L’Ungheria di Zenderowski

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Gli ungheresi hanno degli occhi tristi e dei capelli ricci.
In continuazione pensano al peperone, alla pălincă ed alla Nagy-Magyarország ( (Grande Ungheria).
Recentemente la parte piu’ povera dei clienti Sörözo-Borozó (birreria-vinoteca) si ubriaca di birra dal nome familiare “Karpackie” (ndr: familiare per noi polacchi).
La birra polacca ha colpito nel segno con il suo nome: e’ quasi identica allo slogan della Grande Ungheria, del paese con il gruppo nazionalista che canta agli eventi dei magiari i canti dei risentimenti per tutte le nazioni vicine (Karpathia).
Gli ungheresi sono un esempio quasi ideale del popolo dei becchini perchè ogni giorno festeggiano la Commemorazione dei Defunti, che non vogliono scappare dal cimitero e dai “pantheoni” nazionali che onorano vari guerrieri coraggiosi – ovviamente sul cavallo e con i baffi in alto.
E se per forza qualche ungherese vuole fuggire dal “conducto funerale” arriva al bordello, che sia quasi tutto Budapeszt – capitale europea dei film porno, per gli omosessuali e i vecchi di Austria e Germania, che desiderano divertirsi a meta’ del prezzo ovesteuropeo.
Penso che dobbiamo convincere tutta l’Europa e pure gli ungheresi che essi sono Sloveni dell’ Ovest.
Solo questo puo’ salvarli e portarli sulla strada mezzonormale dello sviluppo.
I treni ungheresi si dividono in varie categorie.
Quelli con piu’ confort sono quelli che fanno un corto percorso e che viaggiano nel nord e nell’ovest, meno comfort sono quelli regionali, e i peggiori di tutti sono gli Intercity che vanno in direzione Segedyna e Miszkolca.
Cioe’ al contrario dei treni polacchi.
La maggior parte dei capo-treni ungheresi prendono delle bustarelle e non se ne fregano di niente.
Ancora peggio sono le donne capo-treni.
Hanno da ridire su tutto, ce l’hanno con tutti.
In generale le disturba il fatto che la gente viaggia in treno.
I treni ungheresi in direzione Segedyn vanno con la forza dello slancio e del vento di Dunaj.
Al ritorno devono accendere i motori.
Gli ungheresi hanno un piccolo paese, ma due gigantesche stazioni nella capitale.
Il paese e’ diventato piccolo nel 1920 (quasi 2/3), ma le stazioni sono rimaste.
Gli ungheresi stanno in testa per far assomigliare la frontiera ungherese-serba alla fronteira fra cielo e inferno, ad una frontiera della civilizzazione e anticivilizzazione. Mentre da tutte e due le parti della frontiera a Roszke (Ungheria) e Horgos (Serbia) tutto e’ uguale.
Anche qui cresce peperone, la gente beve la stessa pălincă, pure i capi-treni serbi portano i baffi all’ungherese.
Nella piena notte ci hanno preso in fragrante vicino alla stazione (che non riusciva a vedere nessuno perchè era cosi buia) dalla guardia regionale, che doveva tenerci fino all’arrivo della guardia di frontiera. Ci tengono cosi 10 minuti in tre persone – due adulti e un ragazzo di circa 15 anni (forse era lo squat che doveva prendere altra specializzazione). Loro non sanno nessuna lingua a parte l’ungherese, allora la conversazione fa veramente ridere e non spiega niente. Il giovanotto da qualche minuto corruga la fronte, e dopo si avvicina da noi e dice che questa strada porta alla stazione, ma ora “road is not open” (arrotolano l’asfalto di notte o cosa?). Il suo inglese e’ modesto da paura, ma alla fine sappiamo qualcosa di concreto. Una situazione simile e’ accaduta dopo essere scesi dal treno alla stazione Tabanocxi alla frontiera macedono-serba, dove un uomo facendo vedere “le gambe” con due dita diceva “no,no” suggerendo che a piedi non passeremo la frontiera a Preszew.
Il comunicato era semplice, veloce. E deve essere cosi.
Alla fine la guardia ungherese ci porta – in due gruppi – al campeggio della froniera, dove non c’e’ il posto, allora dormiamo in pieno campo.
La guardia era ben educata e simpatica. Vabbe’, ma i nostri progenitori combattevano insieme contro i Turchi, gli Austriaci e i Russi.
E non solo una barile di vino hanno bevuto.

Radosław Zenderowski
( professore Università Wyszyński di Varsavia )
Articolo tradotto da MAGDA ed ANDRE86
( utenti del forum viaggiatorindipendenti.it )

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