Turku – Tampere 2011

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La circa un’ora di ritardo del volo da Pisa e la clamorosa fila al controllo passaporti di Stansted non fanno che accorciare la mia attesa notturna su una volgare panchina dell’aeroporto londinese.
Al mattino la fila per gli imbarchi è ampiamente più clamorosa, tanto è che viene deciso di aprire un ulteriore varco per i controlli e, inaspettatamente, per gli avventori di questa ulteriore uscita, non viene controllato il passaporto.
Nella confusione di far sfollare la gente hanno aperto il varco dimenticandosi di controllare i documenti, cosa che mi suona comunque abbastanza strana per un paese come l’Inghilterra lasciare uscire senza controlli in stile Schengen.
Non manca però il delirante comportamento degli addetti aòlla sicurezza, ampiamente previsto dal sottoscritto, al controllo bagaglio.
Passato ai raggi x, si insinua un leggero sospetto e mi viene intimato di aprire la mia valigia completamente svuotandola di tutta il contenuto presente nell suo interno. Lo zaino-valigia viene scandagliato manualmente e con l’ausilio di una specie di spazzolino da cesso che viene ripetutamente infilato in ogni angolo del bagaglio. Solo un pertugio, di colui che effettua il controllo, viene risparmiato da cotanta attenzione.
Non contento, il solerte agente, passa la bustina trasparante, contenente i liquidi per il mio maquillage giornaliero, sotto una sorta di contatore geiger per avere conferma che l’aria contenuta al suo interno non sia di origine dinamitarda o bombarola. Ma il deodorante, il dentifricio e tutto il resto non convincono più di tanto l’addetto che ripassa per altre due volte la bustina sotto i raggi x. Soddisfatto, infine, del suo operato mi lascia con tutto il contenuto del bagaglio sparpagliato su un tavolaccio e mi tocca rifare la valigia daccapo. Sotto una sfilza di imprperi da parte mia ovviamente Questa dei controlli aeroportuali è davvero una farsa degna del miglior autore di cabaret…
Attraccato a Tampere, nella verde Finlandia, ho giusto un paio di ore di libertà prima del mio treno per Turku.
Lo impiego facendo una rapida passeggiata in un centro città completamente deserto. E’ la festa di San Giovanni, infatti, festa nazionale per i finlandesi che approfittano del lungo week end che il calendario gli offre per chiudere negozi ed uffici e buttarsi nella serenità delle case di campagna.
Salpo con l’intercity in direzione Turku, dove le foreste, i laghetti, il verde, la campagna dominano ininterrottamente il paesaggio fuori dal finestrino. A Turku, vecchie amicizie finlandesi e più recenti internazionali mi aspettano.
San Giovanni è pronto ad essere festeggiato in giardino con grigliate, birra, giochi e sauna.
Sotto lo splendido cielo illuminato con i colori del giorno. O meglio. Con i colori delle notti bianche. A mezzanotte e mezza il tempo sembra essersi cristallizzato alle 21 di una sera d’estate. In circa tre giorni non vedrò mai la notte. Uno spettacolo fantastico a cui, era ora, assisto per la prima volta.
Solo il vivere questa atmosfera vale l’intero viaggio.
Grigliati, saunati e confusi tra notte giorno è l’ora di toccare un comodo letto dopo più di ventquattro ore di astinenza da sonno.
Il gallo, confuso anch’esso dall’assenza completa di buio, non canta e la sveglia arriva tardi. Giusto in tempo per approfittare del bel tempo e sollazzarsi con una nuova grigliata in giardino.
Satolli, è l’ora di scoprire Turku in compagnia della nostra guida locale, accompagnata dal suo piccolo angioletto biondo. Il tempo passa. Per gli altri…
L’orologio però è tiranno e ci limitiamo giusto alla visita dalla Cattedrale luterana, di una passeggiata sul lungofiume Aurajoki, sfociante nel mar Baltico, in quel che resta del vecchio centro storico cittadino, distrutto completamente da un incendio ed in qualche scorcio caratteristico.
Turku è, insieme a Tallinn, la capitale della cultura 2011 ed in molti angoli si notano performance ed esibizioni artistiche.
Il capotreno decide che il tempo di Turku è terminato.
Per un assaggio va bene. La prossima volta la visita sarà certamente più dettagliata.
A ritroso rientriamo a Tampere. La città è sempre semideserta, come del resto era stata Turku, ma il continuo irradiare della luce solare ci concede di passeggiare fino a tarda notte.
L’indomani Tampere, il punto geografico più a nord in cui sia mai stato, si presenta con uno splendido sole. Tempo ottimale per una lunghissima e spensierata scandagliata della città.
La zona del porto turistico con il parco Sarkanniemi, la torre della televisione ed il divertente luna park permanente, il quartiere di Finlayson, antica area dei lavoratori di fabbrica, trasformato ora in quartiere culturale e dei locali, i numerosissimi ristoranti, birrerie e bar disseminati per la città, la stranissima Cattedrale luterana, la chiesa ortodossa, lo stadio, completamente aperto ed alla mercè di tutti, i laghi Nasijarvi e Pihajarvi collegati tra loro tra un caratteristico canale a cascata che annulla il dislivello tra i due bacini acquiferi, la piazza principale con il teatro, il municipio e la vecchia chiesa.
Le città finlandesi non sono poi così trascendentali. La vera attrattiva è data però la natura con i suoi laghi ed i suoi boschi che ,le circondano, le attraversano, le regalano una atmosfera comunque unica.
In pista i motori dell’aereo per Pisa rullano già. Firenze mi accoglie a notte inoltrata.
La prima notte da due giorni a questa parte.

LUCA PINGITORE

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