Verso l’Uzbekistan leggendo Moravia

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Ci sono viaggi improvvisati, altri ben studiati a tavolino , viaggi solo per vedere qualcuno o qualcosa: un amore, un concerto, una mostra, viaggi di puro divertimento per una festa o un carnevale, eppoi ci sono viaggi di carta quelli che si fanno sui libri e in qualche modo ti aprono una strada sognata da tanto tempo.
Qualche tempo fa ordinai su ebay ad un prezzo neanche basso un libro di Moravia ovviamente fuori catalogo e introvabile nelle biblioteche della mia zona, ma mai i miei soldi sono stati spesi così bene,
ora preparando il viaggio di settembre per l’ Uzbekistan : “Moravia un mese in Urss” è una guida preziosa per iniziare ad assaporare quello che sarà.
Il libro anche se può apparire datato 1958 ci mostra un Moravia non solo nella veste di uno dei più grandi scrittori italiani del 900 ma ci mostra un Alberto Moravia inedito viaggiatore, giornalista e capace di scrivere pagine di viaggio indimenticabili e sottovalutate sia a scuola sia in un Italia ingrata e che dimentica la sua cultura. Moravia ha viaggiato in tantissimi posti Gran Bretagna, Messico e Stati Uniti, Cina, Grecia, Brasile, Iran, Giappone, India ( con Pasolini ) e tantissime volte nell’Africa sahariana.
Rileggo avidamente le pagine dedicate a Tashkent e Samarcanda ” il nome stesso di Asia centrale evocava nella mia mente l’immagine di una ragione semidesertica, con città sonnolente fabbricate di fango secco, sole a picco, diroccate moschee ornate di maioliche azzurre , polvere, asini e mendicanti”.
Invece Tashkent gli apparirà molto diversa, sebbene un grande agglomerato urbano da 1 milione di abitanti come una città letteralmente sepolta nel verde e nella vegetazione ” viali alberati, freschi e ombrosi, simili a gallerie scavate nel fogliame, piazze che parevano boschi, parchi fronzuti e giardini fioriti ovunque “, e qui so di cosa sta parlando è la stessa impressione che mi ha fatto Almaty l’ ex capitale kazaka non certo tra le più belle città del mondo ma moderna, tranquilla, verde , sonnolenta come possono essere solo certi posti asiatici, ma con un mix russo slavo che fonde Europa ed Asia in maniera per me inedita e piena di sorprese con un coacervo di origini , tradizioni e lingue diverse.
Ma viaggiare in Uzbekistan è fare chilometri e chilometri nell’ immensa pianura che non finisce mai, nella steppa arida e piatta che va dal mar Caspio alla Cina, è sentirsi davvero lontanissimi da Mosca e dall’ Europa stessa, questa è la sensazione di un viaggio orizzontale ma anche verticale stile da Almaty ad Astana e dei mille chilometri di steppa che li separa.
Continuo a leggere, Samarcanda è posta su un altipiano a 700 metri, all’ inizio del quale ci sono due monti uguali che lasciano come un pertugio che ricorda una porta, per questo fu detta la porta di Tamerlano, passaggio obbligato che ripercorreremo per entrare ed uscire anche noi dalla città. Tamerlano non stava mai fermo andava e veniva da quella porta preparando guerre alla conquista di tutto quello che si immaginava esserci dal medio oriente, alla Persia, al Caucaso fino all’ India, alla ricerca di nuovi pascoli, vagabondando in totale assenza di confini naturali, senza mari , monti , fiumi attaccando i nemici come orde nomadi barbariche di cavallette.
“Passai per la porta di Tamerlano verso sera : il cielo era già pervaso dalla luce verde, limpida e funebre che precede la notte, i due monti a guardia del varco erano neri come l’ inchiostro di cina, il fiume scorreva tra i due monti come acque specchianti, color dell’ acciaio , qua e là ancora arrossate dalla luce del tramonto. si ha un bel volersi sottrarsi alla suggestione dei nomi… ”
Questa è grande letteratura senza dubbio, che ci prapara all’ ingresso a Samarcanda e alla moschea di Bibi Khanun devastata dai terremoti ma tra i monumenti timuridi più colossali e bellii, oggi restaurata, rispetto ai tempi in cui la vide lo scrittore, e alle sue gemme che fanno della città uno dei centri archeologici e artistici più importanti dell’ Asia , ma con un’ atmosfera fuori dal tempo e dalla storia.
Scrivo queste pagine ascoltando Borodin come suggerito dal ” maestro “.
Il viaggio è già iniziato, in attesa al più presto di avventurarmi da Tashkent all’ Aral nella patria di Tamerlano e Avicenna.

LUCA TOCCO

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