È una tesi che circola anche nel paese tra le opposizioni.
Ci sono comunque diverse considerazioni da fare sui dettagli degli eventi già abbastanza sciocchi nel verificarsi per essere un golpe serio,nel senso come riuscita effettiva.
Poco tempo per scrivere frattanto ho trovato un articolo che mostra alcune delle mie stesse perplessita' gia' da venerdi' notte dove ho seguito fino alle 3 gli sviluppi piu' un insieme di spunti:
C’era una volta l’esercito turco, campione mondiale di golpe.
Venerdì sera gli epigoni di quella tradizione si sono cimentati in un farsesco remake che, non fosse per la scia di sangue e per le imprevedibili conseguenze geopolitiche, parrebbe una riuscita imitazione di Vogliamo i colonnelli, il non troppo fantapolitico film diretto nel 1973 da Mario Monicelli.
Nelle scuole di intelligence, dove i colpi di Stato veri si studiano e si preparano, questi ufficiali turchi sarebbero finiti dietro la lavagna. Probabilmente serviranno da caso di studio: il contromodello perfetto, l’esempio di come non si deve azzardare un golpe.
Gli aspiranti tirannicidi di Ankara hanno sbagliato secolo.
Sono rimasti alla belle époque del secondo Novecento, quando per “riportare l’ordine” bastava prendere possesso dei pochi, visibili gangli vitali del regime vigente, arrestarne i capi e spaventarne i sostenitori, se necessario (ma non sempre) sparando.
Oggi, pensare di prendere il potere schierando qualche carro armato in alcuni crocevia strategici di Istanbul, bombardando il parlamento e costringendo una terrea speaker della tv di Stato a leggere un vago proclama significa votarsi alla più disonorevole delle sconfitte.
Il catalogo degli errori è il seguente. Quello degli orrori è appena abbozzato, in attesa della vendetta di Erdoğan, che si annuncia sanguinosa.
Primo: in un paese moderno, vivace e interconnesso o riesci a mobilitare subito il popolo, oppure il tuo golpe è abortito.
Valga il caso egiziano del generale al-Sisi, il quale prima di rovesciare il legittimo presidente Morsi si era assicurato il supporto di una vasta e assai mediatizzata piazza. Nell’èra delle tv private e dei social network, un’annunciatrice che parla dal canale pubblico suona come l’arpa in una banda di ottoni. Il parziale blocco di Facebook, Twitter e YouTube è durato appena un paio d’ore. Per tutta la notte le tv private hanno trasmesso in diretta i video postati sui social network dai cittadini che filmavano le violenze e i bombardamenti dei golpisti.
Secondo: il capo nemico va subito preso e neutralizzato.
Il pensiero corre ancora al 1973, quando gli uomini di Pinochet puntarono sulla Moneda e liquidarono (o spinsero al suicidio) il presidente Allende. Evidentemente i pianificatori della sollevazione turca non erano bene informati sul rifugio di Erdoğan. O non hanno avuto la forza di prenderlo. Sicché il presidente ha potuto rivolgersi al paese in videochiamata FaceTime, banalissima app collegata a Internet. È bastato l’appello del leader per mobilitare masse di manifestanti, specie nella sua roccaforte di Ankara. Il fatto che tutti i partiti, anche i più ostili al sultano, si siano più o meno sinceramente schierati contro i golpisti ha contribuito a isolarli.
Terzo: un capo si sostituisce con un altro capo.
Non pare che i molti colonnelli e i pochi generali disponessero di un leader, forse nemmeno di un improvvisato direttore
d’orchestra. Oppure costui era talmente impresentabile da non osare mostrarsi. Errore già commesso dai golpisti tardobolscevichi dell’agosto 1991, quando vollero imporre il triste, sconosciuto Janaev sulla sedia di Gorbačëv. In ogni caso, un colpo di Stato turco senza nemmeno una testa di turco è pretendere troppo.
Quarto: se fai un golpe militare devi poter contare sui militari.
Almeno su alcuni reparti decisivi. La parte sostanziale delle Forze armate non ha partecipato alla ribellione, restando in attesa degli eventi o schierandosi con il presidente. All’interno delle diverse armi sono emerse linee di frattura ed esitazioni. Di qui l’umiliazione di militari superarmati e addestrati che si fanno disarmare e arrestare dalla polizia.
Quinto: sembra che i golpisti turchi si siano fidati della malcelata simpatia dei colleghi occidentali, alleati Nato.
I quali si sono guardati dal mettere un dito nell’ingranaggio, ma certo non hanno scoraggiato gli insorti.
È difficile immaginare che gli americani non abbiano visto muoversi le colonne corazzate turche qualche ora prima del golpe. Nessun alleato si è sognato di avvertire Erdoğan del pericolo. Le prime reazioni delle capitali atlantiche, Roma compresa, a ”iniziativa militare” in corso, sono state tiepide se non gelide nei confronti del presidente turco. Senza curarsi di troppo mascherare la speranza di sbarazzarsi dell’inaffidabile sultano, fresco dell’ennesima “svolta” che lo ha riavvicinato a Putin. Torna ancora alla mente il golpe contro Gorbačëv, con i leader di mezzo Occidente a tifare privatamente per i “salvatori dell’Unione Sovietica”.
Sommando questi e altri errori – di norma i golpe riescono meglio all’alba, non all’ora del dessert, quando la gente è sveglia e i media crepitano – i dietrologi sentenziano che non fu vero colpo di Stato, ma finto autogolpe.
Erdoğan si è inventato tutto per eliminare i suoi nemici?
Se così fosse meriterebbe di correre per l’Oscar, vista la sua espressione mentre si affannava a mobilitare via iPhone masse di adoratori.
Meglio stare ai fatti palesi, che svelano la disperata incompetenza di un pugno di militari. Come avrebbe fatto dire Monicelli a un aspirante golpista del venerdì sera: “Anche i colonnelli turchi ogni tanto arronzano”.
Sono i motivi che penso anch'io. Quoto e sottoscrivo.
Ci voglio aggiungere la tempistica. Non si puo' fare un golpe la' senza un movimento di turbolenza nelle strade. In questo senso l'Esercito ha avuto finestre piu' propizie per intervenire col supporto di meta' della gente gia' per strada nel giugno 2013. Ma non intervenne. Qui hai Chp, comunisti, ecc. distanti dal golpe e dai suoi vertici, una freddezza totale.
Non ha senso pensare di prendere Istanbul in quella maniera con pochissimi reparti. E coi coscritti. Se devi sparare sulla folla devi sparare. Punto. Blocchi il ponte? ragazzi ci sono migliaia di imbarcazioni ( dalle private ai traghetti ) ad Istanbul!
Fare il teatrino non serve. Tutto se hai la forza di far alzare dei caccia e mobilitare comunque dei carri si puo' fare molto piu' pulito e semplice. Seguire il golpe tipo quello del Ruanda nel 1994 o quello in Macedonia ( quest'ultimo ancora con ombre ). Non ti serve sapere nulla. Semplicemente aspetti che il presidente faccia una visita all'estero, prenda il suo aereo presidenziale, ti alzi, lo segui e lo abbatti! Tolta la testa il castello e' senza Re e puoi approffitare del caos di leadership per prenderti le strade.
Ti serve supporto internazionale concreto. Come nel caso egiziano. Non fai un golpe dalla sera alla mattina. Non ti muovi per un paese allineato o dove comunque le forze armate sono finanziate anche con denari esteri senza fare una telefonata, nel senso vero del termine. Ti deve venire dato l'ok. Non certo cercare lo "sponsor" in corsa ( << manterremo e rispetteremo i trattati firmati>> ). oppure i tizi ufficiali sono dei babbei assoluti. Oppure il supporto lo avevano e gli sponsor hanno poi bluffato semplicemente per mancanza di fiducia o temendo i risvolti o solo per dare una strizzata di p*lle come avviso ad Erdogan.
Resta la possibilita' del falso golpe. Troppo ridicola Cnn turk che rimane aperta ed arriva la telefonata nientepopodieno che dal presidente in diretta. Troppe telecamere in giro. I canali vanno spenti subito. Se non occupi la sede, un missile sulla torre televisiva, se hai aviazione ci sta tutto.
Ridicolo tirare in ballo la Grecia. Cercare asilo in Grecia e' anacronistico. Seppur coi contrasti classici e persistenti. Come nel caso Ocalan. Gli altri faranno eventualmente pressione sulla Grecia per le estradizioni.
I social funzionano.posso comunicare con Istanbul con tranquillità. C è incertezza su quanto accaduto ed accade anche in loco. Ma le strade sono sicure in citta'.
Confermo la passività degli anti governo comunque.
C è da dire che l Mhp ha un ruolo di primo piano in questi eventi in supporto ai governativi.parecchia Gent vista in tivù e nelle sedi Trt è Dell Mhp non Akp.
Il rapporto Usa Turchia è teso,cose già dette mesi fa qua sopra.
i fu quella epurazione nelle forze armate. Ed e' uno dei tanti motivi per il quale il golpe o presunto tale non aveva senso o pochissime chances di riuscita condotto in quella maniera sconsiderata "vecchio stampo". L'azione mi ha lasciato sbigottito venerdi'.
Certo e' vero che la magistratura e parte delle forze armate ancora gli si oppone. Due le tracce di questo: il tentativo di mettere l'Akp fuori legge per via legale uno o due anni fa. Fallito per uno o due voti mi pare. L'altro i segnali indirizzati alla folla da parte del quartier generale delle forze armate ala folla dei manifestanti nell'estate 2013 ( dove ci fu la segnalazione luminosa ai manifestanti dal palazzo ).
Parlavo di Mhp. Dove notate l'Mhp venerdi' sera. Fate attenzione ai tizi in tivu' alla Cnn turk ( stranamente quasi sempre attiva durante i fatti ). I tizi che liberano la tivu' fanno chairamente il gesto nazionalista richiamante i lupi grigi alle telecamere ( e' un gesto tipo corna fatto con le mani ).
E difatti l'Mhp gioca scoperto subito oggi anche in parlamento proponendo esso stesso, di sua inziativa, una legge che ripristini la pena di morte per i golpisti.
Per il resto il golpe non ha ne' testa ne' coda. Sia che sia un fake che reale