Riordinare le idee non e' mai semplice, siamo rientrati da circa 10 giorni e ancora le emozioni tornano su forti, e certi posti quasi ti piacciono di piu' a ricordarli o a rivederne le foto di quando c'eri. mi e' successo per esempio con Nikko, risistemando le foto ieri pomeriggio. Ma ne parleremo piu' avanti.
Siamo atterrati a Seoul sabato 25 luglio, intorno alle 10 di mattina. non siamo stati accolti esattamente nel migliore dei modi: pioveva che dio la mandava. guesthouse accogliente con due mici splendidi, ragazze che la gestivano gentili e carine, ma come siamo usciti per andare a mangiare siam poi dovuti rientrare per cambiarci perche' eravamo fradici. certo, il primo approccio al cibo coreano e' stato magnifico. speso due soldi e mangiato benissimo. e questo rimarra' per tutti e 6 i giorni che resteremo sul suolo coreano. ma Seoul ha avuto per noi effetti fortemente contrastanti. siamo arrivati convinti di trovarci in una capitale iper tecnologica al pari di Hong Kong e Tokyo, ci siam ritrovati di fronte a una realta' molto diversa. su indicazioni prese dal web visto il maltempo ci rechiamo nel pomeriggio del primo giorno nel cosidetto quartiere "elettronico" convinti di trovare chissa' che novita', ci siam trovati di fronte a negozietti squallidi, antiquati, dove manco sapevano cosa fosse una nano sim (!), dove riciclavano cellulari usati che qui in Italia diamo per giocare ai bambini. La patria della Samsung, c'e' sembrata al livello dell'Albania quanto a negozi di elettronica (circa una settimana dopo ci ritroveremo nel Sony Building a Ginza, Tokyo, e il contrasto e' troppo forte per non evidenziarlo). dopo aver letteralmente buttato due ore (e ovviamente esserci inzuppati di nuovo), prendiamo la metro (qui a Seoul, anzi in Corea perche' la riuseremo anche a Busan, esiste la carta T-Money che e' simile alla Pasmo in Giappone) e andiamo verso la Seoul Plaza. Qui un po' ci rianimiamo. La visione di questa splendida piazza con una bellissima biblioteca tutta in vetro e uno dei palazzi imperiali che si affaccia diretto sulla piazza, prima di cena, e' notevole. Per la cena andiamo (o meglio torniamo, visto che alloggiamo li') nel bel quartiere di Insa Dong. carinissimo, casette basse, tanti localini tipici... mangiamo in un locale che serve praticamente solo pollo condito in ennemila modi diversi, ottimo davvero. scopriamo presto che i dolci, almeno quelli serviti nei locali (non vale lo stesso discorso per crepes e gouffres prese dai chioschetti in strada) costano quanto una cena. fantastici eh. ma spendere 7 o 8 euro per una coppa gelato o un frappe' ci sembrano un tantino esagerati.
Il giorno dopo Seoul ci regalera' ancora una bella mattinata di pioggia (due palle...). ci rechiamo a visitare il Palazzo piu' importante dei 5 della citta', il DeokGung, che e' a distanza camminabile dalla nostra guesthouse. Fino a fine luglio gli ingressi sono gratuiti, penso sia una iniziativa del governo coreano per rilanciare il turismo (che e' in prevalenza asiatico: di occidentali nei nostri 6 giorni ne vedremo proprio pochi) dopo l'epidemia di mers. notiamo che in ogni edificio pubblico all'ingresso ci sono boccette di simil amuchina e disinfettante per le mani a disposizione, infatti.
Il DeokGung e' sicuramente il piu' bello dei palazzi di Seoul, ma almeno per me sa tutto molto di gia' visto. ha un feeling che ricorda la citta' proibita di pechino senza averne la magnificienza. insomma, interessante, ma almeno per me di certo non imperdibile. bellissimo invece il giardino segreto cui si accede con prenotazione e biglietto a parte (almeno il maltempo ci evita la folla oceanica) ma obbligatoria la visita guidata e la nostra guida era di un noioso che ZzzZzzZ.
usciti da li', siamo andati a mangiare nell'area di Insa Dong (di nuovo benissimo, mini ristorantino self service con della roba che ancora mi sogno) e poi a fare due passi per Bukchon, il quartiere vecchio, con le vecchie case tipiche coreane chiamate hanok (molto simili ai ryokan giapponesi, con le camere che si sviluppano attorno a un cortile interno). qui, finalmente con un bel sole, ci capita l'episodio piu' bello della parte coreana del nostro viaggio. mentre stavamo fotografando da fuori una di queste case si affaccia un signore sui 60, gentilissimo, con un buon inglese, che ci invita ad entrare e a far foto anche dentro. chiacchierando ci offre prima una ciotola di riso e del the poi ci invita anche a cena ma qui decliniamo che' ci sembrava troppo. siam stati con lui a chiacchierare una mezz'oretta, e' stata proprio una bella esperienza, di quelle che ormai capitano raramente (a me in vietnam e' successo spesso ma non te l'aspetti in una metropoli come Seoul. altro segnale, almeno questo positivo, che cosi' moderna poi non e').
il pomeriggio lo passiamo nel quartiere di GangNam (che non e' niente di speciale, non fatevi abbindolare dalla canzone. molti uffici, molti negozi... quelli si' parecchio moderni), dove si trova una delle cose piu' belle viste a Seoul, il tempio di Bongeounsa, uno dei piu' bei templi buddhisti che abbia visto, e ne ho visti tanti. il suo essere immerso in mezzo ai grattacieli di GangNam eppure essere lo stesso un oasi di pace lo rende unico. imperdibile. Purtroppo le mappe non segnalano l'apertura di una fermata metro a 50mt dal tempio e noi ci siam fatti quasi 400mt a piedi, ma e' il meno.
la serata con cena la passeremo sulla Seoul Tower. troviamo un'offerta per cenare (non all'ultimo piano ma comunque con una bella visuale) interessante (la cena era anche buona) e poi saliamo all'ultimo piano. La vista e' veramente spettacolare. Ma la torre forse e' piu' bella da fuori che da dentro. Tutta illuminata, con dei bei giardini sotto...
Ci fermiamo a bere qualcosa a Insa Dong e poi a nanna.
Il giorno dopo, ultimo a Seoul, visitiamo il palazzo reale (altro dei 5), l'unico aperto al lunedi'. non bello come il Deokgung, ma immerso in un contesto di giardini e laghetti veramente piacevole, se c'e' un po' di sole (l'ultimo giorno e' stato il migliore, mai pioggia, ogni tanto un po' di sole). Verso ora di pranzo ci dirigiamo al Namdaemun market. spettacolare. Mi ha ricordato i mercatini di Sham Shui Po ad Hong Kong. tanta gente, tante bancarelle colorate che vendono di tutto, tanti ristorantini a due soldi e buonissimi, ci divertiamo un sacco, ma comunque due ore sono piu' che sufficienti per girarlo... e qui ci sarebbe piaciuto non fosse stato lunedi', per poter per esempio visitare il memoriale di guerra delle due Coree purtroppo chiuso. Pazienza, torniamo nell'area dove alloggiamo, tra Insa Dong e Bukchon, il tempo finalmente e' bello, sereno e sole, e ci godiamo il pomeriggio qui. La mattina dopo partiremo per Busan.
Rinnovo le mie impressioni gia' espresse in altro topic su Seoul: non e' Tokyo, non e' Hong Kong, ma non e' neanche Bangkok. Per essere caotica, sporca disordinata e per nulla moderna senza avere il feeling il colore e la sensazione che ti da' una citta' come Bangkok... insomma, ioa Seoul non tornerei. non potrei dire lo stesso della Corea, mi spiace non aver potuto vedere Gyeonju (col senno di poi avrei sicuramente tolto un giorno a Seoul per andarci), ma Seoul mi ha dato sempre e costantemente l'idea del "vorrei essere tokyo ma non posso". il vero cuore della citta' e' la sua parte piu' antica. i grattacieli di GangNam sono anonimi brutti e incolori. Insa Dong e Bukchon due gioielli, che van preservati.
En passant, anche i coreani in generale mi son sembrati molto "vorrei essere giapponese ma non posso". visto che ormai sono una nazione indipendente sarebbe anche bello si svincolassero un po' dall'ombra del Giappone. Comunque a Busan l'aria respirata era veramente diversa.
(to be continued)
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