Norimberga

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Norimberga.
Pronunciare il nome di questa città della Bavaria, la quasi totalità delle volte, richiama alla mente elementi legati al nazismo, quali le “Leggi di Norimberga” ed il più famoso “Processo di Norimberga”.
L’inizio e la fine del nazismo.
Con le “Leggi”, infatti si stabilì che con tre o quattro nonni ebrei, un individuo era ebreo a tutti gli effetti; lo stesso poteva dirsi se anche la fede religiosa, qualificava la persona come ebreo.
Con il “Processo”, invece, furono giudicati, alla fine della guerra, i più efferati gerarchi nazisti e decine di loro sottoposti macchiatisi comunque di colpe più o meno gravi.
Norimberga, alla luce di queste reminiscenze storiche, di fatto non mi ha mai attratto.
Mi ha sempre dato l’impressione di una città, spenta, grigia, morta, e seguendo la mia superstizione ne ho sempre avuto l’idea che trattavasi quasi una città nefasta.
Da negazionista di pregiudizi, era quasi un controsenso provarne io stesso alcuni per la città teutonica.
La sorte vuole però, che per un preciso motivo, Nurnberg, diventi la tappa di una mia gita fuori porta di un week end.
Per l’occasione, opto, di tornare all’antico e riassaporare le emozioni non più vissute da tempo, effettuando il viaggio in treno.
Il treno che copre la tratta Firenze – Monaco di Baviera è uno di quelli che, da giovane, ero solito utilizzare per le mie sortite oltre confine.
Il treno diretto da Firenze per Vienna, quello da Mestre per Zagreb o Budapest e quello da Wien a Katowice o Warszawa completano la lista dei treni più utilizzati all’estero dal sottoscritto.
I ricordi, gli umori, le sensazioni dei vecchi viaggi ed i trascorsi con i compagni di viaggi di un tempo si riassaporano in mente.
L’aereo taglierà i tempi, ma viaggiare in treno è tutta un’altra cosa.
Torniamo comunque a Nurnberg, la seconda città del Bayern, la regione più ricca della Germania.
Basta iniziare la visita nell’Altstadt, il centro città per farmi cambiare all’istante opinione.
Il grigio, la cappa nera, il torpore con cui avevo sempre identificato la città, svaniscono nel nulla.
Complici saranno anche le belle giornate non eccessivamente fredde e la gioiosa atmosfera natalizia, dettata dal fatto che si tiene uno dei più famosi e tradizionali mercatini di Natale d’Europa: il Christkindlmarkt, il “mercato di Gesù bambino”.
Le strade del caratteristico centro storico, bagnato dal fiume Pegnitz, pullula di turisti tedeschi e stranieri e di avventori cittadini; il glühwein, il tipico vin brulè germanico scorre a fiumi; i cavalli da tiro di chiaro stampo austro-ungarico garriscono sotto lo scoppiettare dei fiaccherai in tenuta d’epoca che scorazzano il turista in una gita d’altri tempi; la casa, il museo e le opere di Albrecht Dürer, sconosciuto ai più ma vero fiore all’occhiello dei norimberghesi, con il suo “Autoritratto con pelliccia”, dove è il primo nella storia ad essere rappresentato alla stregua di Gesù Cristo, oltre che con le sue “Mani Preganti” ed il suo “Coniglio”; il castello che domina la città dall’alto; le mura che racchiudono la città vecchia, le più lunghe mura cittadine ben conservate d’Europa; i suoi locali notturni altamente ben frequentati; le sue Brauerei dove dissetarsi di ottima birra e sfamarsi di possenti portate di carne; la cattedrale di San Lorenzo; l’Hauptmarkt e la sua fontana; gli edifici ottocenteschi, di classica concezione asburgica; la zona sud, abitata quasi esclusivamente da stranieri e dove per strada è facile ascoltare idiomi di origine slava e turca; i grandi parchi verdi in ogni parte della città; la torre delle televisione.
Nurnberg non è una località imperdibile ma la tappa di una piacevole gita certamente. La vita sarà noiosa, a sentir dire alcuni suoi abitanti non autoctoni ma di sicuro, una sua visita risulta piacevole.
E…il nazismo?
Il luogo comune che caratterizza Norimberga?
E’ una bufala?
No. I segni del nazismo sono presenti.
Basta spostarsi verso la zona sud-est della città ed immergersi nella storia. Norimberga fu la sede di varie edizioni della “Giornata nazionale dell’NSDAP”, il partito nazista di Hitler, che dopo le prime due edizioni tenutesi a Munchen ad a Weimar, pensò bene di trovare una sede fissa e stabilirsi definitivamente a Nurnberg.
Qui, in una vasta area di ettari di terreno corredati di un lago artificiale e di uno zoo, Hitler fece costruirvi quella che sarà una delle opere più mastodontiche dell’architettura di regime.
La sala dei congressi a forma semicircolare di colosseiana memoria; il vialone di due chilometri, largo quaranta metri utilizzato per le parate militare e che collegava idealmente il castello della città con il sito nazista; una riproduzione dell’altare di Pergamo da dove il fuhrer teneva i suoi discorsi davanti a migliaia di iscritti deliranti; fasci di luce, precursori dei moderni laser di segnalazione ubicazione di discoteche che fendevano il cielo; uno stadio sulle impronte del Circo Massimo ed altre costruzioni correlate.
Con la presa di Berlin e la caduta del Reich, il luogo fu dapprima utilizzato per concerti, poi come circuito automobilistico, poi, una parte, come uno dei più moderni stadi di calcio, un’altra come museo e centro di documentazione sul nazismo mentre la restante parte , lasciata all’incuria, utilizzata come luogo di reminiscenze naziste da parte di fanatici, tanto che il sito è sotto sorveglianza per evitare raduni neo-nazisti che fioccano comunque spesso, e da nostalgici che si fanno immortalare da fotogrammi privati, direttamente sullo scranno di Hitler in pose tipiche ed esaltate.

LUCA PINGITORE

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