Dinamite contro Lenin

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Chi viaggia in Russia, Bielorussia e Ucraina sarà abituato a vedere nei normali panorami e nell’ arredo urbano le varie statue, i mosaici o i busti raffiguranti Lenin ancora rimasti nei luoghi chiave della città , spesso si tratta della vecchia Piazza Lenina o della Stazione, oppure di parchi ma anche posti pubblici come poste o università a volte non rinunciano al loro legame con il passato e la storia.Soprattutto l’ Ucraina che ha da tempo allentato i suoi legami con la Russia, sebbene ne sia ancora dipendente energeticamente , economicamente e culturalmente, dopo l’ indipendenza e la rivoluzione arancione, vorrebbe disfarsi dei relitti del passato e cancellare i monumenti al leader della rivoluzione. Il dibattito è sempre lo stesso quasi ovunque e consta in due scuole di pensiero, la prima afferma che Lenin è un simbolo e i suoi successori sovietici hanno affamato l’ Ucraina, ne hanno distrutto la cultura e l’ hanno tenuta in scacco col terrore fino al crollo dell’ Unione Sovietica, i simboli della sovietizzazione andrebbero per queste ragioni rimossi.La seconda scuola di pensiero afferma invece e trova ovviamente maggiore successo tra gli strati più anziani e disagiati della popolazione ma anche tra molti storici che in ogni caso è ingiusto cancellare i simboli della storia e comunque le opere dell’ arte di quel periodo, in cui alla fine per alcuni non si stava poi così male.Per molti anziani il culto di Lenin o dell’ Unione Sovietica non è ancora finito e le ragioni sono molteplici e troppo complesse da sviscerare in questa sede.Passeggiando per Kiev recentemente mi sono imbattuto nell’unica statua di Lenin ancora presente e ben visibile in città , si trova in pieno centro all’ inizio del lunghissimo Shevchenko boulevard, era coperta da un telo verde e da impalcature che facevano supporre a qualche cantiere di restauro.Un banchetto con volontari e pensionati, alcuni poliziotti, bandiere rosse e una raccolta fondi mi insospettirono alquanto e chiesi delucidazioni, il restauro avrebbero dovuto essere fatto ma la causa vera e propria è stato un attentato dinamitardo che nel giugno di quest’ anno ha colpito e danneggiato seriamente il volto e il braccio destro di Lenin opera dello scultore Sergey Merkurov, datata 1946.C’è chi dice si tratti solo di un volgare atto teppistico, chi se ne rallegra, ognuno ha i suoi conti da regolare o da dire qualcosa a riguardo, la raccolta fondi servirebbe per rifare il lifting a Lenin con il marmo della Karelia usato in origine per la statua ma si tratta di una operazione comunque costosa.Non si tratta però di un episodio isolato ad aprile di quest’ anno a San Pietroburgo di fronte alla stazione di Finlandia un’altra bomba è esplosa provocando un enorme foro nella statua in bronzo in corrispondenza della schiena e di una gamba del padre della rivoluzione.La statua creata nel 1926, a due anni dalla morte di Lenin , lo raffigura appena tornato dall’ esilio in Finlandia arringare la folla in clima pre rivoluzionario.L’ attentato è stato rivendicato da un fantomatico gruppo di attivisti di stampo fascista, prendersela con Lenin per mascherare il vuoto e le difficoltà del presente non sembra però una risposta o una soluzione adeguata per guardare al futuro.Le statue di Lenin sono comunque a rischio di vandali e imbrattatori con vernici un po’ ovunque.

LUCA TOCCO

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