Caos Catalano

In questa sezione del forum si può discutere di tutto ciò che riguarda notizie, storia, fatti riguardanti le varie località.

Caos Catalano

Messaggioda Maxdivi » 25/09/2017, 13:47

Una raccolta di alcune considerazioni su quanto sta avvennendo a Barcellona e dintorni:

Blitz della Guardia Civile negli uffici del governo catalano per impedire il referendum relativo all'indipendenza, con ben 14 arresti ( ora rilasciati ). Nella notte sono scese circa 40'000 persone in piazza a manifestare.

In genere gli indipendentisti veri catalani piu' accesi coincidono con l'estrema sinistra locale, fautrice di uno stato autonomo e repubblicano.

Diversamente i pezzi da novanta degli anni novanta e primi duemila erano dei conservatori che aspiravano a larghe autonomie ( ottenute ).

Gli indipendentisti di "comodo" e ne ho gia' parlato, e sono altri pezzi grossi sono analoghi agli scozzesi, ossia buttano in mezzo lo spauracchio secessionista semplicemente perche' puntano al soldo.
Cioe' il nodo di Gordo della questione e' semplicemente la fiscalita', magnati e pezzi grossi polticanti e funzionari puntano a ciucciarsi tutta la cassa ( alla catalana la caixa asd che e' pure il nome della nota banca locale ) tenendo lontana Madrid.
Considerata la Catalogna e' un bel pacco di soldini.

Aggiungo una mia considerazione personale. queste manovre politichesi locali non fanno bene alla Catalogna intesa come societa' e comunita' di persone. Tutti questi polveroni voluti solo da alcuni e non di certo dalla maggioranza dei catalani non fanno altro che inimicare ( per intero senza distinzioni ) il popolo e la cultura catalana nei suoi aspetti nei confronti del resto della popolazione spagnola. O quantomeno a creare freddezza e distacco nei confronti di Barcellona e dintorni.
E' una cosa che ho notato nel mio recente viaggio in Andalusia, che gia' di suo e' da sempre lontana per vari motivi ( storici, geografici, culturali, ecc.) dalla Catalogna.

Per dirla in breve nell'occasione dell'attentato di Barcellona di agosto, si c'e' stato dispiacere e rammarico, per carita', seguito anche in tivu', ma e' stato tutto come se fosse avvenuto in un paese straniero, con le autorita' catalane che raccontavano l'accaduto in catalano prontamente sottotitolato o doppiato da voce fuori campo dalla tivu' andalusa. E' stato come se l'attentato fosse accaduto in Francia per dire. Se una persona non avesse visto sul web o in tivu' per il resto tutto normale con la gente che continuava a godersi le feste estive andaluse senza variare neanche un minimo i programmi festivi ( al contrario di quanto per esempio avvenuto da noi ad Amatrice, dove col terremoto molti eventi locali furono sospesi ).
In altri momenti invece ho colto delle battute dei locali su Barcellona, ormai considerata una localita' di superbi ( un po' alla San Francisco negli Usa da parte dell'americano medio ).


Ho guardato le immagini stamane presto ( giorno post blitz ndr ). Appunto gli estremisti di sinistra repubblicana ( bandiera catalana stellata ) di cu si parlava. Per Barcellona 40'000 persone sono poche.
Certo l'intervento della Guardia Civile ( non polizia nazionale attenzione ) e' un evento assolutamente eccezionale in Catalogna.

Nei momenti di più alta mobilitazione sono scese in piazza pure un milione di persone, in realtà come in Scozia all'incirca metà* della popolazione catalana se ne vorrebbe andare ( meta' a cui vanno sottratti gli indipendentisti di comodo, i "fiscali", accontentabili concedendo l'amministrazione dei soldini )
Ma non e' successo stanotte. Stamane ho visto solo vessilli stellati.

Per altro ricordiamo che ci sono state manifestazioni unioniste dell'altra meta' tempo fa in Plaça Espanya mi pare.


Qualcuno dovrebbe spiegarmi le differenze tra l'identita' nazionali catalana e quella andalusa. Da giustificarne uno stato autonomo per i primi e non per i secondi. Forza e coraggio.

Qua nessuno mette in dubbio le peculiarita' catalane. Quando ero piccolo ero un fan sfegatato di questi secessionismi ( comprai il dizionarietto tascabile italiano-catalano a 13 anni ad esempio asd ) .

Poi crescendo ho capito due cose:

Primo le secessioni-nazionalismi per il 99 per cento ( specie in europa ) sono una truffa dei politicanti locali per accaparrarsi soldi e poltrone ( in Catalogna potremmo parlare dal vertice a scendere ad esempio del vecchio Puyol che fu, Jordi, non Carles il giocatore asd ).

Secondo, l'unione fa la forza. E' inutile interstardirsi sui campanilismi quando sei una formica mondiale rispetto a giganti economici. Per quanto tu possa essere ricco resti una formica. Una Gibilterra ricchissima senza Londra non va da nessuna parte per dire, pur avendo le sue peculiarita' ed i suoi soldini.

Ripeto, i passionari della costellazione repubblicana-comunista catalana non li sto proprio considerando. Questi qui e' chi ci si butta per convinzione idealistica ( e tizi cosi' li trovi anche in veneto, sicilia, ora anche napoletani duosicilianisti ecc. e ne ho conosciuti a bizzeffe ) o chi inciucia ( alla stregua di un sindacalista che inciucia col padrone della ditta ) per avere la propria "mancetta" o privilegi. E' non e' una cosa nuova l'accordo-spauracchio indipendentista, il primo "baronato" Puyol post epoca franchista venne partorito proprio da un accordo liberal-democristiano coi comunisti-repubblicani. Con i socialisti all'opposizione.

La Germania non va nominata, ha il suo sistema federale ed i bavaresi come altri hanno il controllo delle loro finanze, che e' una spartizione dei poteri locali, collossi finanziari-industriali, chiesa cattolica bavarese compresa. Il tutto ripartito da un reset del 1945. In Spagna queste cose non le puoi fare oggi nel 2017. Il reset parti' nel 1936, ebbe un suo sviluppo, seguito da un rimpasto-rimaneggiamento col ritorno monarchico. oltre questo non ha senso andare. Crea troppi ed ulteriori squilibri. La costituzione fu votata da tutti del resto e non e' cosi' lontana nel tempo.

Se va fatta un'ulteriore discussione e proposta di modifica cio' deve essere preceduto da colloqui concertatti tra tutte le parti, non da dichiarazioni unilaterali che scavalchino l'autorita' centrale. In Scozia si e' discusso, qua no. Partorito da un accordo Cameron-Snp. Il referendum ( burla ) si sarebbe fatto, in caso di bocciatura comunque si sarebbe ridiscussa la situazione scozzese e Cameron si sarebbe schierato per il <<Remain>> nell'altro referendum ( burla ), compattando con gli scozzesi.

Qua i democristiani-libarali catalani invece hanno semplicemente accordato coi repubblicani di sinistra catalani per far passare il voto scavalcando Madrid. Con Rajoy non ci ha parlato nessuno ( al massimo han parlato con Podemos ).
In poltica non si fa niente per niente. Se Rajoy non riceve niente non fara' niente.

C'e' lo strascico franchista obiettivamente, ma da allora siamo anni luce avanti politicamente per la Spagna parlando di decentramento ed autonomie.

Cioe' in Catalogna ( ma anche altrove ) si e' avuto tutto fuorche' l'indipendenza ed idee strampalate ( tipo il passaporto catalano, che obiettivamente non si puo' fare ).

C'e' la moda, c'e' la tradizione pure.

Certo e' che se un partito si mette a predicare un giorno si e l'altro pure che la causa di ogni male sia stare con Madrid e che l'unica via di prosperita' sia l'indipendenza, qualcuno che ci crede e ti segue lo trovi eccome. Affondi il coltello nel burro.

La storia e' la storia, ed anche la storia e' fatta di soldi.
In Spagna tutti sanno che il 90 per cento delle rivolte catalane medievali contro l'Aragona ( quindi ancora non Spagna unita ) venivano fuori da movimenti nobiliari catalani che reclamavano a Ferdinando la volonta' di non pagare le tasse, non pagare gli eserciti aragonesi, ecc. ecc. Salvo poi essere i primi a giurare fedelta' quando e se Ferdinando li accontentava sulla cassa, e pur essendo questi nobili catalani i primi a reclamare guerre verso la Francia, continue, per il possesso del Rossiglione ( Catalogna francese, quindi Perpignan ).
Nonche' i primi ad ingrassarsi anche con la Riconquista, quando sono gli eserciti catalani a calare sulla regione di Valencia ( ecco perche' oggi il valenzano e' piuttosto simile al catalano come linguaggio-dialetto ). O pretendendo sempre dal Re di Aragona la conquista delle baleari per proteggere ed allargare i commerci catalani. Arricchendosi espandendo i territori-porti catalani a diretta competenza. Cacciati i musulmani si faceva spazio ai coloni catalani. Ed ecco barcellona regina del mediterraneo occidentale fino alla scoperta delle americhe.

Anche l'altro gruppo indipendentista ha la sua storia trita e ritrita, quindi la parte popolana ( legata ai movimenti comunisti o quelli anarcosocialisti quasi sempre intenti a scannarsi tra loro), che fece la parte del leone a fine ottocento e nel novecento, con l'industrilizzazione fino all'arrivo di Franco nel 1939.

Per i parlamenti/assemblee ognuno ne aveva, i "fueros" fanno parte della tradizione iberica. Aragona potrebbe lamentarsi di aver perso i suoi storicamente.

Ognuno tiene alla sua autonomia ed ognuno ha la storia che potrebbe supportarlo. Cosi' come le sue peculiarita'. E' cosi' per la Navarra che potrebbe reclamare di essere stata annessa di forza, e' cosi' per le Asturie che si sentono la sola e vera Spagna ( <<Asturias es España y lo demás tierra conquistada.>> ) e' il motto che orgogliosamente dicono gli asturiani quando si infervorano. E certamente regioni come l'Andalusia o la Galizia per legge hanno il diritto di definirsi come << nazioni costituenti la Spagna>> analogamente alla Catalogna.

Per dire anche il leonese ( Leon ) viene considerato come una lingua neoromanza ( alla stregua del catalano o del castigliano, ecc. ) e Bruxelles prescrive come lingua a rischio scomparsa da preservare.

Facendo un paragone matrimoniale...se tu sei sposato ad una determinata moglie si presume che ci siano stati dei motivi per i quali ti ritrovi a condividere la tua vita con questa e non con un'altra. Motivi che possono essere di affinita' varie o semplicemente perche' ti e' stato piu' facile e spontaneo ( o inevitabile ) averci a che fare perche' abitava alla porta accanto.
Esiste il divorzio consensuale ( o la battaglia legale, cosi' come esistono i litigi domestici ) ma per il divorzio dovrebbero esserci i motivi concreti per questa separazione.
A me non sembra che in Catalogna se la passino male ( anzi dalla meta' degli anni ottanta con l'aiuto di tutta la Spagna per riconvertirsi e rilanciarsi hanno avuto un boom da farne una localita' famosa e' nota per tutti oggi, corsa partita dalle Olimpiadi del 92 ). Ne' mi sembra che Madrid negli ultimi anni abbia agito per ridurre o eliminare le autonomie di Barcellona, ne' le rappresentanze.

Discorso diverso appunto la Crimea del 2014. Che di colpo si e' vista cancellare ad esempio il diritto al trilinguismo ( ucraino, russo, tartaro ) ed ha subito passivamente un golpe palese allo stato centrale a Kiev senza il diritto di far sentire la sua opinione in merito.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 25/09/2017, 14:56

Ciò che dissi a un amico catalano qualche anno fa: oggi vi lamentate che le vostre tasse servono a pagare i debiti dell'Extremadura, domani serviranno a pagare quelli della Grecia :mrgreen:
Sempre ammesso che la neonata eventuale repubblica catalana riesca ad entrare in Europa, cosa di cui dubito fortemente perché la Spagna metterebbe il veto. E la Catalogna senza Europa non va da nessuna parte.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Maxdivi » 26/09/2017, 12:25

Samusadork ha scritto:oggi vi lamentate che le vostre tasse servono a pagare i debiti dell'Extremadura, domani serviranno a pagare quelli della Grecia :mrgreen:


<<Madrid Ladrona>> invocano molti catalani.

Merito-demerito e' di chi politicamente predica e della moda recente.

Noi abbiamo <<Roma Ladrona>>.

in Lombardia-Veneto non ci abito e non ci pratico. Pero' posso dire che se si viene giu' a Napoli oggi come oggi si trova tanta ma tanta gente filo De Magistris che crede davvero nella possibilita' e nella concretezza non dico dell'indipendenza di Napoli-Campania, ma quantomeno nell' "autogestione duosiciliana" della citta' :sisi: .
Dieci anni fa a Napoli tutto questo ( comprese bandiere bianche duosicliane sventolanti, gadget e tatuaggi borbonci :shock: ) non si vedevano affatto.

Barcellona e' analoga. Il nodo e' solo fiscale per il centrodestra locale. Che andalusi o castigliani siano sanguisughe statali e' una leggenda metropolitana che aleggia tra i banchi della Bouqueria ( dove se facciamo una sondaggio di quanti prodotti catalani si trovano rispetto a quelli andalusi, castigliani, ecc. piu' di qualche sorpresona la troviamo, rendiamoli prodotti esteri sottoposti a dogana e poi vediamo cosa vendono ai turisti e a che prezzi e come cambia il guadagno asd ;-) )

i catalani non hanno votato la costituzione spagnola?

A me risulta che l'abbiano votata eccome, poco piu' di 30 anni fa. I democristiani-liberali catalani la votarono, sempre autonomisti, mai indipendentisti. Chi, nel suo piccolo, non l'ha votata e nel suo passionario intento resta coerente sono i partiti repubblicani di estrema sinistra. Ed a questi ultimi, una minoranza, non si puo' dire nulla.

La relazione ed il rapporto attuale e' stato istituito in maniera biunivoca dalla fine del franchismo. Comunita' autonoma si sono costituti i catalani. Le leggi se le fanno i catalani. Le autonomie le hanno ritoccate ed ampliate i catalani ( 2006 ). Il bilinguismo, l'istruzione, la sanita', le forze di polizia catalane, ecc. ecc.

c'e' da dire che anche Barcellona metropolitana e' una citta' cosmopolita, non e' che ci siano solo catalani "vecchio stampo", tanta ma tanta gente dall'Andalusia, dal resto della Spagna ed anche dal latinoamerica ci si e' trapiantata da generazioni...e se si dovesse votare credo proprio voteranno "No". Con buona pace dell'indipendentismo-populista creato da Mas in questi utimi dieci anni come risposta-ricatto politico alla crisi economica. Anche perche' questa gente per diritto degli statuti regionali mantiene tutti i collegamenti con la comunita' autonoma originaria di cui fa parte ( un asturiano che vive a Barcellona per lo statuto delle Asturie gode e puo' reclamare se vuole tutti i diritti di un asturiano di Oviedo ).

Essendo questo un froum di viaggiatori esperti, molti sapranno che a barcellona esiste un museo dell'Immigrazione. In cui uno dei pezzi piu' importanti e' un vagone del treno El Sevillano, che faceva la spola da Siviglia a Barcellona per portare valanghe di immigrati andalusi in Catalogna. immigrati che hanno contribuito alla prosperita' attuale catalana lasciando la propria terra. Lo stesso Picasso fece questo percorso ad inzio secolo scorso assieme alla famiglia.

Prima si parlava di che coscienza avessero i giovanissimi catalani. Su questo ci sarebbe da dire che l'autorita' locale gestisce e controlla la televisione Tv3 catalana ( pagata coi soldi, tanti, di tutti gli spagnoli ) che fa un propraganda martellante e faziosa, ma soprattutto la Generalitat e' in posssesso dell'istruzione e dei programmi scolastici.
Col risultato di aver creato una scuola catalana ultranazionalista che spesso presenta la Spagna unitaria come uno stato oppressore secolare ed alimenta il sentirsi "diversi".

Il castigliano e' ridotto quasi come lo studio di una lingua straniera a poche ore settimanali. Valanghe di docenti non catalani hanno perso il loro lavoro inevitabilmente perche' non sanno il catalano, quando quasi meta' dei residenti non sono di madrelingua catalana e magari sono figli di immigrati di altre regioni che hanno sgobbato per rilanciare quella stessa economia catalana, prima accolti a braccia aperte ora non possono nemmeno studiare la propria lingua madre come primaria ( 2 o 3 ore settimanali di spagnolo mi pare, lingua veicolare e' il catalano ).

Lo spagnolo in Catalogna ad ogni modo si "salva" perche' comunque resta una lingua troppo comune col conseguente uso comune e a Barcellona e dintorni continua ad arrivare gente da ogni dove con cui lingua per rapportarsi resta lo spagnolo. Ma e' normale che sempre piu' i giovani scolari si identifichino col catalano e poi si portino appresso questa cosa ( invece lo spagnolo nei paesi baschi si salva ancor meglio per essere una lingua nettamente piu' viva e rapida dell'arcaico basco ).

Il "noi e gli altri" lo crea per prima la scuola se e' male indirizzata, cosi' come in Bosnia ( dove si hanno addirittura oggi classi e programmi separati, con ciascuno che racconta faziosamente la sua storia ).
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 30/09/2017, 11:04

http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/30/news/referendum_catalogna_indipendenza_barcellona-176917191/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1

Primo incidente di una certa gravità, spari con un fucile ad aria compressa contro un seggio, con 4 feriti lievi. Secondo La Vanguardia nessuno ha necessitato di cure mediche, quindi si tratta davvero di una cosa da nulla. Simbolicamente però è un atto grave. Vediamo se qualcuno lo cavalcherà per alzare ancora di più la tensione. La sensazione prevalente per quanto mi riguarda è che nessuno dei due fronti volesse davvero arrivare alla rottura ma entrambi si siano spinti tanto in là (almeno a parole) da non poter più tornare indietro. Situazione molto pericolosa perché da entrambi i lati si agisce per costrizione più che per convinzione.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 30/09/2017, 11:09

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Re: Caos Catalano

Messaggioda Lebowski » 02/10/2017, 13:57

Non conosco la Costituzione spagnola e non so quindi quanto sia legittimo per una regione, anche se autonoma, proclamare un referendum indipendentista.
Però mi colpisce il silenzio dell'Ue che, come Ponzio Pilato, afferma "è un fatto interno alla Spagna" (ma se la Spagna fa parte dell'Unione non dovrebbe essere anche un fatto interno all'Unione stessa?).
Il punto è che qualora si affermasse l'assurdo principio di autodeterminazione dei popoli si legittimerebbero altre situazioni "interne" a mio parere addirittura più legittime di quella catalana.
Insomma, questo referendum crea un pericoloso precedente.
Solite cose: si fa riferimento a vicende storiche.
Cosa potrebbero dire i fiamminghi belgi, dato che lo stesso Belgio nacque per unione dei cattolici olandesi con i già cattolici valloni? Gente che parla un'altra lingua e che, a parte le differenze religiose (oggi molto meno importanti di allora), è sicuramente più simile agli olandesi con cui conviveva e non solo per lingua?
E la Baviera? A Monaco capita di leggere "Freistaat Bayern" ogni tanto sulle targhe. Se i catalani fanno riferimento a vicende del 1700, la Baviera fino a epoche più recenti aveva una sua famiglia reale, un suo ordinamento, una sua cultura (addirittura se non si era cattolici non si poteva neppure risiedere sul territorio).
Nella stessa spagna, se guardiamo alle differenze culturali sono molto più distanti i baschi che parlano una lingua completamente diversa (il catalano è comunque latino e molto simile allo spagnolo).
Mi fermo qua ma ne potrei citare molti altri per l'Europa.
Cosa facciamo? Stiamo in silenzio? Legittimarlo potrebbe essere molto pericoloso. Da un referendum a focolai di guerre per il continente il passo non è poi così lontano.
Mi auguro vinca Madrid. Mi importa poco di quanto abbia o no ragione Barcellona. Il precedente è molto rischioso. Forse troppo. Sicuramente abbastanza pericoloso da prendere posizione e schierarsi, piuttosto che lavarsene le mani.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 02/10/2017, 14:14

Madrid è stata fessa.
Avrebbe potuto disinteressarsi completamente del "referendum" (fra virgolette in quanto giudicato non valido dalla corte costituzionale), invece che andare allo scontro "obbligando" di fatto i cittadini a scegliere un campo o l'altro. Fra l'altro pur con questa polarizzazione alla fine meno della metà degli aventi diritto sono andati a votare in Catalogna.
Un risultato come quello di oggi, sbandierato dai separatisti come una vittoria, sarebbe stato considerato deludente se il "referendum" non fosse stato caricato. Madrid avrebbe potuto dire "vedete? Solo il 38% degli aventi diritto ha votato per il Sì".
E se Puigdemont e c. si fossero ostinati a dichiarare l'indipendenza (cosa che comunque continuo a pensare che non faranno, a maggior ragione se a Madrid cadrà Rajoy) avrebbero avuto pochissima credibilità. Ora invece possono ammantarsi del ruolo di difensori della democrazia contro l'ottusa repressione del governo centrale.
Il punto di non ritorno è pericolosamente vicino. Chiaramente in presenza di una dichiarazione unilaterale d'indipendenza la Spagna non avrebbe altra scelta che schierare l'esercito e dichiarare lo stato d'emergenza in Catalogna.
Spero invece che i catalani si ritengano soddisfatti del vantaggio acquisito e cerchino una sponda a Madrid nei socialisti per far cadere il governo e ricominciare la discussione da capo con un nuovo governo. Il problema principale riguardo questo scenario è che proprio fra i socialisti ci sono posizioni ancora più intransigenti che fra i popolari, dovuti al fatto che una grande base elettorale socialista come l'Andalusia e le altre regioni del sud sarebbero le più penalizzate da una Spagna federale.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Maxdivi » 03/10/2017, 20:52

Raccolta di miei interventi sparsi delle scorse giornate, sono un po' lunghi:

PRE REFERENDUM



Infatti non stanno applicando la legge o la stanno contravvenendo. Premesso che tutti sono stati rilasciati ( proprio per non aizzare gli animi ), il funzionario locale, ad esempio il capo della polizia catalana si sta rifiutando di fornire la sua assistenza e porsi sotto la concertazione della polizia nazionale. E Madrid, nonostante questo tizio faccia lo sbruffone su Twitter, ci sta chiudendo un occhio e non impone la rimozione ( la nomina e' competenza catalana ).
Stessa cosa i funzionari catalani della generalitat, ora stanno stampando schede non legalizzate, ieri non rispettavano la decisione di impartire un numero minimo di ore di spagnolo scolatisco, ecc. ecc.

E' un tira e molla logorante.

Non puo' permettersi altre mosse dal punto di vista istituzionale. Il sistema spagnolo ha una colpa, quella di essersi piegato a logiche partitiche che lo hanno fatto procedere a macchia di leopardo. In alcune regioni si ' e concesso, in altre si e' negato. I baschi-navarri hanno la loro fiscalita', come contentino per appianare il conflitto armato. In Catalogna niente conflitto armato, niente fiscalita', ma i democristiani-liberali catalani, sempre autonomisti ma mai indipendentisti fino al 2007, hanno sviluppato gelosie nei confronti di Vitoria, reclamando cio' che e' rimasto delle cose che non hanno.

Continuare a dare provocherebbe ulteriori gelosie con reclami futuri possibili di altre regioni, a partire dalle vicine Baleari, poi Valencia, ecc.

Non se lo puo' permettere il Pp nazionale dal punto di vista politico, perche' non ci guadagna nulla. Nessuno ha mai trattato ( nonostante gli appelli e le strizzate d'occhio ). Il Partito socialista catalano e' federato col nazionale Psoe. Invece i democristiani catalani sono in regime di concorrenza elettorale col Pp nazionale. E' un fatto da considerare. E non e' un caso che le concessioni maggiori Puyol e Mas le abbiano ottenute dai rivali del Pp del campo opposto a Madrid, ossia proprio il Psoe.

Posso solo dire che il senato spagnolo fornisce una rappresentanza alle comunita' autonome spagnole ( che voleva copiare Renzi ), e che Andalusia e Catalogna sono le piu' popolose tra queste comunita'. La classe dirigente catalana ha il controllo della sua regione. Madrid non ci mette becco, e certamente gli accordi Puyol prima e Mas poi hanno portato investimenti pubblici a fiumi in Catalogna. insomma abbiamo una citta' che e' stata rifatta nuova negli ultimi 30 anni. E nondimeno storicamente testa industriale del paese con energia idroelettrica proveniente da altrove.


In realta' la Catalogna nel 2012 ha chiesto aiuto allo stato centrale per coprire il suo buco regionale. La Catalogna e' in pesante passivo a causa di spese folli di malgestione locale. I funzionari arrestati prendono al mese piu' di Rajoy ad esempio. Il centrodestra locale ovviamente ha detto che la colpa del buco nero e' dovuta alle troppe tasse versate a Madrid. Secondo loro, se gestissero le tasse in maniera esclusiva non avrebbero problemi di bilancio.


Sai che direbbero lo stesso anche alle Baleari? In dieci anni il capoluogo di Maiorca ha cambiato tre volte nome. Da Palma di Maiorca, a Palma, e di nuovo a Palma di Maiorca. A seconda delle volonta' politiche del sindaco popolare o socialista, si e' rasentato il ridicolo su questioni come questa in tutta la Spagna: << Palma di Maiorca e' nome imposta da Madrid. i maiorchini non necessitano di precisazioni, tra noi ci diciamo soltanto che siamo di Palma>>. Ed ora daje con l'orgoglio balearico ( dove anche qui si parla un dialetto catalano e si punta ad agevolazioni pari a quelle delle Canarie o perche' no si puntera' all'unione dei Paesi Catalani indipendenti unendosi a Barcellona ).


se il partito catalano fosse stato incluso in coalizioni di governo come la CSU o la LN ci sarebbero stati molti meno problemi, Ci si e' sempre provato, non ci si e' mai riusciti. E' stata la strategia vincente di Puyol per ottenere cariche e deleghe di poteri e competenze da Madrid, nonche' investimenti pubblici. Ed ecco l'eterna lotta tra centrodestra locale e quella nazionale. Quella che vedi oggi e' una battaglia tra forchettoni democristiani, entrambi gelosi gli uni degli altri. Con i comunisti, marxisti, troskisti e qualche anarchico superstite usati per mettere un po' di petardi in piazza.
Sono sempre stati solo autonomisti il centrodestra. L'indipendentismo e' un grimaldello politico di Mas dal 2007, post bolla del mattone e crisi finanziaria. La verita' e' che il boom catalano e' finito. Oggi i capitali-investimenti sono attratti da piu' poli diversi.

Solo che oggi il catalanismo e' strumentalizzato ed esasperato. Come altri -ismi iberici periferici.

Il referendum e' incostituzionale per tre motivi:

Uno perche' viola la costituzione spagnola che prescrive l'indivisibilita'. La Guardia Civile agisce come polizia giudiziaria, sotto mandato della magistratura ( anche catalana, l'ordine viene da la' ). Ma non e' stato varato alcuno stato di emergenza speciale per la Catalogna ( ecco che quindi possono manifestare ).

Due perche' il parlamento catalano non ha le competenze previste dalla legge per indire un referendum secessionista. Quindi viola anche lo Statuto della Catalogna. E' sua competenza l'istruzione, sanita', ecc. ma non la Secessione unilaterale.

Tre perche' viola la necessaria maggioranza dei 2/3 del parlamento catalano per apportare eventuali modifiche allo statuto di Catalogna ed arrogarsi eventuali competenze ( comunque anticostituzionali ). Hanno portato avanti tutto a maggioranza semplice.

E' da notare, torno a dirlo, che costituzione spagnola, statuto della catalogna, ecc. sono stati tutti votati dagli organi parlamentari relativi e sottoposti a voto referendario diretto di tutti i catalani e gli spagnoli. In maniera democratica. Non vedo altro modo o maniera con cui uno stato centrale possa intervenire di fronte a dei suoi funzionari che non stanno applicando la legge, stanno facendo cose di non loro competenza e per le quali non sono stati votati come carica-funzione.

Se c'e' qualcosa di non Costituzionale mi aspetto proprio che sia la magistratura a dirlo...e chi se non questa?

Ed aggiungo una considerazione personale: e' giusto-corretto che un capo di stato, in questo caso il giovane Re Filippo, venga sommerso di bordate di fischi anche quando viene a Barcellona per omaggiare le vittime di un attentato-far sentire la sua vicinanza in maniera pacata e pacifica e non politica alla popolazione come rappresentante di tutto il paese?

Non ci scherzate su questi procedimenti politici che una volta partiti fanno palla di neve.
Facciamo fare il referendum con le schede stampate coi simboli di entita' statale regionale, la Comunita' autonoma di Catalogna. Convocato dalla Generalitat.

Vince il si. Anche e soprattutto se andra' a votare soltanto quel 30-40 per centi indipendentista ( gli unionisti capeggiati dai socialisti hanno gia' invitato al boicottaggio o comunque all'astensione per dire ).

Il passaggio successivo e' la Dichiarazione unilaterale di indipendenza. Con "picchettamento dei confini per garantire la sua sovranita' ( forze paramilitari, cioe' i Mossos, le ha ). Un fatto ancora piu' grave e non legale cui lo Stato dovra' porre rimedio con forza maggiore.

La Guerra in Jugoslavia e' cominciata cosi' ragazzi.

Ed alla finestra ci sono altre Comunita' autonome che guardano la situazione pronte a pretendere lo stesso se i catalni verranno accontentati. A partire dagli altri paesi Catalani ( Baleari, Valencia ) con i quali una delle formazioni di estrema sinistra fautrici del referendum, il Cup propone come obiettivo ultimo palese di unificarsi.

Ecco che lo Stato unitario se vuole salvarsi non puo' permettersi di lasciar fare manovre illegali per i suoi statuti democraticamente eletti.


Non e' un processo alle intenzioni. Materiale per portare alla sbarra un bel po' di gente a mio giduzio c'e' ed eccome. Si cerca, tuttavia, di non alzare i toni.

Dire che una cosa non ha valore legale non vuol dire che non abbia conseguenze de facto.

In Kosovo il parlamento di Pristina ha votato l'indipendenza. Poi proclamato unilateralmente l'indipendenza. Per Belgrado cio' non ha valore, non riconosce la secessione de iure. Ad ogni modo Pristina e' formalmente indipendente. Senza possibilita' di invadere la regione ( per motivazioni internazionali ) il Kosovo e' formalmente indipendente chiedendo riconsocimento.

Primo passo: si vota.

Secondo passo:si prende atto del voto e si secede.

Terzo passo: si chiede riconsocimento internazionale.

Quarto passo: se necessario si combatte con le armi per difendere il risultato del voto.

In Crimea si e' fatto un referendum per Kiev illegale e di valore nullo. Cio' non toglie che Simferopoli, con l'aiuto di una forza di difesa russa, il referendum lo ha fatto comunque ed ha chiesto, preso atto del voto, la secessione unilaterale con annessione seguente alla Russia.

Tutto illegale per Kiev. Considerando pero' che anche Kiev in quel momento non rappresentava la legalita' l'esempio secessionista si differenzia.

Ed il pensare che teste calde secessioniste, e che certe realta' e fatti si nascondano soltanto al di fuori dell'Europa occidentale e' un errore marchiano.
Dare spago a chi semina vento porta solo tempeste.

Se volessimo essere fiscali e severi il tizio dei Mossos rischierebbe.
Rischierebbe ( non esiste condanna automatica, cio' sarebbe giudicato torno a dirlo ) perche', Codice Penale alla mano ( vedi sopra nell'altro mio intervento ):
:
- sottrae un corpo militare-paramilitare all'obbedienza del governo

-si e' espresso in maniera calunniosa, ingiuriosa a mezzo web, stampa nei confronti della famiglia reale

-calunnie, inguirie e minacce al Governo nazionale, tribunale Costituzionale, tribunale superiore di una Comunita' autonoma

-oltraggio ed offese verbali e scritte alla Nazione Spagnola


I vigili del fuoco catalani, che si offrono di fare da servizio di sicurezza ai seggi per garantire il voto dal blocco della polizia nazionale rischierebbero:
Spoiler:
- Sedizione. Poiche' tentano pubblicamente di impedire fuori dalle vie legali l'applicazione della legge e/o della autorita', e di risoluzioni giudiziarie.

-Perturbazione dell'ordine pubblico. Occupano spazi aperti al pubblico senza alcuna autorita', fuori dalle loro competenze causando con questo comportamento un'alterazione della pace pubblica e regolare attivita' cittadina

-Terrorismo. In quanto gruppo organizzato tentano di destabilizzare gravemente il funzionamento delle istituzioni politiche dello stato, sovvertire l'ordine costituzionale ed impediscono alla forza pubblica di compiere un atto. Alterano gravemente la pace pubblica.


Gli organizzatori del referendum rischierebbero:
:
-Ribellione. In quanto si pronunciano pubblicamente, indicendo un referendum con finalita' di secessione di una parte dello Stato.

-Attentano alle Istituzioni ed alla Divisioni dei Poteri dello Stato Spagnolo. Indicendo referendum incostituzionale e fuori dallo statuto della Comunita' di Catalogna perturbano gravemente la normale attivita' del parlamento catalano e le sue sessioni.

-In qualita' di autorita' e funzionari pubblici usurpano poteri e competenze non proprie. Caricandosi di poteri non previsti, ne' dalla costituzione spagnola ne' dallo statuto di catalogna, approvano, in modalita' non previste dallo statuto catalano, e dettano una disposizione generale di convocazione di consultazione referendaria popolare con finalita' secessioniste di una parte dello Stato.

-Impediscono l'esecuzione di una risoluzione dettata da autorita' giudiziaria competente.


-Sono promotori ed organizzatori di una manifestazione proibita, e persistono a voler convocare tale manfiestazione, nonostante la proibizione nota, in aggiunta con finalita' di sovvertire l'ordine costituzionale, alterare gravemente la pace pubblica. Occupando spazi ed edifci pubblici con pertubazione delle nomali attivita'.

-Cercano di sovvertire pubblicamente, anche attraverso mezzi informatici, l'ordine costituzionale. Destabilizzano il funzionamento delle istituzioni ed attentano all'integrita' politica e morale dello Stato Spagnolo.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Maxdivi » 03/10/2017, 21:05

GIORNO E POST REFERENDUM

frattanto primi scontri a Girona. Piu' tranqullita' a Barcellona ( per ora ).

Non mi sorprende. Girona e' una citta' media-provinciale, con una percentuale di "veri catalani" sicuramente maggiore e ci doveva votare il presidente pure mi pare.

Irruzione nelle scuole.

Edit: leggevo un'intervista del prefetto di Barcellona ieri ( sempe catalano ) su un quotidiano nostrano. Piu'o meno dice le tesse mie cose di sopra, ed e' abbastanza normale rivestendo quel ruolo prefettizio..


Il problema e' quello la'. Anche perche' il quesito parla apertamente di <<nuova repubblica>>.

La figura dell'antidemocratico certo da un lato Madrid la fa ( anche se ripeto, sta facendo valere la legalita' per le motivazioni gia' dette e stradette ).

La strategia di Madrid, per evitare il rischio dichiarazione unilaterale, e' far votare meno gente possibile.

Meno gente vota, meno legittimita' ( de facto ) "acquisisce" la consultazione. E' molto piu' semplice a posteriori per la Generalitat spingere sull'unilateralita' e la forza del voto, se ha un numero di piazza ampio a supportarla. In quella situazione si mette piu' in difficolta' Madrid tale da farla risutlatre antidemocratica a tutti gli effetti.
Un referendum invece che, legalita' o non legalita', non assume la forma di un plebiscito finisce davvero in fuffa o solo una manifestazione. la forma del plebiscito inoltre potrebbe essere portata come punto di forza per ottenere o rilanciare in futuro con un referendum ancora piu' organizzato e rafforzato di questo.

Gia' visto nel 2014. Vota il 30-35 per cento, con vittoria del Si. Risultato: hanno rilanciato.
Datemi una motivazione per non continuare a rilanciare. Una sola c'e': dare la fiscalita' ( ma non e' detto, esaltati dal referendum che cio' a quel punto li avrebbe accontentati )

Ma non credo che qualcuno a Madrid o altrove si illudesse di risolverlo oggi. Forse secondo me state dimenticando che la Spagna a questa roba e' abituata, non fosse per decenni di Eta ( che e' stata molto peggio ).


Ma ad un se ne dobbiamo aggiungere un altro:

E se uno stato straniero li avesse riconosciuti?

Sarei curioso di sapere cosa ne pensa Maduro 8-)

il governo catalano stesso, stamane ha affermato che sara' molto difficile far affermare un referendum che non raggiunge un quorum.

Ma non si pretendeva di intimorire. bensi' di mettere un "paletto". Stando fermo domani partiva la richiesta di indipendenza da almeno altri dieci parlamenti delle Comunita' Autonome, a partire dalla vicinissima Maiorca.

A me sinceramente sembra che stiano puntando al bersaglio grosso. A differenza scozzese ( dove comunque si offriva la corona del "nuovo stato" al monarca di Londra ed altre cose). Alzando l'asticella di passettino in passettino.

Il Venezuela,che possa essere governato da un tizio strampalato o meno, non ha un peso piccolo come la Nord Corea nello scacchiere internazionale, specie a livello locale della sua area.

Prima di tutto ha rapporti economici-sociali stretti con la madrepatria nonostante le divergenze ( e proprio per questo bisticciano animosamente ).

E poi se al Venezuela si aggiungessero i suoi "amichetti" ad esempio l'Ecuador?
E siamo gia' a due. Poi il Nicaragua e magari ne diventano tre....ecc. ecc. tutti dell'area latinoamericana ispanica.

Se i piccoletti ed i medi diventano tanti, cio' potrebbe far gola ad una potenza, che potrebbe interessarsi al riconoscimento legale diplomatico e portare il tutto a discussione Onu.

Un bel problema.

Insomma sapete bene che le secessioni, i riconoscimenti, le situazioni degli stati di fatto vanno in questo andazzo..

Cipro Nord lo riconosce solo Ankara e gli basta. Non gli serve altro per godere di finanziamenti strutturali dell'unione europea e la presenza di un contingente Onu richiesto ed accolto ( in seguito ai disordini sociali ).

Non sarebbe cambiato proprio nulla. tutti sanno, gionralisti compresi che erano ai seggi, che non c'era privacy al voto, non c'era raccolta unica delle schede, il no non ha fatto campagna, ecc.

Il referendum parte come uno strumento per esercitare un ricatto politico sullo stato centrale agitandogli, volutamente lo spauracchio di una secessione unilaterale creandosi leggi locali non legali per supportarla.

Il tutto presupponendo che sia la volonta' dell 87 per cento della popolazione che vive in catalogna. Quando si sa benissimo che non e' cosi'.

uttavia ho detto anche un'altra cosa. Rajoy non fara' nulla senza ricevere nulla. Anche lui e' un forchettone.

Quello che vuole Rajoy e' che i democristiani catalani, dopo anni di concorrenzialita' ( in cui Convergenza ed Unione e' andata piu' a braccetto col Psoe di madrid per dire ), si "impastino" coi popolari di Madrid come avviene altrove. Giudicandogli, paradossalmente ma mica tanto, piu' deboli ora che hanno un Podemos in ascesa che gia' controlla il municipio di Barcellona, rompendo equilibri consolidati.

La forza pubblica. Si sta presupponendo che sempre e comunque siano partite manganellate a sangue su anziani e bambini. Non mi pare sia andata proprio cosi'. Altrimenti oggi avremmo conti diversi e soprattuto sono conti fatti dal governo catalano.
In tante localita' si e' votato o si e' sgomberato regolarmente e non credo che nessuno potesse pensare di fare irruzione in ogni singolo paesino e scuola della Catalogna per bloccare in toto la consultazione. Poi qualcuno lo ha gia' detto, se si usa la forza pubblica ed i manifestanti si preparano ad opporre resistenza e' ovvio che ci si faccia male. Questa situazione andava evitata a monte e puo' soltanto peggiorare.

Guerra civile e forze catalane. La guerra civile e' un altro spauracchio che credo e sono sicuro non voglia nessuno. Bastano per garantire azioni di resistenza dimostrative e significative. Con la piccola Slovenia ando' cosi'.

Niente e' scritto che debba essere per sempre ( solo De Beers asd ), ma che si usi la credulita' popolare ( soprattutto giovani ed anziani ), presentando un'utopia indipendentista di un paradiso in cui vivere soli, dove non ci sara' piu' corruzione, tutti saranno giusti e felici, ecc. da parte di un gruppo di politicanti per accaparrasi denaro e poltrone no.

Idem il sentirsi migliori di altri. Sparare a zero su tuo vicino di casa quando ha contribuito alla tua ricchezza proprio no.

Nessuno poi ci assicura, o meglio assicura Madrid, o magari ne hanno gia' informazione, che la testa politica indipendentista non abbia gia' preso contatti per eventuali riconoscimenti esteri futuri o accordi vari.

Ai tempi jugoslavi la piccola Slovenia e la Croazia si erano gia' accordati per avere il riconoscimento dell'altrettanto piccolo Vaticano. Cui fece seguito per prima la Germania riunita, per poterne guadagnare rapporti economici privilegiati d'investimento gia' trattati e che sussistono ancora oggi ( il nostro De Michelis ando' ad aizzare il Montenegro alla secessione ma non ci riusci' ).

Quindi nessuno vieta e nessuno ( o forse si sa ) che un paese come la Russia che sta alla finestra di tanti movimenti secessionisti di non aver gia' avuto contatti se non Convergenza ed Unione, quantomeno con Erc e Cup, che all'Urss prima ed alla Russia oggi hanno sempre guardato e sempre avuto benefici.

C'è stato il rigetto del nuovo statuto catalano del 2006. I socialisti lo avevano fatto approvare con modifiche dal parlamento nazionale, i popolari fecero ricorso nel 2010 e la Corte Suprema ne bocciò parecchie parti. Io ci aggiungerei pure una classe dirigente bollita, quella catalana nel pieno della crisi, che ha provato a usare l'arma indipendentista, sicuramente sentita da molti, per restare a galla.

Attualmente anche per via della forte ripresa in corso gli arrabbiati stanno drasticamente calando e un referendum lo avrebbero probabilmente perso perché per i sondaggi i SI erano ormai scesi sotto il 40%, alla fine se si mangia bene il salto nel vuoto perde molto appeal

Quindi chiaramente la reazione politica molto forte sta effettivamente portando acqua al mulino degli indipendentisti ma questi sono praticamente in lotta dal 2010, se il governo centrale lasciava correre dicendo che il referendum era illegale e non l'avrebbe riconosciuto probabilmente avrebbe vinto il sì perché gli altri non sarebbero andati a votare, se quelli del no avessero provato a vincerlo allora avrebbero legittimato il referendum stesso con tutti i rischi del caso.

Quindi poiché il referendum non era consultivo il governo è stato messo con le spalle al muro pure al netto degli errori e del nazionalismo inutile di Rajoy

Se i no avessero vinto il referendum si legittimava e ci avrebbero potuto riprovare, se avessero vinto i sì la Catalogna avrebbe potuto dichiararsi indipendente: c'è poco da discutere, non è che i confini si picchettano fisicamente ma dichiarandosi indipendenti avrebbero tagliato i ponti col centro e messo sotto controllo l'agenzia delle entrate disconoscendo il tribunale costituzionale. Tutto il resto, compresa la polizia, già ce l'hanno e quindi l'unica risposta possibile sarebbe stato mandare l'esercito a Barcellona dopo aver sospeso il governo regionale.

Il governo catalano se voleva bluffare per motivi politici interni poteva indire un referendum consultivo come quello del 2014 ma poiché questo non è consultivo vuol dire che facevano sul serio. E il governo non ha voluto legittimare il movimento indipendentista rischiando un voto che avrebbe probabilmente vinto.

Piuttosto dal 2010 ad oggi, o meglio dal 2012 entrata in carica di Rajoy, il governo poteva provare a disinnescare la mina dando l'ok finalmente allo statuto del 2006. Lo statuto precedente risale agli anni '70 quindi si poteva aggiornare per quanto forse il governo temeva l'effetto domino.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 05/10/2017, 9:21

... e come facilmente prevedibile, mentre quegli ingenuotti del CUP credono ancora che lunedì verrà proclamata la repubblica, il vecchio volpone Puigdemont - una volta ottenuto ciò che cercava tirando la corda fino al limite - se ne esce con la necessità di una "mediazione".
http://www.repubblica.it/esteri/2017/10/04/news/catalogna_il_capo_dei_mossos_indagato_per_sedizione-177318476/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P6-S1.8-T1
Interessante il riferimento ad un ruolo di mediatore del cardinale di Barcellona, per ovvi motivi figura "amica" sia al democristiano-nazionale Rajoy sia al democristiano-regionale Puigdemont.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 05/10/2017, 17:42

Le banche catalane considerano il trasloco verso altri lidi in caso la secessione si avverasse
https://finanza.repubblica.it/Bloomberg/2017/10/05/catalan_nationalists_said_to_tap_brakes_as_banks_consider_moves-OXCOSS6TTDS701_BLE/
il che mi rende ancor più propenso a credere che alla fine non se ne farà nulla.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Maxdivi » 06/10/2017, 12:58

Riallacciandomi agli inteterventi di Samu eccovi ulteriori pezzi sulla situazione in queste giornate:

Per quanto riguarda le notizie di oggi. Si parlava di esercito. Visto ieri sera su Tv Aragon non si tratta di unita' dell'esercito. Sono arrivati a barcellona per ora dei servizi logistici. Ossia al porto hanno sbarcato container con cucine da campo per le forze pubbliche. Sempre a Tv Aragon sono rientrati diversi reparti della Guardia Civil a Saragozza, accolti da una manifestazione festante spontanea di solidarieta' della gente davanti la caserma con le bandierine spagnole.


Il Partito socialista catalano ha chiesto e ottenuto dal Tribunal Costitutional la sospensione della sessione del Parlamento catalano che si presume andrà a dichiarare l'indipendenza.

Allora. Il coinvoligmento dei socialisti da parte del barbuto galiziano come "stampella" al suo governo e dalla crisi era facilmente prevedibile ed ovvio, lo avevo detto anch'io. Ma era scontato.

Si continua a giocare col fuoco. Sono come due cobra che si scontrano, sibilano, oscillano, ecc. ma sanno che si se si mordono si danno un colpo mortale. Lo scontro continua sulla lotta di nervi.
La scommessa degli unionisti, sembra ( non possiamo conoscere tutti i fatti ed eventuali tratttive ) il cedimento e lo sfaldamento del fronte indipendentista davanti allo spauracchio giudiziario e sbarra.

Quindi uno scontro pericoloso tra lo spauracchio condanne e lo spauracchio secessione.

Evidentemente da Madrid hanno colto delle contradditorieta' tra i membri del fronte indipendentista o delle divergenze di opinione sul come procedere la prossima settimana. Prendendo anche atto che il sindaco Colau, che gia' fa parte di una terza forza non allineata, per ora non sembra voler entrare nel fronte indipendentista e pro forza del referendum.

Molto molto importante la posizione delle aziende. Una banca gia' ha trasferito la sede legale ad Alicante. Ma molto piu' importante e' mamma Caixa. Se la Caixa abbandona Barcellona e' come se il MontePaschi di Siena abbandonasse la citta' del palio. La posizione di questi colossi prettamente catalani e ci sono anche altri a fusione quali Fenosa-Gas Natural quindi Repsol o altri nazionali come Movistar, ecc. possono far vacillare di molto i fedeli a Puidgemont che potrebbero sfilarsi ad uno ad uno.

Se l'obiettivo di molti politicanti ed imprenditori ed investitori indipendentisti e' avere piu' soldi, ecco che la prospettiva concreta di perdere dei soldi che gia' hanno in tasca li spinge inevitabilmente a ritornare unionisti.

Sul re non vorrei dire una sciocchezza, ma credo che con le recenti modifiche al ruolo e poteri ( ancora piu' limitati ), il suo discorso debba essere prima anche vagliato dal governo ( o dal parlamento ), affnche' le istituzioni centrali non si contraddicano tra loro. Cio' non toglie che Filippo abbia chiesto suggerimenti al padre per scriverlo.

Frattanto credo ci siano anche altri indagati per sedizione ed il capo dei mossos e' stato ascoltato a Madrid. Gli altri invece continuano la vita normale, altre manifestazioni di supporto alle polizie, e per la Guardia Civil, incavolata nera coi mossos, e' proprio festa visto che arriva la Vergine del Pilar, patrona del corpo questo fine settimana, che e' la vera news del giorno in luoghi come Saragozza dove si prepara grande festa per una settimana. Tuttavia la Guardia fara' dei festeggiamenti ridotti a causa della crisi in Catalogna.

Per sabato sono previste varie manifestazioni unioniste coordinate da popolari, altre da socialisti, altre da associazioni catalane locali. Gia' ieri comunque ci sono stati dei cortei piu' piccoli di indipendentisti ed unionisti che quasi si sono fronteggiati ed incrociati nelle periferie di Barcellona.


I FATTI DI DOMENICA.

C'e' un episodio che e' analogo a quello di Carlo Giuliani per situazione ( con dovute differenze certo ).

In un video di Antena 3, poi ripreso da tante tivu' anche internazionali si vede un'unita' della polizia nacional nel cortile di una scuola. Cortile affollato di votanti e manifestanti e limitato da classico muretto e cancellata in ferro, come nelle nostre scuole.

Ebbene in molti canali di youtubers ( riutilizzati da tivu' ) l'immagine e' stata sapientemente tagliata. In pratica si vede la polizia in immagine stretta, con un poliziotto in tuta antisommossa che di punto in bianco prende un signore al fianco della folla, totalmente pacifico, mani alzate, ma resistente in maniera passiva ( che quindi non si vuole spostare ), lo strattona prima e poi inzia a percuoterlo.

Presa cosi' solo quella parte del filmato chi vede non puo' altro che dire: ma quel poliziotto e' un sadico che si accanisce sugli inermi dando di matto.

Preso invece il filmato in forma integrale, con la parte in cui chi ha in mano il cellulare allarga dal balcone la visuale, si nota benissimo tutta la concitazione della situazione, pre e dopo, con quell'unita', composta non piu' di una decina di agenti, completamente accerchiata dalla folla soverchiante, si non violenta ma che non ha nessuna intenzione di muoversi, ne' di retrocedere, ne' di concedere all'unita' accerchiata la possibilta' di ritirarsi, di uscire dal cortile della scuola e di trovarsi una via di fuga. Anzi li stringono in cordone-massa umana compatta fino a metterli con le spalle al muretto.
Cosa succede a quel punto? Che l'agente, che e' un umano come me e voi, incomincia a temere per la propria incolumita' ed andare nel pallone-panico, senza guida dei superiori ( sono in dieci-dodici rimasti soli in mezzo a 200 della folla ), prima strattona il signore sul fianco per pretendere un passaggio proprio da quel lato, questo fa peso morto ed allorche' parte il manganello.

Parte il primo manganello e la folla incomincia ad urlare, piangere, ecc. nonche' a muoversi in maniera incontrollata oscillando avanti e dietro ma sempre compatta, tenedosi tutti per mano o sottobraccio accorciando la distanza con l'unita' assediata. E quindi parte la seconda, la terza e la quarta manganellata del poliziotto a quel signore.
Quindi tutta in coro la folla incomincia ad urlare ed inveire contro l'unita': << Assassini! Assassini! >>. Sentendosi ancora piu' minacciati, e vedendo il collega che chiaramente si e' disunito e perso il controllo, ecco che anche gli altri di riflesso gli vanno "in soccorso" manganellando anch'essi.

Il celerino va in strada, o alla stadio esattamente come il collega in volante. E si trova a fronteggiare situazioni di alta tensione, stress, ecc. come queste dove mantere i nervi saldi, il corpo unito sotto ordini e compattezza precisi non e' una cosa asolutamente facile. Per comprendere queste cose ci si deve trovare in quelle situazioni di caos.

il montare le immagini in un certo modo, questo video tagliandone dei pezzi o come riportava un quotidiano nostrano oggi smascherando il fotoritocco ( una bandiera catalana aggiunta ad un'immagine relativa ad altre vecchie manifestazione ) e' poi una cosa che mi aspetto e che succede sempre quando c'e' del politico nell questione. Esattamanete come gli scontri al maidan di Kiev. Quindi non mi sorprende l'uso politico di scontri e feriti, anche aggiungendo o modificando delle cose.

Intendiamoci anche in quella situazione la parte forte e' il poliziotto, munito di tuta, casco, manganello, ecc. ecc.

Infatti "in soccorso" l'ho messo virgolettato se hai notato. Non c'e' il pericolo reale per il poliziotto sul fianco ne' al centro.
Vista l'immagine dalla prospettiva del tizio che riprende dall'alto lo capiamo benissimo. Non e' armata la prima fila di manifestanti, ne' la seconda ne' la terza. I poliziotti non sono in pericolo concreto. Noi osservatori lo notiamo.

Ma sono in situazione di "pericolo percepito" sul campo.
Guardano l'intera scena dalla loro prospettiva e situazione e sono spalle al muro. La seconda, terza, ecc. fila che preme sulla prima non la vedono. Vedono solo la prima fila e la massa indistinta dietro. E l'addestramento e' diverso dalla realta' specie tra eventuali reclute senza veterani ai fianchi. Il cedimento psico e/o fisico di uno di loro cambia l'atteggimento dell'unita'.

Come sai sono concetti e variabili validi anche sui campi di battaglia. Le unita' si rompono o vanno in tilt nonostante siano dei professionisti anche in condizione che sarebbe di reale vantanggio ma magari loro la percepiscono di pericolo o svantaggio ( il classico a posteriori: perche' vi siete ritirati? ).

La direzione inziale e' quella sul fianco, dove parte li' continua e si propaga. Per aprirsi il varco di forza laterale ( al centro svignarsela e' improponibile, troppa gente e distanza ). Il collega di fianco vede menare e viene a supportare. A cascata gli altri, che magari non hanno neanche visto l'inzio dello scontro e suppongono un' aggressione, reazione, uno sfondamento da quel lato andando a supportare e riforzare la forza in quel punto. E' la propagazione dell'errore.

La differenza del caso Giuliani, netta, e' la solitudine, in un mezzo, e l'estintore. Il Carabiniere aveva 22 anni.Non so quanti anni potesse avere il poliziotto spagnolo sul fianco. Ma gente giovane viene mandata sia da noi che da loro.


Ci sara' sempre la "mela marcia" nel cestino. E' lo stesso discorso dei giudici, sono sempre uomini.
Con errori e comportamenti sbagliati volontari ( talvolta anche involontari dettati dalla situazione perche' no? ed in quel caso non si potrebbe parlare di mele marce )

Il carabiniere di Genova uccise un manifestante ( evidentemente non pacifico in quel caso ) difendendo la sua persona, ma con un risultato non consono alla sua funzione ed ai regolamenti. Percio' l'Arma l'ha comunque dovuta lasciare. Il suo ordine, dal centro, era << salvaguardare la zona rossa>>. Nessuno gli aveva ordinato << se fanno i violenti spara ad altezza d'uomo>>.

I poliziotti pestano di botte a morte un ragazzo in un ronda notturna. La ronda e' ordinata, le percosse volutamente sadiche assolutamente no.

Cosa voglio dire? Che l'ordine, specie in situazioni concitate, o comunque in mezzo alla praticita' della strada, o comunque impartito ad un carabiniere Mario Rossi anzche' al carabiniere Luca Verde subisce una "distorsione" percepita dalla sensibilita', carattere, formazione, stato psico-fisico, ecc. dell'agente o del suo immediato maresciallo, ecc.

Non si puo' quindi imputare, sempre e comunque, in ogni caso l'eccesso di zelo o violenza ad un governo che sta a mille chilometri di distanza chiuso in un centro di coordinamento. E cio' spiega la difformita' delle situazioni che si sono verficate in Catalogna nei vari seggi. Dove si e' arrivato ad uno scontro sanguinario e dove no.

Se qualcuno ti da' uno schiaffo, tu magari reagirai in un modo ( o magari non reagirai o addiritturai porgerai l'altra guancia ), non e' mica detto che io reagisca alla stessa misura. Idem se a tutti e due ci viene chiesto di accompagnare alla porta una persona contro la sua volonta'. A me magari verra' in mente di provare prima a convincerla a parole spiegandole i rischi legali, tu magari sarai piu' immediato e la solleverai di peso direttamente.

Semmai l'errore del governo e' appunto quello di monte ( non di meno quello di Puidgemont ) che ne' gli uni ne' gli altri, come abbiamo detto non mi sembra proprio che si siano preoccupati piu' di tanto dei rischi dell'incolumita' dei cittadini. Piuttosto si sono preoccupati principalmente dei loro calcoli ed obiettivi politici.

Anzi politicamente e cinicamente ad un Puidgemont, avere dei feriti oggi fa anche comodo per esempio.


Infatti i discorsi precedenti non escludono affatto eventuali colpe di chi e' graduato e sta appunto un gradino sopra. Per incompetenza, superficialita', ecc. che sia.

Cio' non toglie neanche che questo discorso dei "sensibili" si allacci a quanto ho detto oramai molti post fa: Si sta contemporaneamente creando un distacco sociale e spesso anche un risentimento sociale nei confronti della Catalogna, di riflesso al catalanismo esasperato. Che non fa bene a nessuno. Tutto sbagliato perche' arriva un'equazione "catalano= secessionsita furioso avido" che non rispecchia assolutamente l'intera gente catalana, che specie a Barcellona e tutte le citta' marittime ha accolto sempre con piacere ogni sorta di persone.

Mi auguro comunque che non sia troppo tardi. Ci deve fermare prima di creare il solco incolmabile





Sui tagli o sulle immagini tarocche.
Ieri sera ne ho scovate parecchie. Diverse relative a botte dei Mossos sugli Indignados o relative a manifestazioni dei minatori a Madrid, o vecchie partite di calcio.
Non mi stupisco e non accuso nessuno. Ne prendo atto e basta. Si sa che su questi fatti legati alla politica ognuno provi a tirare l'acqua al proprio mulino, in questo caso ampliando le immagini ad effetto per sollevare l'opinione pubblica ( accadde anche al maidan di Kiev ) e trovare ulteriori sostegni.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 06/10/2017, 17:32

A proposito della puntuale disamina di Max, aggiungo che per tutta la giornata di domenica scorsa ho sperato che non ci "scappasse il morto". Quello sarebbe stato il punto di non ritorno, la creazione del martire, l'impossibilità di retrocedere per non mancare di rispetto al martire morto per la causa. Per fortuna non è successo e si può anche fare marcia indietro perdendo tutto sommato solo parzialmente la faccia. Questo da entrambe le parti. Quello che voglio dire è che per entrambe le parti c'è la possibilità di raggiungere un'intesa che possa essere spacciata a(lla maggior parte de)i propri sostenitori come una vittoria. Ovviamente da entrambe le parti ci saranno gli scandalizzati alla "pugnalata alle spalle" o "boia chi molla", ma saranno in nettissima minoranza e quindi irrilevanti.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Maxdivi » 06/10/2017, 22:34

Samusadork ha scritto:A proposito della puntuale disamina di Max, aggiungo che per tutta la giornata di domenica scorsa ho sperato che non ci "scappasse il morto". Quello sarebbe stato il punto di non ritorno, la creazione del martire, l'impossibilità di retrocedere per non mancare di rispetto al martire morto per la causa. Per fortuna non è successo e si può anche fare marcia indietro perdendo tutto sommato solo parzialmente la faccia. Questo da entrambe le parti. Quello che voglio dire è che per entrambe le parti c'è la possibilità di raggiungere un'intesa che possa essere spacciata a(lla maggior parte de)i propri sostenitori come una vittoria. Ovviamente da entrambe le parti ci saranno gli scandalizzati alla "pugnalata alle spalle" o "boia chi molla", ma saranno in nettissima minoranza e quindi irrilevanti.


Infatti l'ho temuto anch'io, ti riporto quest'ultimo pezzo:

Il discorso e' che a quella situazione non ci dovresti proprio arrivare. Di chi e' la colpa? dei politicanti. Ai quali della gente non frega nulla, come non frega nulla del soldato in guerra.
Carne da cannone e carne da seggio.

Di Rajoy che si fa i suoi calcoloni politici a distanza. Di Pudgemont-Mas e la cricca dei marxisti che si fanno i loro calcolini sul posto ( compresa la volonta' di avere dei feriti per utilizzarli oggi ).

A mio giudizio la giornata dell'altroieri e' "andata bene".
Che vuol dire e' "andata bene".
Molto spesso si e' minimizzata la questione senza rendersi conto allo scontro a cui si andava realmente. Conoscendo la polizia spagnola ( e quella delle comunita' autonome, risolute ma non cosi' diverse da altre ) un poco sinceramente mi ero preparato a molto ma molto peggio. Temevo seriamente la scorsa settimana che ci sarebbe potuto scappare anche il morto come a Genova. A scherzare col fuoco ci si brucia, ma non si brucia certo il politico che resta comodo nei palazzi, non va certo in piazza.
Io un figlio minorenne, in quel clima che si predisponeva, al seggio non ce lo avrei mai portato, ben sapendo di metterlo in una situazione di rischio. Non lo garantisce Rajoy, ne' Puidgemont, ci deve pensare il genitore.

Per il resto a votare si e' votato, ne' piu' ne meno del 2014. Si e' fatto molto piu' rumore per l'iter della vicenda, gia' ampiamente analizzata sotto diversi aspetti ( scenario politico, legale, economico, ecc. ).

Ed in tutto questo la normale vita della Catalogna e' stata alterata eccome da questo casotto.

Dal punto di vista mediatico noto uno sbilianciamento di alcuni canali, fortunatamente non di altri ( non so se qualcuno in italia ha mostrato la grande manifestazione per l'unita' nazionale fatta in Catalogna sabato ).

E' il solito mondo che ho sempre visto. Purtroppo. Fosse accaduta in Francia, per dire in Corsica o in Bretagna, sarebbe andata ugualmente ( o probabilmente anche peggio ).
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Maxdivi » 10/10/2017, 13:43

IL GRAN GIORNO ED I GIOCHI POLITICI DEI PARTITI

Riassunto dei vari giochi politici dei partiti. In una giornata di oggi che puo' riservare sorprese dalle 18.

Comunque si accettano scommesse su cosa accadra' oggi.

Per il resto, certo che critiche a Rajoy sono piovute da ogni dove, anche dal campo del No. Pero' sinceramente io questa situazione non l'ho mai vista cosi' semplice da sbrogliare. Il <<far finta di nulla >>da parte di Madrid non era altrettanto piu' perseguibile e di certo neanche quello avrebbe risolto la situazione, al piu', pensandola davvero in modo ottimistica, anch'essa l'avrebbe soltanto rimandata.

E resto del parere che se c'e' una legge ( fatto distinto dall'azione della polizia ai seggi ), vada rispettata da tutti.
Altrimenti togliamola da tutti i codici penali. Se la legge e' uguale per tutti ecco che se alla sbarra ci possono andare alcuni signori di provincia quali i Serenissimi, non vedo perche' non possa andarci un pezzo grosso ed influente della politica come Puidgemont o peggio un funzionario come il capo dei Mossos.

Ed ora il riassunto delle strategie politiche di cui poco si parla al tigi'.

Abbiamo sempre parlato almeno di un 40 circa per cento a favore dell'indipendenza. Quindi piu' o meno una meta' scarsa della popolazione. Questo ben prima di domenica. E se ricordi io parlai anche degli indipendentisti di "comodo" ed "i fiscali".

La "rappresaglia" durante il voto non ha spostato in maniera sensibile nessun equilibiro politico. Confermo la mia affermazione.

E questo senza andare a contestare i numeri dati dalla Generalitat, pur sapendo che e' un organo schierato, che la gente si spostava di seggio votando in circoscrizioni non sue, schede stampabili da casa, schede multiple, ecc. Insomma tutte le irregolarita' acclarate della procedura di votazione, inficiate anche dall'intervento della polizia.

Seguitemi con pazienza nel dettaglio. Metto in grassetto i numeri.

I conti tornano, basta seguire le elezioni catalane ( elezione Generalitat ) del 2015 che sono le ultime tenute, e si parla di due anni fa, ben prima di queso governo Rajoy:


Il fronte pro indipendenza, cosiddetto Junt pel Si prese il 39,5 per cento. Ed e' la formazione di coalizione "nuova" di governo comprendente i centrodemocristiani di Puidgemont ed i comunisti repubblicani di Erc.

Gli anticapitalisti repubblicani del Cup presero il 8,2 per cento.

Abbiamo quindi, gia' nel 2015 un fronte indipendentista repubblicano forte del 47 per cento circa.


A questo 47 per cento potresti aggiungerci anche diversi esponenti degli altri democristiani catalani del partito Unione democratica. Che presero un 2,5 per cento.


Eh, si, seguitemi ( faccio un riassunto un po' per tutti ) perche' i democristiani in Catalogna sono sempre stati 3 partiti. ( credo che questo basti a far capire quanto forte sia la tradizione democristiana della maggioranza dei votanti della regione, come anche una costellazione di anarco-sindacalisti, marxisti, troskisti di una certa minoranza piuttosto variegata tra loro ).

-Il primo partito democristiano catalano, sempre piuttosto debole ai voti, oggi piu' che mai vista la crisi europea generale dei partiti classici, e' il Partito Popolare Catalano, che e' la divisone locale del partito di Rajoy. Ne' piu' ne' meno.

-Il secondo e terzo partito, il leone democristiano, sempre al governo post Franchismo ( salvo una parentesi breve socialista ) e' Convergenza ed Unione. Che pero' non era un partito unico, ma la coalizione di due partiti democristiani, il Centro ed appunto l'Unione. Tale confederazione si e' sciolta in seguito a cali di consensi, diatribe, scandali di corruzione, bancarotte del partito, ecc. ecc. Ed ecco che l'Unione, quella piu' in difficolta' e meno forte, ha finito per correre da sola l'ultima tornata. mentre il centro per non perdere il governo della regione si e' buttato in una nuova coalizione elettorale ( non confederazione ) con i comunisti repubblicani. Una colazione che sta in piedi solo e solo in funzione del referendum.
Per non decrescere i voti il Centro di Puidgemont ha sposato e giocato la carta dell'indipendentismo. Non apprezzata da tutti i democristiani pero'.

-Il nuovo, grande spauracchio democristiano, in forma evoluta, e' rappresentato da una "nuova" piattaforma, i Ciudadanos, che stanno pericolosamente erodendo voti a tutti i "vecchi democristiani", ingrassando le loro file con molti profughi dei vecchi paritti ormai ammuffiti dagli anni.


Il collasso dei Popolari in Catalogna, peggior risultato nel post franchismo,ha suonato campana a morto tra i Popolari. Quindi la necessita' di apportare una strategia per non sparire.

La scelta piu' ovvia e' stata osservare la contemporanea crisi e morte di Convergenza ed Unione ed il matrimimonio di comodo, ma scomodo a tanti militanti del parito, con Erc ed i comunisti. Quindi puntare quantomeno all'assorbimento di quanti democristiani non vogliono quell'inciucio. Sopratutto almeno quelli di Unione che rischia di scomparire se non altro a causa delle difficolta' economiche del partito o raccolgiere altri fuorisciuti prima che passino a Ciudadanos o "diventino indipendentisti".

L'idea di fondo e' quella di replicare quello fatto anni fa nell'autonomista Galizia, dove si e' assistita ad una progressiva e completa scomparsa dei democristiani autonomisti galiziani, completamente ingoiati dal Partito Popolare Galiziano, divenuto fortissimo e che stravince li' sopra le elezioni da diverse tornate.

Diciamo che un riassuntone era necessario, almeno per far capire certi calcoli partitici ( purtroppo fatti sulle spalle del povero paese Spagna ).
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 10/10/2017, 17:03

A un'ora dal discorso di Puigdemont, si moltiplicano gli "inviti" a non arrivare al punto di non ritorno. Vediamo se sortiranno effetto. La cosa che più mi stupisce (e atterrisce) della vicenda è quanto sia personalizzata: tutto è puntato sul solo Puigdemont, dietro di lui il vuoto.
Ada Colau (sindaca di Barcellona) http://www.lavanguardia.com/politica/20171009/431928144746/colau-rajoy-puigdemont-no-dinamitar-dialogo-sera-acto-mas-valiente.html
Donald Tusk (presidente del consiglio Europeo) http://www.lavanguardia.com/politica/20171010/431959803922/tusk-puigdemont-declaracion-de-independencia-dialogo.html
Popolari, socialisti e Podemos http://www.lavanguardia.com/politica/20171010/431960108369/pp-psoe-podemos-piden-puigdemont-no-declare-independencia.html
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 10/10/2017, 19:17

Sto seguendo il discorso di Puigdemont in diretta, si capisce abbastanza anche se non so il catalano.
Inizia dicendo che la questione catalana non è interna ma europea e che è necessario abbassare la tensione.
Riconosce le due mobilitazioni popolari per la secessione e per l'unità.
Dice che la popolazione deve essere comunque unità anche nelle divergenze di opinioni.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 10/10/2017, 19:19

Qualunque soluzione non può prescindere dalla democrazia e dalla pace.
Molti hanno espresso opinioni diverse, tutte hanno dignità di essere ascoltate.
Quella di oggi non è una decisione personale, ma una conseguenza del referendum del primo ottobre.
Oggi si deve parlare del risultato del referendum di autodeterminazione.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 10/10/2017, 19:22

Relazione (parziale) sulla giornata elettorale ponendo l'accento sulla violenza della polizia. L'obiettivo non era sequestrare le urne, ma creare il panico. Ma nonostante questo più di due milioni di persone sono andati comunque a votare. Nonostante i sequestri e le azioni poliziesche, l'organizzazione è riuscita a far svolgere regolarmente il referendum.
Definisce il referendum un successo organizzativo e politico.
Ringrazia tutti i votanti, del sì, del no e scheda bianca.
Applausi dell'emiciclo.
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Re: Caos Catalano

Messaggioda Samusadork » 10/10/2017, 19:29

Molta gente è preoccupata di quello che sta succedendo e di quello che può capitare.
Attacco alle imprese che hanno trasferito la sede, rassicurazione che il trasferimento è solo di facciata e che non creerà alcun problema all'economia catalana. Ironia sui 17 miliardi di euro catalani che sono (loro sì) costretti a "trasferirsi" in altro luogo (ossia Madrid) ogni anno.
(ho perso un minuto per problemi di connessione)
Rivendica come la Catalogna abbia contribuito in maniera preponderante alla Costituzione spagnola e al progresso spagnolo. Constata che quello che per la Catalogna era un punto di partenza per Madrid è diventato un punto d'arrivo. E paventa un' "involuzione" del sistema statale spagnolo.
Dal 2005 è in ballo la riforma dello statuto delle autonomie. Nel 2006 il referendum per il nuovo statuto (già temperato) vide la vittoria del sì con meno votanti di quello che hanno votato per l'indipendenza il primo ottobre. Il tribunale costituzionale, formato da giudici scelti dai due maggiori partiti, ha reso irriconoscibile lo statuto.
Addossa la responsabilità di aver fatto precipitato la situazione a Madrid.
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