tappeto che mi godevo il fresco come la gente del posto.
Risalendo verso il sentiero osservo con cura i venditori ambulanti.. pannocchie, noci sotto aceto, fiori di papavero, dolciumi color rosso fuoco, griglie ovunque.. insomma non è molto estetico, ma molto vita quotidiana.
E comunque anche l’igiene è quel che è, con rifiuti ovunque (anche nel fiume) e tutto un po’ buttato per terra o in un angolo.

Tornando alla metro passo dalla Moschea Imamzadeh Saleh che è uno spettacolo! I colori luccicanti, le torri e soprattutto vedere come nel giorno di festa sia così vissuta.. un po’ come erano le nostre piazze nel dopoguerra con la gente seduta che parla, giovani che si fanno selfie, bambini che corrono, signore con borse di cibo, banchetti per torte e thè e comunque tanti “stand” promozionali della cultura religiosa.
Una partecipazione allegra e colorata che è stata un po’ la sorpresa odierna.
Proseguendo, nel bazar la gente è a dir poco aumentata, bevo il solito succo di melograno spremuto sul momento e rientro in metro verso l’hotel.

Di Teheran posso dire che mi ha offerto poco poco come visita ma mi ha arricchito di momenti reali, aprendomi alla conoscenza delle persone, al loro modo di vivere e di capire come funziona questo paese con le sue chiusure e le sue aperture verso l’esterno.
Domani ci si sposta, treno alle 6 per Kashah, andiamo a vedere le bellezze di questo paese.
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda Lebowski » 28/11/2017, 16:37

Le impressioni più o meno concordano.
Io il bazaar di Tajrish lo preferivo perché meno affollato, ricordo di aver comprato la maglietta della nazionale iraniana, farlocca ma non sono mai riuscito a trovarla originale. Quello grande lo visitai poco perché veramente incasinato, una città nella città.

La gente a darband saliva per fare trekking. In teoria ci sarebbe anche gente che va sulle piste da sci, funzionanti tutto l'anno. Si sale, con funivia, fino a 5000 e rotti metri, su un ghiacciaio. Non lo feci, ovviamente, quindi non saprei. Darband lo ricordo invece molto vivo la sera ma magari di venerdì è così tutto il giorno, dato che è festa. Il palazzo White dello scià Reza Pahlavi non lo visitai, non ricordo neppure di averlo visto, idem la Moschea citata.

Mi sorprende la metro efficiente. Io la trovai poco funzionale, ma magari l'hanno sviluppata in questi anni.
Non sei andato a vedere il covo delle spie americane, l'ex ambasciata Usa?
Aspetto il resto. :)
A volte sei tu che mangi l'orso e a volte è l'orso che mangia te. (lo Straniero)
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda obe » 30/11/2017, 11:55

23 settembre
Ore 16.00

Sosta rigenerante nel mezzo dalla giornata a Kashan; sono in pieno bazar in un vecchio ha hammam trasformato in sala da tè.
Ho fatto giusto uno spuntino a base di spiedini di fegato, ottimi ma spero siano stati cotti bene, accompagnati da una bevanda di mais e luppolo che dovrebbe essere una birra analcolica.
Sono in attesa che il bazar si riavvivi perché è dalle 2 che la città è deserta e tutto è chiuso.. dopo che sono uscito dalle case storiche sembra di essere in un altro posto; prima il consueto traffico, via vai di gente, negozi aperti.. mentre ora tutto chiuso, giusto qualche negozietto impavido e quindi aspetto qui una mezz’ora per poi ripartire

L’arrivo a Kashan è stato semplice, se non fosse stata per la sveglia alle 5, però almeno ho potuto prendere il treno delle 6 ed ho la giornata piena da vivere in città.
Si vede che il treno non è ancora nelle loro corde, per una città come Teheran la stazione è piccolina e anche poco frequentata; per andare sui binari devo far timbrare il biglietto nella stazione della polizia dove la guardia, vedendo il mio passaporto, mi dice sorridendo “welcome to Iran, your country is good”.
Il treno è normale e moderno, un viaggio lento ma almeno nelle 2 ore e mezza di tragitto potrò dormire, mangiare lo snack fornito in omaggio e fare due parole con il vicino; tanto il panorama dal finestrino è sempre lo stesso.. desertico e solo verso Kashan diventa un po’ più verde.

Proprio il vicino, per eccesso di gentilezza si propone di contrattare il taxi per me.. peccato che con il suo inglese basico aveva capito che volevo andare nel vicino villaggio di Abyaneh. Per fortuna mi rendo conto subito dello sbaglio e quando ci allontaniamo dalla città faccio fare inversione al taxista per portarmi in albergo.

Tre cose mi colpiscono subito.. qui fa molto caldo, le donne sono molto più coperte di Teheran ed è pieno di fast food che fanno pizza.
L’hotel è una casa ristrutturata con vasca d’acqua nel suo giardino e non è niente male; tempo di sistemarmi, accordarmi con l’autista per l’indomani e vado subito ai Giardini Fin.
Per strada mi imbatto con la forte impronta religiosa.. manifesti sulle pareti o nelle strade, bambini vestiti di “sacro” ed in generale si sente l’aria di provincia.. oltre ai negozi chiusi la case sono meno “occidentali” ed anche i vestiti dei giovani meno moderni.
Però non cambia la disponibilità.. giovani che ti incrociano e ti dicono “hello”, negozianti di lampade e vecchi che ti stringono la mano e ti danno il benvenuto, gruppi di ragazzine con il velo che ridono e scherzano in inglese diventando rosse per un sorriso.
L’unica cosa che può dare un sentore di “diffidenza” sono questi banchetti fuori dalle Moschee sempre aperti con musica, bandiere, commemorazione dei morti.. sempre frequentati in particolare da uomini e giovani.

Dicevo del giardino.. non è niente male! Belli questi vecchi cedri tutt’intorno al palazzo con i corsi d’acqua, fontane di contorno e hammam personale.

Da qui ritorno nella zona bazar, con le panetterie che sfornano pane a raffica dando ai ragazzi in moto l’onere della consegna (spesso portandolo in mano senza copertura guidando con l’altra mano) e poi gironzolo nelle desertiche strade periferiche circondato da case con muri color sabbia.. dove giusto qualche bandiera rossa e nera da un tono di colore diverso.
Per caso casco nella moschea Agha Bozorg, usata ormai solo in certe occasioni ma molto scenografica e con un cortile interessante, e proseguo verso le vecchie ricche e storiche abitazioni.

Queste abitazioni erano le case dei mercanti o dei signori che rappresentavano l’elitè cittadino e quindi dovevano essere sontuose, ricche, eleganti e con il meglio che l’architettura e gli interni potessero offrire.
La prima che visito è la Tabātabāei House, molto bella, elegante con la piscina centrale e i diversi palazzi intorno con pareti scolpite nel gesso, i balconi senza protezione, le finestre colorate che con la luce generano all’interno un effetto magico e l’immancabile parete a vetri e specchi che rendono tutto brillante.
Mi fermo anche su una panchina a leggere ed osservarmi intorno, mi immagino di essere un mercante appena arrivato che si gode una sosta dopo un lungo viaggio rimanendo sbalordito dalla sua eleganza.
Questa sarà anche la casa che mi piacerà di più visto che l’altra, l’Abbasi House, anche se più grande ha le pareti meno conservate ed anche i colori delle finestre non rendono come nell’altra.. forse una volta sarà stata la più sontuosa ma ora direi di no.

Dopo vado nel luogo che mi ha colpito di più, L’Hammam del sultano Amir Ahmad; grande, colorato, vivace con le sue piastrelle azzurrine e blu che rilassano la vista con la sua armonia, spazioso, con la luce che entra dal tetto.. bellissimo.. ed anche l’esterno è molto particolare con il tetto pieno di cupole tipiche dei bagni termali.


Ore 20.30
Sono in hotel, ho finito di cenare con uno dei piatti storici e tipici, il Fesenjan, uno stufato di carne con noci e melograno; dovevo provarlo anche se è un po’ pesante e molto saporito.

Dopo aver lasciato la tea house ho visto il bazar che prendeva di nuovo vita e dopo poco tempo era impressionante la differenza con il deserto di poco prima.
Alla fine mi fermo con dei giovani venditori, si parla per una mezz’ora di un po’ di tutto, politica, sesso, sport, se non avevo paura dei terroristi, economica, America, serate, il nostro Papa..
Rimango lì fino a quando non arriva tipo processione ed il ragazzo mi chiede di allontanarmi sennò gli avrebbero chiuso il negozio; così torno presso il bel caravanserraglio all’interno del Bazar (il tetto mi colpisce sempre, con queste mini piramidi che scendono tutte inquadrate e regolari formando un nido d’api) e qui parlo con un altro ragazzo
Quando esco dal bazar è già buio, le strade sono tornate trafficate e con le luci è tutto ancora più caratteristico.. soprattutto la moschea Agha Bozorg che illuminata è spettacolare.

Kashan è stata una bella sosta, abbastanza lontana da Teheran anche perché piccolina e più “villaggio”.
Domani si scende a Isfahan, la perla iraniana.
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda obe » 05/12/2017, 12:05

24 settembre
Ore 18

Eccomi nella piazza principale di Isfahan, il sole sta per calare, le luci iniziano ad illuminare i palazzi, ragazzi in bici o che giocano a pallone, ragazze che ciocolano come se fossero al bar, il richiamo alla preghiera che esce dalla Moschea alle mie spalle.. non ci poteva essere arrivo più magico.
Sono qui da un paio d’ore e già sono convinto che sarà la sosta più bella del viaggio, e la prima impressione sulla città e che sia quella più commerciale/turistica con i negozietti e i tanti turisti che si incrociano.. ma vedremo.

La città mi ha accolto bene, hotel centrale, piccola sosta rigenerante e via di passeggio nei viali alberati bevendo la classica spremuta di melograno con finalmente con un clima più fresco e piacevole.
Decido di concedermi uno spuntino e provare la famosa pizza iraniana.. però il fast food non la vende a tranci e quando sto per ritirarmi mi si avvicina un turisti cinese che mi propone di dividerla.
Aspettando la preparazione parlo con lui del più e del meno e l’attesa va via piacevolmente; quando è pronta la pizza, anche in due, è veramente troppa.. alla fine salterò la cena! però non è malvagia, tipo quelle nostre che compri dal panettiere, forse solo molto ma molto più farcita.. con formaggio, pollo e funghi ma senza pomodoro; in compenso ti danno delle buste di ketchap da aggiungere, cosa che ovviamente ho evitato di fare.

La giornata era di trasferimento, ma al posto del bus, ho optato per auto privata visto che volevo sfruttare l’occasione per visitare Abyaneh ed il costo era veramente conveniente.
Così lascio Kashan dopo colazione a bordo fontana e poi salgo sulla Peugeot 508 abbastanza scassata guidata da un simpatico autista sulla 50ina che spiccia giusto 3 parole d’inglese.
Il tragitto non sarà lungo e durante la strada, tutt’intorno vedo secco, quasi deserto con qualche montagna rocciosa sbriciolosa che mi ricorda un po’ il Marocco; e poi del gran nulla a parte un’industria che lavora Uranio ultra controllata dalla polizia e con di fianco un lancia razzi difensivo per eventuali attacchi aerei.

Le soste saranno due; la prima ad Abyaneh, che è un paesino incastrato nella roccia, molto caratteristico tutto color rosso fuoco.
Le case con le pareti di fango e paglia essiccati, le vie a pietre sistemate in modo da incanalare l’acqua piovana, la moschea aperta e senza tetto, le foto dei caduti nella guerra con Iraq e le bandiere nere sulle pareti delle case.
Una sosta interessante perché mi ha dato la possibilità di vedere anche la vita di paese ed uscire dal modo di fare delle città e metropoli.
La seconda sosta, a Natanz, vedrò la moschea, in rifacimento e quindi con gli interni spogli e senza piastrelle colorate così distanti da quelli viste finora, ma che ovviamente colpiscono molto meno.
Comunque per essere un trasferimento penso di aver ottenuto il massimo e quindi arrivo a Isfahan soddisfatto

25 settembre
Ore 18

La prima giornata piena in città sta finendo, sto aspettando che il sole tramonti vicino al ponte Si-o-se Pol così da poterlo vedere illuminato di notte.. e diciamo che non sarò da solo visto che qui è pieno di ragazzi e meno giovani che escono a fare una passeggiata mangiando o bevendo qualcosa senza fretta.

Ieri ho interrotto di botto il racconto perché, mentre ero in una sala da tea vicino al Bazar sono stato avvicinato più volte.. prima 3 ragazze, una un po’ pazza e così emozionata, che hanno poi voluto fare un selfie da mettere su istagram, e poi dal tavolo di vicino composto da due ragazzi, la compagna e la giovane figlia di uno dei due.
In particolare con questi ultimi si sta circa un’oretta e poi mi invitano a cena dai genitori di uno dei due.. io all’inizio rimango un po’ imbarazzato ma curioso, rifiuto un paio di volte ma visto l’insistenza alla fine accetto volentieri; sarà il punto di svolta che cambierà la serata ed anche la giornata odierna.

Ero rimasto io a ieri, verso le 6 di sera, con il sole ormai nascosto, l’aria più fresca, le luci dei negozi, i bambini in bici, le moschee e la porta del Bazar che si illuminano rendendole ancora più affascinanti con il contrasto del buio.
Dopo un po’ passeggio nel bazar, a quest’ora ci sono più locali che turisti e finisco nella famosa sala da tea.

Dicevo di questi giovani che mi invitano a cena, io sapevo che poteva capitare ma ero un po’ titubante, per me è una cosa un po’ strana..però nessuna scelta fu mai migliore.
Molto simpatici, anche la vivacissima bambina di 5 anni, li accompagno nel bazar mentre completano gli ultimi acquisti e dove io prendo dei dolci Gaz per non presentarmi a mani vuote; in auto andiamo verso casa loro, nel nord della città, e per strada capisco una cosa importante.. i banchetti onnipresenti con bandiere nere, rosse e verdi non sono fissi o qualcosa che serve per avvicinare i giovani ma sono per l’Ashura, la festa che celebra il martirio dell'Imam Hussein.
L’Ashura dura 10 giorni e in questi banchetti offrono tè e cibo gratis alla gente, un modo per commemorare questo profeta.

Accostiamo anche noi vicino ad uno di questi posti, prendiamo un tè volante (particolare con dei mini frutti che lo insaporiscono) per poi arrivare a casa loro, nella zona moderna piena di bei condomini di recente costruzione.
Infatti entrando nell’abitazione capisco che è una famiglia appartenente alla classe medio-alta; gli interni sono curatissimi, il divano e tavolo “per ospiti” in stile molto barocco, grandi lampadari, tv maxi schermo, cucina moderna a vista.. insomma, una gran bella casa.
Per me è interessante anche notare tutto questo arredamento molto “ricco”, anche solo il porta frutta secca in vetro pesante e bordi dorati.
Altra cosa che mi colpisce è la sorella, sui 25 anni, che mi apre la porta con tuta aderente, ombelico fuori, truccata, labbra forse rifatte.. insomma non mi aspettavo una vestita così in Iran.
A parte il mangiare, che era tantissimo, continuavano a riempirmi il piatto, tagliare loro la frutta..ect.. un trattamento totalmente inaspettato; interessanti poi le conversazioni, soprattutto con il padre, il vero boss della casa, con cui si parla di Italia, Iran, musica, film, pizza, lavoro, religione e tanto altro.
Mi offrono da bere anche alcolici che rifiuto optando per un tè di congedo verso la mezzanotte, non prima di aver fatto foto ricordo insieme.
Una serata inattesa ma molto bella che confermato l’ospitalità della gente e sarà sicuramente uno dei momenti di questo viaggio che ricorderò con più piacere.
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda Lebowski » 05/12/2017, 12:38

Sto rivivendo il mio viaggio grazie al tuo racconto.
Tante cose, casualmente, coincidono. Ad esempio gli alberghi eran gli stessi.

Anche io fui fermato da un paio di ragazze di cui una un po' pazzerella mentre ero in piazza, non in una tea house.
Appena arrivato a Isfahan, era deserta. Non parlavano bene inglese ma anche loro scattarono dei selfie.
Anche io provai la famosa pizza in un fast food. Venni fermato durante la fila da un uomo che tradusse per me (il banconista non parlava inglese) e, dopo avergli detto che volevo una margherita (avevo già provato la loro pizza basic, ultrafarcita), mi chiese "sai cos'è una Margherita?" e, rivelatogli che ero italiano, scoppiò in una risata. Finii al loro tavolo, era lì con la sua famiglia e quella di un suo amico, che mi tartassò di domande sulle auto italiane (per poco tempo fortunatamente, avevano già finito).Credo di aver narrato qualcosa nel racconto. Per la cronaca dovetti mettere il ketch up, perché altrimenti sarebbe stata solo base e formaggio.

Anche io sono finito a far serata con un gruppo di isfahiani ma il rimpianto più grosso che mi porto di quel viaggio fu l'aver declinato il picnic con una famiglia locale. Lo feci in modo molto educato e garbato, spiegando loro che stavo andando verso il quartiere armeno. Capirono, ma penso di esser sembrato "uno stronzo", specie agli occhi di una bambina di 5 anni che mi parlava in inglese ed era desiderosa di parlare con uno "straniero", più o meno come te che hai incontrato una famiglia con figlia di 5 anni. Mi fa incazzare questo rimpianto perché fu colpa della Lonely: le chiese armene erano chiuse ma la guida le dava aperte, era venerdì. Riparai perché durante il tragitto finii fermato da un gruppo di militari in licenza e restai un po' con loro.

mi fa piacere che tu abbia provato l'esperienza di una cena locale in casa di locals.

Le donne? In casa non hanno regole di abbigliamento. è più che normale per loro vestirsi in tenuta estiva. Strano il fatto dell'alcool, ma nemmeno più di tanto: erano forse armeni? Hai fatto bene a declinare, secondo me. Dicono che comunque fa schifo.

Mi stupivo a leggere di questi banchetti, che non c'erano nel mio viaggio. Grazie per la spiegazione. E per il racconto, è bello rivivere da altri le stesse esperienze e sensazioni vissute in un viaggio. Un viaggio che tra l'altro metto di sicuro tra i più belli mai fatti e che si possano fare. Non so ancora per quanto, dato che la Persia sta salendo di parecchio come meta turistica. Non credo che perderanno spontaneità e interesse, specie verso gli italiani (ci adorano) ma insomma... da meta da evitare, ultrapericolosa, dopo la firma di quel trattato è passata a "come un comune stronzo andare in Svizzera" nella mente delle persone. Si staranno attrezzando per il turismo.

Hai messo foto sul blog? Evita di inserire foto con la famiglia ;)
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda Leia74 » 05/12/2017, 13:29

Bellissimo racconto e stupenda l'esperienza con la famiglia!!!
L'Iran e' da sempre nella mia top list di paesi che vorrei vedere. Chissa' se ci riusciamo a breve...

Domanda: per il transfer in auto privata, come te lo sei procurato?
Le mie foto:
http://sabrinastravels.shutterfly.com

Latest trips: Piemonte in dettaglio (pure troppo, ago 2017-mag 2019), New York + Boston (mar 18), Bretagna e Normandia in moto (ago 18), Svezia centrale (ago 2019), Parchi USA Ovest (dic 19-gen 20)
Next: ???
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda obe » 05/12/2017, 14:06

Leb.

Sono contento che le sensazioni vissute nel viaggio siano state simili.. come sai, ero rimasto estasiato nel leggere il tuo racconto.

Per la cena con la famiglia, è stata una serata indimenticabile, loro non erano armeni, ma comunque molto aperti come mentalità.
Per gli alcolici, ho rifiutato perché non mi sarei sentito a mio agio e poi mi sembrava una mancanza di rispetto..

Per i banchetti, nel racconto ho lasciato la scoperta a quando l'ho saputo anch'io.. così da far leggere le stesse sensazioni che ho provato i primi giorni e la curiosità quando l'ho saputo

Sul blog ho caricato le prime foto, domani metto la seconda parte (ovviamente non metterò quelle con la famiglia che sono un ricordo privato)

Leia74 ha scritto:Bellissimo racconto e stupenda l'esperienza con la famiglia!!!
L'Iran e' da sempre nella mia top list di paesi che vorrei vedere. Chissa' se ci riusciamo a breve...

Domanda: per il transfer in auto privata, come te lo sei procurato?


Grazie!
Per l'auto privata basta chiedere in hotel o comunque qualcuno che ti si propone in giro per la città. È tutto molto semplice
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda geom.Calboni » 05/12/2017, 20:32

Grande esperienza e mi fa piacere che ti sia goduto la cena in casa di una famiglia locale.
Ho avuto varie esperienze del genere soprattutto nel Caucaso (tutto) e "sono poi quelle cose che alla fine ti rimangono" (il virgolettato è perché è una sorta di citazione di una frase altrui). La cosa più bella ed allo stesso tempo che fa pensare è come molte volte vieni invitato da gente semplice ma che tri offre tutto quello che ha. E magari ti ha conosciuto 10 minuti prima per strada. Accadrebbe lo stesso a situazioni invertite?...


@Leb: storica la tua citazione ;) :)
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Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda obe » 06/12/2017, 15:58

Oggi mi sono svegliato presto per uscire subito ed ad andare a vedere il palazzo Chehelsotoon; i suoi giardini sono veramente belli, forse i migliori visti finora ed anche il palazzo è molto particolare con le 40 torri di legno che gli danno il nome, gli specchi all’ingresso, le finestre di legno lavorato con tutto intorno le due belle piscine e le immagini pitturate sulle pareti interne che rappresentano battaglie, ricevimenti e banchetti.

Alle 11 mi incontro con l’amico che mi ha ospitato ieri; mi passa a prendere e andiamo a vedere la parte meridionale della città.. il ponte Si-o-se Pol, bello con le cupole ricorrenti ed armoniose, i sottopassaggi dove la gente sta al fresco e poi, visto che in estate il fiume è in secca, si può camminare nel suo letto e attraversare le basi che lo sorreggono.
Tra le altre cose lui mi racconta che alla sera è pieno di gente che suona e canta e che tra i materiali usati per costruire il ponte ci sono anche il guscio delle uova.
Andiamo anche sull’altro ponte, il Khaju, che esteticamente forse è il più bello, con il patio centrale dove poteva accedere solo lo scià e che secondo lui è ancora più vissuto alla sera.

Prima di muoverci sosta, vuole farmi provare il tipico gelato di Shiraz al gusto di zafferano con i faloodeh, che sono una specie di “spaghetti” simili ai granelli che si usano sulle torte, ed una spruzzata di succo di limone.. niente male!
Da qui proseguiamo nel quartiere armeno che è forse il più “occidentale” di tutti con bar e ristoranti moderni e la sua chiesa che mi riporta ai miei viaggi nel Caucaso; è strano vederla qui, in Iran, anche perché è un mix con le basi in piastrelle colorate tipiche di qui ed i disegni invece in pieno stile armeno.
Il vicino museo è carino, niente di eccezionale (mi attira giusto il libro di preghiere più piccolo al mondo), ma che fornisce un’idea dell’influenza armena nel passato.

Durante la visita parliamo un po’.. delle donne iraniane, la chirurgia estetica molto diffusa, l’odio per Trump che modifica le regole precedentemente accettate, di un Islam con troppe limitazioni che dovrebbero cambiare (tipo l’Hijab obbligatorio, pena l’arresto), delle cose positive dell’ultimo Scià, di Rouhani che è un buon presidente più aperto al mondo, delle loro serate che durano fino a mezzanotte/l’una, dei party in case private ed in generale che la gente non vive male.
Per quel che ho capito la sua famiglia fa parte di quella borghesia che vorrebbe essere più libera ma ci tiene che la sua nazione non si faccia comandare da nessuno.

Prima di salutarci, su consiglio di sua sorella, andiamo a provare il Dizi, una specialità di carne cotta 12 ore per poi venire tritata sul momento per essere mangiata con il brodo rinveniente a parte.. tutto stra-buono, come anche lo yogurt allo zafferano come dolce.
Dopo pranzo torno ad essere da solo, sono anche contento di riavere i miei spazi e dopo una siesta arrivo qua a bordo ponte in attesa del buio con tanta gente che fa lo stesso ed è pronta a scatenarsi in foto e selfie.

Quando scende la notte torno in piazza, la voce che arriva dai megafoni della moschea è surreale e domina le voci dei bambini che mi giocano di fianco.. intanto davanti alla Abbasi mosque ci sono stand vari, soprattutto militari, con bambini che giocano con le armi, jeep, bombardieri ed uno striscione in inglese molto eloquente “down Usa, Arab, Israel”… sembra una fiera allegra in totale contrato con quello che “sponsorizzano”.

Prima di andare a dormire chiudo la giornata bevendo tè allo zafferano e posso confermare che Esfahan è la città più bella dell’Iran
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda heartpacker » 06/12/2017, 23:43

Obe- gran bel racconto come sempre- attendo il resto.
Sto pensando di andare in Iran per fine Marzo- inizio Aprile quindi ogni info è preziosissima ;)
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda obe » 07/12/2017, 15:53

26 settembre
Ore 18.00

Ultima notte nella bellissima Isfahan e sono in piazza ad approfittare degli attimi finali della giornata e sto realizzando quanto sia bella questa città; oggi poi che ho fatto il giro da “turista”, ho potuto osservare con l’attenzione dovuta ogni cosa e posso dire che da sola merita il viaggio.

Parto da una considerazione su di me, questo è proprio un viaggio lento.. deve essere così, senza correre per vedere più posti o per fare la migliore fotografia; il bello è fermarsi a parlare con la gente, a condividere opinioni, vivere il momento.
Anche oggi è stato un fermarsi più volte ma la cosa non mi pesava, anzi, è piacevole ed alla fine so che saranno questi i momenti che ricorderò con più piacere.
Poi loro sono così cordiali e vogliosi di parlare ma anch’io sono sempre ben predisposto per un saluto, senza nascondersi dietro le cuffie o con lo sguardo basso, sempre pronto a modificare ipotetiche tabelle di marcia anche solo per bere un caffè con un nuovo conoscente.
Un viaggio lento ma che forse assaporerò un po’ più a lungo al mio ritorno.

La giornata inizia andando dall’hotel alla piazza, i viali alberati stoppano il sole e incomincio a intravedere quella vocazione turistica .. con i bar in stile occidentale che vendono espresso ed alcuni che ti fermano per proporsi come guide (per fortuna sono ancora una minoranza).
La piazza di giorno è ancora più bella per me, sarà che le decorazioni delle cupole riflettono al sole evidenziando i piccoli dettagli rendendo il tutto indescrivibile, che nessuna foto renderà reale.

Entro nella moschea Abbasi, la sera è tutta per loro mentre di giorno diventa dei turisti; l’interno è veramente bello.. le piastrelle blu e gialle, le decorazioni a fiore, gli archi costanti e ripetuti, il tetto a nido d’ape, le sale con i tappeti usati per la preghiera, il mihrab, il minbar, le cupole.. tutto mi fa scatenare in foto.
L’armonia dell’edificio è in contrasto con lo stand militare all’esterno ma le ragazze in chador che fanno selfie con lo sfondo delle fontane mi riportano alla pace e alla tranquillità quotidiana.

Il Palazzo Ali Qapu, famoso per la sua balconata dalla quale si narra che lo scià guardava le partite di polo giocate nella piazza, ora offre una vista parziale in quanto in ristrutturazione ma le sue stanze ed in particolare i tetti lavorati e pitturati attirano la mia attenzione.. soprattutto la sala delle musica che con le strane pareti per migliorare l’acustica.

Esco all’1 ed è tutto chiuso, mangio un kebab saporitissimo (da non confondere con i nostri, ma inteso come uno spiedino di carne con pomodoro e cipolla) in una locanda un po’ rustica con solo iraniani al suo interno e passeggio un po’ per il bazar che a quest’ora è molto tranquillo.
E’ molto lungo ma più ci si allontana dalla piazza e meno diventa interessante per noi ma forse più ad uso e consumo della gente del posto con vestiti (curioso quello che vende diversi tipi di chador), seta ed oggetti per la casa.
Noto al suo interno l’aria pesante, oltre i carretti è un continuo via e vai di moto che con i loro gas rendono tutto viziato visto che anche le aperture non sono tante.

Quando mi fermo nella nuova piazza Imam Ali a bere un succo di carote si avvicina un signore, ci sediamo su delle panchine e come sempre si parla di diversi argomenti chiudendo sempre attaccando Trump e la sua politica.
Arrivato qui punto la vicina moschea Jameh; ero indeciso se entrarci o meno ma alla fine penso di aver scelto bene..visto che è molto diversa dalle altre.
Non ci sono piastrelle, tante colonne di roccia disegnata, in genere più scura ma forse più complessa architettonicamente parlando; la piazza centrale con la fontana è bellissima ed il sole illumina le pareti ed i tappetti ordinati per terra e pronti per la preghiera.
C’è anche un angolo “islam free speak” e così mi fermo a parlare e a scambiare due opinioni con il giovane seduto lì, è contento che gente si fermi a visitare i loro luoghi sacri per capire che l’Islam non è terrorismo.

Quando sto per tornare in piazza a fare le ultime foto mi fermo a comprare dell’acqua.. il ragazzo è passato in Italia come rifugiato prima di finire in Belgio.. ha un bel ricordo e mi offre un caffè mentre mi racconta la sua storia, mi presenta i suoi parenti e i diversi amici della piazza che si avvicinano curiosi.. mi invita anche a vedere la partita con loro alle 7.30; starò lì più di mezz’ora e per le ultime foto in piazza arrivo un po’ tardi… ma sono contento così.
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda obe » 07/12/2017, 15:54

heartpacker ha scritto:Obe- gran bel racconto come sempre- attendo il resto.
Sto pensando di andare in Iran per fine Marzo- inizio Aprile quindi ogni info è preziosissima ;)


Alla fine penso di fare un riepilogo con le info utili, comunque per qualunque cosa chiedi pure
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda obe » 12/12/2017, 17:12

28 settembre
13.30

Pausa pranzo a Yazd.. una calda Yazd.. ci saranno più di 35° ed in giro per la città a parte qualche gatto non c’è nessuno.
Di Yazd mi sono già fatto una prima impressione, città abbastanza turistica forse quella con meno “punti scenografici” ma con parecchi spunti anche se non si può paragonare a Isfahan come bellezza.

A Isfahan, dopo il tramonto, sono andato a mangiare in un bel ristorante dove ho preso un ottimo kebab di agnello con riso e un bel tè per chiudere la serata.
Ho comprato anche i primi ricordi da portare a casa, una scatola di dolci gaz al pistacchio e un porta zucchero di rame pitturato di blu tipico della città.. un po’ di contrattazione ma spero di aver spuntato un buon prezzo.
Lascio questa città veramente soddisfatto e per l’ennesima serata torno in hotel dopo le 9, non mi riconosco più.. si vede l’età che avanza e i tempi di recupero si fanno più lunghi.

Ieri il trasferimento è stato rilassante e rapido; i bus sono veramente comodi, con snack offerti e paradossalmente costa quasi di più il taxi dalla stazione al centro che il tragitto in autobus.
Incontro una coppia belga che era sul mio stesso volo, faccio due parole e durante il tragitto mi lascio cullare dai miei pensieri ascoltando un po’ di musica (incredibile perché è la prima volta che metto le cuffie in questo viaggio) e guardando il panorama desertico.
Sul bus non ho visto separazioni uomini/donne ed ognuno sedeva un po’ dove voleva e unito al fatto che le donne sono spesso truccate ed in ordine, per ora, non ho visto questa clausura di cui tanto si parla.. magari negli ultimi anni qualcosa è cambiato.

Arrivando alle 3 la città è deserta e come primo impatto la trovo più grande di quel che mi aspettavo.
Sistemato, verso le 4 esco ed inizio passeggiando per le strade della città vecchia, le viuzze sono segnate dai muri fatti di fango essiccato e incrocio qualcuno solo verso la tomba di Alessandro (che guardo da fuori); più che altro vengo attratto dai badgir (le torri del vento) il sistema locale usato per incanalare le correnti d’aria e portarle nelle camere dopo averla fatta rinfrescare.. ne trovo di tutte le dimensioni e praticamente ovunque.

Perdendomi per le strade, per caso, trovo un cafè con rooftop.. ci salgo e la vista dal tetto è magica.. i badgir, le cupole delle case, le moschee illuminate, il sole che tramontava e che rendeva ancora più rosse le pareti.
Bevo un tè allo zafferano aspettando il buio e decido di cenare lì con un passato di melanzane, spezie e formaggio cremoso di capra.
Torno in centro, bambini che mi danno il 5, ragazzi in moto che dicono “hello” e un vecchio che per salutarmi mi dice “thank you” ma che con il suo sorriso mi conquista; è strano come in queste viuzze strette e buie non provi mai paura che ti accada qualcosa, al massimo bisogna stare attenti alle moto.
Mi viene in mente il Marocco, la diversa sensazione di essere un bancomat o comunque nel non sentirmi a mio agio; qui è tutto il contrario e spero non cambi con l’arrivo del turismo di massa.

Vicino al complesso Amir Chakhmaq trovo fontane illuminate con colori vivaci e la celebrazione dell’Ashura che qui è sentitissima; uomini e bambini vestiti di nero e poi in processione.. mi ricorda un po’ quelle che si svolgono nel nostro Sud Italia con i fedeli che portano torce, tamburi, si flagellano ed infine il carretto che porta l’immagine del santo.
Sempre collegato all’evento, in piazza c’è un enorme sagoma di legno che verrà portata per le vie delle città nell’ultimo giorno e tutt’intorno è pieno di posti da mangiare e bere tè fino alle 11 di sera.
Noto anche che è la città più povera di quelle viste finora, le abitazioni, la gente, i vestiti ed anche il fatto che abbiano tanto tempo libero e che sia la più economica anche per noi visitatori mi dà questa idea

Oggi ho scoperto l’altra parte della città che, in se non ha tantissimo da offrire; esco presto, il bazar è abbastanza scarno a confronto degli altri e dopo, una mezz’oretta di passeggiata costeggiando i negozi ai lati delle vie principali, arrivo al tempio dello Zoroastrismo.
E’ uno dei luoghi fondamentali per questa religione che qui si professava ancora prima dell’arrivo dell’Islam e che anche oggi viene un poco praticata; la visita non è nulla di sbalorditivo.. giusto un dipinto del “Dio”, un braciere e la statua simbolo, il faravahar, pieno di riferimenti.
Sicuramente più interessante la storia di questa religione, sui suoi principi basati sul far del bene, sulla sacralità della terra e da tutto quel che offre.. tanto che a suo tempo era anche vietato seppellire i morti.

Torno in piazza passando per la parte moderna in costruzione attaccata alla stradine storiche e qui parlo con un ragazzo che mi fa vedere il video di quando hanno portato l’enorme sagoma di legno in piazza; veramente è un continuo di gente che ti saluta, ti chiede opinione sul loro paese, di calcio, di come sono visti all’esterno, dei legami Italia/Iran ed anche un semplice benvenuto sincero e con sorriso… ho perso il conto delle volte che accade ogni giorno ed è bellissimo

Procedo verso il club Zurkhaneh di cui avevo sentito parlare prima di partire per informarmi sugli orari degli allenamenti e poi chiudo andando al Museo dell’acqua; nel museo è spiegato come venivano creati e come funzionano i qanat, dei canali sottoterra tutt’ora utilizzati per trasportare l’acqua nei punti in cui serve ed è veramente interessante per capire come venivano costruiti usando tattiche all’avanguardia per il periodo.

Ora, dopo aver comprato un paio di tessuti locali molto economici, pranzo vegetariano veloce prima della siesta.. Alla fine Yazd è tutta qui, una città diversa dalle altre, uno modo di vivere meno ricco e moderno, forse più di frontiera e già per questo è interessante.
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda Lebowski » 13/12/2017, 11:31

Anche io rientravo verso le 11 in albergo ma più che l'età il discorso è che non ci sono altri posti dove andare.
Era un po' strano viaggiare senza fare nightlife, per cause di "forza maggiore".

Sugli autobus non cittadini e sui treni c'è mescolanza di genere.
Donne e uomini sono separati sugli autobus cittadini, se ci hai fatto caso.

Le confezioni di gaz riportavano ancora le percentuali di pistacchi/mandorle presenti, con differenze di prezzo? Io lo trovai un po' strano.

Effettivamente non si hai mai la sensazione di essere bancomat umani. Anzi! Io ricordo che a Yazd presi 4 dolcetti in una pasticceria per provare i dolci iraniani. Fui costretto a litigare con il pasticcere per pagarli, voleva offrirmeli. Pagai perché a lui sembrò strano che ne presi solo quattro e insomma… già mi vide "strano" per quello e mi sentii obbligato a pagare, anche se lui si risentì. Conclusi la trattativa indicando che quei soldi erano un regalo per i suoi due nipotini e a quel punto accettò.

Yazd non la ricordo però così turistica, forse starà cambiando.
E fu la mia preferita.
Per onor di cronaca va detto che non offre così poco: potevi andare a vedere la villa con giardino patrimonio Unesco, il nome non lo ricordo. E' quella con il badgir più alto di tutto l'Iran. A me piacque: furono i giardini più belli, per me, del viaggio. E anche la villa era bella.
C'è la fortezza, il castello poco fuori.
C'è il tour nel deserto di sabbia. Ci sono altri luoghi legati allo zoroastrismo (anche a me la casa del fuoco disse poco o nulla ma non feci le torri del silenzio).
Ma anche io evitai un paio di posti perché ciò che mi piaceva di più era girare a caso per i vicoli del centro e perdersi incrociando la gente, forse più "spontanea" che a Isfahan perché meno abituata ai turisti.

Ma è il bello del viaggio, ognuno vive i luoghi a modo proprio. Anzi, è bello confrontarsi sugli stessi viaggi. ;)
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda Maxdivi » 13/12/2017, 13:36

Lebowski ha scritto:Anche io rientravo verso le 11 in albergo ma più che l'età il discorso è che non ci sono altri posti dove andare.
Era un po' strano viaggiare senza fare nightlife, per cause di "forza maggiore".


La teocrazia non permette. Solo feste private nelle case o clandestine in piazzette periferiche. Entrambe ufficialmente illegali.
Paradossalemente la nightlife persiana si fa in Germania o negli Usa.
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda obe » 13/12/2017, 21:15

Lebowski ha scritto:.

Le confezioni di gaz riportavano ancora le percentuali di pistacchi/mandorle presenti, con differenze di prezzo? Io lo trovai un po' strano..

Yazd non la ricordo però così turistica, forse starà cambiando.
E fu la mia preferita.
Per onor di cronaca va detto che non offre così poco: potevi andare a vedere la villa con giardino patrimonio Unesco, il nome non lo ricordo. E' quella con il badgir più alto di tutto l'Iran. A me piacque: furono i giardini più belli, per me, del viaggio. E anche la villa era bella.
C'è la fortezza, il castello poco fuori.
C'è il tour nel deserto di sabbia. Ci sono altri luoghi legati allo zoroastrismo (anche a me la casa del fuoco disse poco o nulla ma non feci le torri del silenzio).
Ma anche io evitai un paio di posti perché ciò che mi piaceva di più era girare a caso per i vicoli del centro e perdersi incrociando la gente, forse più "spontanea" che a Isfahan perché meno abituata ai turisti.

Ma è il bello del viaggio, ognuno vive i luoghi a modo proprio. Anzi, è bello confrontarsi sugli stessi viaggi. ;)


Sui gaz.. confermo che c'erano diverse confezioni con la diversa percentuale di pistacchio ed i prezzi che cambiano non di poco!

Su yazd.. è bello il confronto e vedere come il posto ha offerto diversi punti di vista tra noi
Anticipo quello che scriverò più avanti, dove alla fine sarà una o la città che ho preferito e con più emozioni!
Sul poco da vedere, intendo all'interno della città.. il giorno dopo ho fatto il giro nei luoghi intorno come il castello ed il sito zooroasta.. tempo di continuare con il racconto ;)
Turistica? Direi di sì .. ormai è entrata nel circolo del giro classico e quindi è sulla falsariga delle altre
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Re: "Welcome to Iran"

Messaggioda geom.Calboni » 14/12/2017, 12:06

Dalle descrizioni mi immagino Yazd sulla falsariga di Khiva in Uzbekistan, per l' impressione che ha dato a me quest'ultima. Qualcuno che ha visitato entrambe potrà confermarmi o meno. Meglio però recarmi direttamente a Yazd per verificare :)
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