libano 2019

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libano 2019

Messaggioda radaulpa » 29/04/2019, 15:32

posto qui un resoconto giorno per giorno.

sul mio blog dovrei riuscire a postare anche qualche foto

Qui prospettive fosche.Sono appena entrato in autostrada e c"è un gran casino.L'autista non è granché gagliardo e soprattutto l'autostrada è piena. Alla fine ho anche fatto a tempo a comprare la settimana enigmistica. Aereo decisamente grosso. Ho cercato internazionale tra le riviste in visione gratuita su pressreader, ma nella categoria "notizie" ,c'è solo la rivista OGGI.Le misure di sicurezza vengono mostrate con cartoni animati. Sono divertenti! Sorvoliamo la laguna veneta e Venezia si distingue chiaramente. Sull'aereo c'è un gruppetto di ragazzi(sui 45 suonati, non giovanissimi) che va alle Maldive. Il pasto non è male, ma alla fine di quello che mi danni sono ancora affamato, e devo stare in piedi fino alle 4. Quindi , seguendo la inconfutabile massima "se mai chiedi mai otterrai" ,chiedo e ottengo un secondo vassoio (con pasto completo) e altra bottiglietta di vino. Il dolce, una mousse al caffè è la parte che più mi è piaciuta. Il vino anche non era male. Ho tenuto d'occhio l'altitudine, ma non ho celebrato la cacata d'alta quota (10.000 o più), ma ho un altro volo, sono fiducioso. Speravo nella bustina opaca con cerniera che danno sui voli notturni turkish; non ho con me il portafoglio da passeggio, non lo ho trovato in casa , e se me lo danno non devo cercarlo. Il programma è molto fluido. Al momento devo solo evitare una nuvola (con pioggia consistente - 43 mm in un giorno ) che dovrebbe passare tra martedì e mercoledì. Dovrò trovarmi in una città con museo sui fenici ( un museo un po grosso). Per il resto voglio vedere dei castelli lasciati dai musulmani della prima ora (omayyadi) e dell'ultima prima dell'arte musulmana contporanea (ottomani, per capirci).Un paio di città sulla costa e un giorno di autostop della serie "vediamo dove va questo che mi da un passaggio". Segnalo con grande entusiasmo che la guida mi riporta dei blackout e che la corrente non è costante per le 24 ore. Mentre scrivo Ho uno stimolo, ma sotto i 10.000 metri non la faccio.Stiamo scendendo di quota, spero nell'atterraggio ruvido (assai più divertente di quello soft), ma sugli aerei grandi è meno probabile. Ho ceduto.5600 mt circa. Crescendo si impara che non tutto va come vorresti. Nel giornale turco preso a milano un articolo di una giornalista snocciola motivi per cui ai turchi conviene prendere un sistema antimissili dai russi e non dagli americani. Stavo per rimanere a terra: il fuso orario mi stava fregando. Il volo era previsto alla 1.40, spostato alle 2. Alle 00.17 stavamo imbarcandoci per Beirut. Secondo volo parecchio più affollato. Di fianco a me una signora con un passaporto nuovo con validità un(1) anno. Aereo meno comodo. In volo Bella vista di Istanbul , del ponte sul Bosforo e delle numerose barche in attesa (lo stretto è a senso unico alternato e le barche attendono il proprio turno per passare).

9 marzo , aereoporto di Beirut
Arrivato a terra volevo stramazzare su delle panche (le prime che ho visto erano al banco dei transiti) e mi hanno detto - con molta cortesia- di sistemare la questione visto e poi mettermi dove voglio, che quella panca serve vuota per i transiti. Dopo qualche ora sui sedili dell'aeroporto viene uno con una maglietta a righe. Mi dice di essere della sicurezza e che devo uscire dalla zona del ritiro bagagli. Sono le 6 circa. Esco nell'aria frizzante. La prima luce del giorno disegna il profilo di colline brulle e rossastre. Contratto un taxi. Hussein è simpatico.mi porta alla stazione dei bus. Il 1' bus è dopo 1ora e 1/2. Mi porta allora in un'altra stazione, dove passano mezzi più piccoli, ma più frequenti. Percorriamo le strade di una città semivuota, passando vicino a chiese e moschee, tutte incastrate tra edifici vicini tra loro. Il rossore del sole che riflette sui palazzi più alti, finché, dalla collina spunta il sole. Eccola, la prima alba libanese. L'autobus passa quasi subito e non riesco a provare i dolcetti che vende l'ambulante in stazione. Tripoli è famosa per la pasticceria e l’idea è farne incetta. Il minibus per strada si riempie. l tipi umani sono abbastanza variegati come corporatura e ,a parte poche eccezioni, il fisico è robusto, la pelle è olivastra e i capelli non so se sono mossi,lo hanno tutti cortissimi. Il mare è di un bel blu,anche se la costa subito a nord di Beirut è decisamente cementificata. Durante la guerra i cristiani si sono riversati in massa da queste parti e la scarsità di case intere ha favorito la costruzione di nuove case. C'è da dire che la costa subito fuori la capitale sale ripida e con profonde spaccature; quindi non è manco facile trovare un posto che non sia in riva al mare. Spostandosi a nord parrebbe che la costa sale più morbida. Il traffico navale è bello sostenuto; segnalo anche una nave da guerra di dimensioni medio-grandi nel porto di Beirut. Cambio di autobus alla maniera della Tanzania; quando i passeggeri sono troppo pochi i passeggeri vengono spostati da un pulmino ad un altro....peccato che le comunicazioni sono in arabo e quasi mi lasciano lato autostrada come succede ai poveri cani a inizio estate. Segnalo un posto di blocco , ma non ci hanno fermati. A Tripoli ci sono diversi edifici del periodo mamelucco e antichi bazar. Mi sa che sarà il momento per cercare il portafoglio da passeggio. Intorno alla città anche una tomba fenicia e ciò che resta della foresta di cedri. Tutto bello e interessante, ma tutto in montagna. Per cui mi sa che prenderó una buona dose di freddo. A Batroun, sulla strada verso tripoli c'è una scritta tipo Hollywood. Grossi caratteri sulla collina. Confermo una costa più bassa andando a nord. Vegetazione bassa e molto bassa, qualche pino, vari fiori, ma fondamentalmente arbusti di un bel verde. Affiora Roccia molto chiara, se non bianca venata di terra rossa.Tripoli , che chiude la baia che sto percorrendo, si protende in mare,e, nel suo essere bianca, spicca sul mare blu. Ho trovato un alberghetto interessante, in realtà è una famiglia che mette a disposizione delle camere condivise. Nella mia stanza al momento c'è un ragazzo olandese che è qui per imparare la lingua. Ci confrontiamo un po' e gli dico che a me interessa l'arte musulmana. Esco poco dopo e faccio un giro del circondario. Vicino all'Hotel c'è la piazza centrale di Tripoli. C'è una torre dell'orologio e alle spalle un piccolo parco.
Mentre mi dirigo verso una moschea molto bella vedo un palazzo particolare. Mi avvicino e chiedo se posso fotografarlo. Mi dicono di sì. Appena sono dentro mi offrono un caffè. Faccio presente che non sono entusiasta, ma il Signore, mi fa capire essendo entrato sono ospite e non posso rifiutare. E così a stomaco vuoto e prima mattina, mi tocca caffè e sigaretta. Il palazzo è in un bello stile ottomano: pare sia la centrale di polizia. Il signore che mi ha cortesemente obbligato a bere e fumare alle 8:30 del mattino è stato in Italia, a Livorno, a fare un corso con i carabinieri. Gli è rimasto impresso il signor Marcello, con cui, pare abbiano fatto grandi mangiate. Proseguo la visita è il prossimo edificio inlista è la moschea Taynal. Molto bella in stile mamelucco con alternanza di pietre bianche e nere. Ha anche delle volte in pietra viva. All'esterno ampie zone coperte e dei Mirab con minbar all'aperto.
Uscito da lì passo dal vicino cimitero e poi mi infilo nelle viette della Tripoli antica. Trovo un mercato. È molto colorato e caotico. Chiedo ad un calzolaio se ha un borsellino e lui si mette a realizzaremelo sul momento. Recupera il materiale da un gilet. Ora ho un portafoglio da passeggio fatto a mano. Dopo questo, accompagnato da un ragazzino, ho visitato la grande moschea. Ha un cortile quadrato circondato da un Portico con al centro copertura sotto la quale c'è la fontana per le abluzioni. La sala della preghiera è invece longitudinale in blocchi squadrati di Pietra Viva. Sono passato dall'ufficio turistico, dove però non ho recuperato grandi informazioni. Ho invece scoperto il prezzo di una carta sim. Non costa molto ma forse sto bene anche senza: Valuterò. Ho mangiato un panino con i falafel veramente delizioso. Ora faccio Una siesta e a pomeriggio vorrei visitare il castello dei crociati che mi è stato suggerito dall'olandese con cui divido la stanza . All'interno c’è un museo la storia di questa zona.Il vantaggio di questo hotel è che ogni volta per trovarlo divento matto. Mi va di lusso che ho un punto di riferimento in zona. Quando penso di trovarlo sulla sinistra poi lo trovo a destra e cose simili. Il letto è duro, ma ci dormo lo stesso. Mi sveglio alle 6:30. Mi presento con Mark,il ragazzo olandese con cui divido la stanza.È qui a studiare arabo da autodidatta. Esco e prendo la strada per andare alla Cittadella. Per arrivarci bisogna passare attraverso il mercato e salire ulteriormente. Arrivato in cima mi sorprende la presenza di militari e carri armati. È tardi per entrare nella cittadella. chiude alle 4:00. Faccio comunque quattro (4)parole con i giovanissimi militari a presidio. non sono molto loquaci e mi fanno capire che a breve dovrò scendere anche dal terrapieno all'entrata del castello. Mi guardo il panorama per qualche minuto. la città appare disordinata, con saliscendi fitti fitti di tetti e con il mare a chiudere il quadro, sul fondo. Riconosco alcuni minareti visti durante il giorno. la Cittadella è molto bella: imponente e in grandi blocchi di pietra. L'ora del tramonto si avvicina e la luce rossa del sole ne illumina l’imponente muro di una luce sempre più colorata. La stessa luce illumina la neve sulle montagne subito fuori Tripoli. Faccio un po' di foto con il sole sempre piu rosso; quando il sole si tuffa nell'acqua scendo. Per strada compro della frutta secca: la userò domani durante la passeggiata. Ripassando al mercato parlo con Zaccaria. Le sue parole danno senso a quello successo questa mattina : un ragazzo mi si è avvicinato e fare sospetto se volevo della vodka (manco stesse proponendomi hashish). Zaccaria mi dice che bere per strada è vietato (stando alle sue parole si rischia l'arresto) e trovare dell'alcol in cittá , seppur non illegale non è cosa facile; è reperibile pochi negozi solo in determinati orari. A cena esco con Mark e con Hadii un suo contatto locale di couchsurfing . Cena con
-mezze (antipasto di carota rossa, menta,pomodoro e peperone tutto scondito ,più dei sottoaceti)
- kebbe : fagittino di agnello
- mutabbal :melanzana arrostita ( con 7 spezie, mi specificano)
- tabbule (una insalata particolare, con varie erbe, pomodoro e succo di limone)
-hummus di ceci
tutto molto buono. Dopo cena , con una passeggiata di un paio di chilometri raggiungiamo la zona del porto (al Mina) . È un posto caratterizzato da vicoletti spesso con volte e attività legate al mercato del pesce. La guida mi riporta una torre del leone ma non la visitiamo. vediamo invece in lontananza delle isole. Quelli isole sono patrimonio Unesco per la biodiversità , luogo di passaggio e riposo di uccelli durante le migrazioni verso sud. Arrivati a casa faccio la doccia. Durante la doccia via la corrente, torna quasi subito. Vado a letto alle 1:00 circa

10 marzo, pension Haddad tripoli
Sveglia alle 8.30. Vado alla fermata e chiedo i nformazioniad un pullmino privato. Mi indicano la fermata, ma poi l’autista mi raggiunge e mi divce che i committenti del pullmino sono disposti a darmi un passaggio e così inizia la salita. Il pullmino si riempie sempre più di ragazzini. Si sale di quota. I versanti della montagna sono caratterizzati da terrazzamenti anche di piccole dimensioni: l’uomo cerca di strappare alla montagna della terra coltivabile. La roccia che affiora è bianchissima. La vegetazione è la classica macchia mediterranea, bassa. Gli edifici incompleti, come in tante altre parti del libano, sono tantissimi. La città di Mcallè ha al suo interno diverse chiese grandi e vanta , immediatamente sopra di essa , una cima innevata. Mi lasciano all’ufficio turistico. Qui mi rendo conto di quanto la valle sia scoscesa. É praticamente una spaccatura della terra. Non mi stupisce che venisse usato come rifugio per i perseguitati religiosi: l’accesso al fondo della valle è estremamente complicato. Decido di visitare le tombe fenicie appena sopra l’ufficio turistico e poi scendere verso il fondovalle per visitare i monasteri e le cappellette; decido di visitare il monastero con gli affreschi meglio conservati. La tomba fenicia si individua facilmente: c’è una sorta di cono in pietra, in posizione molto panoramica: si colgono le cime innevate delle montagne, la città di Mcallè e la strettissima valle di . All’interno ci sono 3 scomparti dove andavano i sarcofagi. Individuo da lì il sentiero per raggiungere il fondovalle. Noto anche una scala da cui sta salendo un signore. Immaginando che la scala mettesse in comunicazione le 2 strade la raggiungo e arrivo fino alla fine. Appunto, la fine della scala: sotto ci sono pochi terrazzamenti e la strada che devo raggiungere. Peccato che i 3 terrazzamenti che paiono facilmente oltrepassabili abbondino , nelle parti dove si può passare di rovi, sterpi, spine, qualche coccio di bottiglia e dulcis in fundo triplo filo spinato per raggiungere la strada. Riesco comunque, a costo di qualche taglio a ricalpestare l’asfalto.
La strada per scendere è molto ripida , ma piacevole e ben segnalata. La primavera è visibile nei colori dei fiori selvatici. Le nevi in cima alle montagne regalano diverse cascate che si buttano nel baratro. Questi colori staccano sul colore ocra acceso dei versanti della valle. Incontro dei terrazzamenti coltivati, su uno di questi degli uomini potano delle piante di melo e mi salutano. La scoscesa (discesa è riduttivo) prosegue bene finchè , per un breve tratto, il sentiero è interamente invaso dall’acqua. A sinistra c’è il baratro, a destra c’è un muro verticale. Bastano pochi passi e ho le scarpe completamente bagnate. Raggiungo il fondovalle e incrocio dei ragazzi che hanno fatto campeggio, nonchè degli escursionisti (con zaino enorme) che sono già sulla via dell’unica strada del ritorno. L’amico di Tripoli ieri sera mi aveva avvertito che l’ultimo bus per tripoli è alle 15.30 e l’ascesa è parecchio impegnativa. Ci sono dei furgoni che percorrono il fondo della valle e ne approfitto. Raggiungo così il monastero di Nostra signora di Quaanoubbine. Un cartello fa risalire la fonfazione nel 375 e riporta questo posto come il punto dove il metodo maronita ha avuto inizio. La cappella non è grande e ci sono dei grandi affreschi. Scoprirò che c’è anche una grande reliquia, parzialmente sostituita da una parte in legno. Nella grotta accanto ,si riporta, ci sono stati 7 conclavi della setta. Al ritorno rivedo 2 persone viste nella chiesa. Sono 2 attempati spagnoli, di cui uno haa studiato teologia in italia. Ebbene con loro prendo un pullmino per tornare al parcheggio ad inizio della valle e torno con la loro auto sulla strada principale! Questo, oltre a risparmiarmi una noteviole risalita mi permette di guardare la valle da un’altra prospettiva: la strada per salire, infatti è sul versante opposto rispetto a quello della citta di mcallè. La valle si rivela nuovamente nella sua verticalità.Mi lasciano in una zona da dove riesco a godere dei paesaggi. Nella testa mi canticchio i CCCP, e mi chiedo come è stato possibile un tale cambio del cantante leader del gruppo. Canticchiando raggiungo la strada principale. Prendo un tè e praticamente mi spoglio e faccio asciugare gran parte di quello che ho addosso mentre aspetto il bus. Di fronte ho la cttà di macallè con le sue chiese enormi e la neve a chiudere il profilo della montagna. Mentre aspetto, prima di prendere il bus assisto ad una scena particolare. Noto una piccola carovana di bus che si fermano presso una curva e che restano lì per parecchio tempo, con i passeggeri che scendono dai bus e che restano lì in zona. Mi avvicino e trovo una situazione divertente e inaspettata. Un gruppo turistico di sudanesi ed eritrei che giocano sulla neve! Nella curva il sole non arriva e li vedo lì che si rotolano e si tirano palle di neve, i volti e le mani, ovviamente, spiccano molto sul bianco della neve. Torno su un bus su cui scelgo un posto scomodissimo e per di più col vetro molto sporco. Tornando in città approfondisco le confessioni presenti nel paese e soprattutto mi incuriosiscono i drusi. Arrivato affamatissimo a Tripoli: mangio un fagottino al formaggio e poi provo i dolcetti locali. I dolcetti hanno fama di essere buonissimi, ed infatti tra quelli alle arachidi e quelli al pistacchio ne faccio incetta. In effetti sono molto buoni, i migliori che avrò modo di provare nel paese.
La sera avrò un colpo di fortuna inaspettato. Conosco 2 ragazzi belgi che devono andare vicino ad anjaar il giorno dopo. Hanno un auto e mi offrono un passaggio!Con loro e hadii andiamo nella località costiera di Batroun in un locale del porto. Assaggio lì la birra locale (almaza) e prendo accordi per il giorno dopo. Chiudo la mia esperienza a tripoli con uno swarma in un postaccio e una doccia. Vado a letto alla 1 circa.

11 marzo, pension Haddad Tripoli
Sveglia alle 6.50. Esco a prima mattina per cercare di procurarmi la Sim e i dolcetti da portare con i ragazzi. Saluto Mark e la signora e vado verso il luogo dell'incontro. Il noleggio dell’auto non pare proprio semplice: l’autista non ha con sè la patente, nè tantomeno è una patente internazionale. Troviamo però una agenzia che si accontenta di una foto della patente. Partiamo. Il mare è di un bel azzurro acceso e andando verso Beirut incontriamo le varie città con il loro profilo che si staglia sul mare. Beirut ci accoglie con un ingorgo di dimensioni notevoli. Stiamo in coda quasi un'ora per passare un tragitto relativamente breve. In auto i ragazzi mi chiedono che musica mi piace io li delizio con un po' di CCCP. Subito alle spalle di Beirut la strada sale ripida. Passiamo i monti Ciuf e la Valle del bekaa sì mostra nella sua ampiezza. Vicino alla strada Vediamo parecchi campi profughi di siriani che hanno passato il confine. Si presentano come capannette squadrate ricoperte di cellophane bianco. Mangiamo in un posto molto semplice un prodotto da forno: una sorta di pizza senza mozzarella con carne cipolla e spezie. Mi lasciano nella Cittadella fortificata omayyade di anjar. La Cittadella è stata costruita qui perché è in posizione strategica: l' incrocio tra la strada nord esud e tra le città della costa e le città Siriane già presenti all'epoca della costruzione (710). La Cittadella ha mura molto spesse e una superficie di 144000 metri quadrati. Si presenta con pianta romana: squadrata. Lo stile architettonico è lo stesso per tutti gli edifici: riprende caratteri bizantini e con materiali alternati per generare alternanza di colori. All'interno le due vie principali sono ortogonali e sono fiancheggiate da rovine di negozi .Nella parte sud Est c'è il Palazzo Reale, grande e decorato con archi, e la moschea. Molto interessante di fronte alla moschea il palazzo minore. All'interno ci sono scolpiti degli elementi che nell'arte musulmana successiva saranno proibiti. Ce ne sono anche di animali che addirittura non esistono! Ho cercato con viva curiosità un unicorno che un cartellone riporta tra i reperti, ma non l'ho trovato. L'altro edificio notevole è il bagno romano. Ci sono le stanze tipiche del bagno termale Romano. Quella calda, quella fredda e qualche mosaico in cattivo stato. A fare da contorno alla Cittadella , ad ovest, il monte Libano innevato , di fronte ad esso le montagne brulle che fanno da confine naturale con la Siria. Anjaar ha una particolarità: è fondamentalmente una città popolata da Armeni. Si sono spostati qui in massa durante il genocidio del 1915. Ce ne sono intorno ai 2500. In giro per la città, oltre ad un santuario dedicato alla resistenza antiturca di musa dagh , indicazioni di strade in alfabeto arabo, latino e armeno. Ci sono parecchi stencil a bomboletta “la Turchia è colpevole di genocidio”. La cosa che non ho fatto è che mi fa mangiare le mani è non aver provato la tipica e famosa trota alla Anjaarese ,ma il tempo stringe e non ho modo di mangiarla. Tra le altre cose qui c'è un ristorante enorme specializzato nel cucinarla. Ci sono 2000 coperti!! 2000!! un intero paese può venire qua e mangiare tutti insieme ! Avrei voluto dormire fuori da Beirut, ma gli alberghi che ho contattato sono molto cari. Tornerò quindi a Beirut con i ragazzi.
Arrivo in città e cammino un po a caso nel centro di Beirut, l'ostello è a 3 km. Ho comprato una bottiglia di vino locale per la serata. Non c'e molta gente in giro. E si sentono le campane. Probabilmente è una zona di ambasciate, c'è un carro armato in strada. La costituzione riconosce 18 tra religioni confessioni e sette religiose. Passo davanti all'arcivescovato greco-malikita, ci entro.È strano vedere dipinti a tema sacro cristiano con scritte in arabo.In un dipinto è raffigurata la morte della madonna. Il cielo è minaccioso. Nei supermercati si trovano solo bibite analcoliche, il vino (comprato, della valle del draa )si compra in negozi apposta. Ci sono tanti negozi molto piccoli, a volte 3 di seguito vendono le stesse cose. Oppure sono molto specializzati. Solo biscotti, solo pasticcini alla frutta e via dicendo.passo in una strada piena di bar e locali notturni(armenia street). Mentre guardo una chiesa vengo avvicinato da Vartan: Un ragazzo (abbastanza fanatico) della chiesa pentecostale. Ha cercato di convincermi che Gesù mi ama. Sostiene di avere avuto un passato di peccatore, ma ora grazie alla chiamata di gesù è salvo e anche io posso salvarmi. Aveva la bibbia nello zaino (una bella edizione, va detto) e mi ha fatto vedere i versetti più significativi. Mi ha invitato alla messa di domani. Era esaltatissimo! Ha parlato per 10/15 minuti e 1 passante e 1 negoziante mi hanno fatto cenno “ questo è fuori di testa”, picchiettando la tempia con l’indice. L'ostello è in zona karantine, una zona abbastanza oscura dall'aria degradata, era la vecchia zona di quarantena, proprio accanto al porto. All'interno è pulito, gli altri ospiti hanno varie età. I letti sono in tipo loculi delimitati da teli e pannelli in legno. C'è lo spazio del materasso e sono alti poco più di un metro. Ho comprato del formaggio, delle olive e delle noccioline. Appena arrivano i ragazzi belgi vedrò se gli acquisti sono validi. Soprattutto il vino si dimostra, come altri vini che proverò in seguito, decisamente validi. La cena non sarà una passeggiata, i gatti dell’ostello continuamente dimostreranno enormi attenzioni per il formaggio (un formaggio tipo feta). Dopo cena ho una lunga chiacchierata con Federico. Un ragazzo di Trieste, partito con un mulo e dei cani un anno fa circa. Ha in mente di stare via per un bel pò. Al momento sta lavorando nell’ostello. Ci confrontiamo su vari temi e devo dire che c’è parecchia sintonia. Passerò con lui parecchio tempo i giorni a seguire(anche perchè parliamo in italiano)

12 marzo the colony hostel, Beirut

Sveglia alle 6:50. C'è qualcuno che fa dei lavori. Esco a vedere l’alba. Ne vedrò più di una a Beirut. E’ una bella giornata, decido quindi di andare a vedere la zona dei Monti Chouf. Mi alzo alle 8.15, doccia ed esco. Non sarà proprio immediato arrivare in zona : mi trovo a cambiare quattro mezzi differenti. 2 di questi li cambio perché mi trovo solo e mi mettono nel furgoncino che li precede. Il penultimo di questi fortunatamente parla spagnolo e facendo quattro chiacchiere ci accorgiamo che non va dove vorrei andare io! Riusciamo a mettere una pezza e mi lascia sul ponte dell’autostrada. Da lì con un altro mezzo raggiungo un altro ponte dell'autostrada dove prendo un taxi. Inizialmente il mezzo doveva portarmi a Beiteddine. Sulla strada però troviamo Deir El Qamar. È un sito molto interessante. Attualmente è una città Cristiana maronita con un piccolo numero di greci cattolici. Anticamente pare che questo era il punto dove i fenici adoravano la luna. Successivamente è stata è stata capitale di regno musulmano dal 1590 fino al XVIII secolo poi data la scarsezza di acqua e la ricerca di una luogo meno accessibile, la Corte si è poi spostata a Beiteddine. La piazza è molto interessante. C'è una moschea mamelucca, un vecchio mercato e vari palazzi nobiliari. Al centro della piazza c'è una fontana. Il sapore dell'acqua non è male è leggermente sapida. Questa fontana è descritta da vari viaggiatori , nel corso della storia della cittadina. È una piazza molto tranquilla. All'arrivo un commerciante mi offre dei fichi secchi con la noce dentro, molto buoni. Alle spalle della Moschea c'è un vecchio mercato e un altro Palazzo nobiliare, è il palazzo di tale Younes Maan: era il comandante in capo dell'esercito. Lui insieme al fratello fakhreddine maan II è stato esiliato in Italia dal 1613 al 1618 in seguito alla sconfitta da parte del governatore Ottomano yusuf payfa. Questo palazzo ha una bella entrata con Archi polilobati e pietre di colori differenti. Tutti quanti gli edifici sono nel stile tradizionale kaan con una corte aperta e circondato da Archi .il palazzo di Fakhreddine ha una storia particolare : La storia dice che a seguito della vittoria del pascià yousuf, il pascia ne ha distrutto il palazzo ed esiliato la famiglia in italia. tornato dall'esilio e ottenuta la vittoria sul yousuf , fakhreddine ha fatto smantellare il palazzo di yousuf e spostare in questa Piazza il palazzo reale dell'emiro da Lui sconflitto. Sempre nella piazza c'è un caravanserraglio che ora fa da sede dell'Istituto francese. Alle spalle di questo la guida riporta i resti di una sinagoga, che però non ho trovato. Ciò che è certo è che durante il regno c'era una certa libertà religiosa. Essendo lui di Fede drusa sapeva fosse frustrante la repressione religiosa. Di fronte al castello c'è un altro edificio anche lui a pianta quadrata a che ora fa da municipio all'interno ha dei bei soffitti decorati. ne ho usato il bagno con grande soddisfazione. Nel cortile di questo palazzo nel 1860 c'è stato un massacro di 1200 cristiani. Alle spalle del Municipio c'è una chiesa costruita su un antico tempio fenicio di astarte (quello della luna, immagino). Su di esso è stata costruita una chiesa nel 451, e su di essa quella che si vede ora è del XVI secolo dato che nel 859 un terremoto la ha distrutta praticamente del tutto. Questa chiesa è sede di pellegrinaggio. Finite queste visite provo a fare l'autostop. Uno si ferma e mi dà un passaggio, salvo poi notare che un tassista. Mi faccio lasciare al Castello di beiteddine. Questa residenza è molto grande e lussuosa, ha una forte impronta egiziana e le maestranze sicuramente avevano fatto pratica nella corte del Cairo.. All’entrata ci sono delle foresterie che concedevano 3 giorni di permanenza senza doversi identificare. Entrati nel cortile importante ci sono 2 fontane e 2 stanze di attesa. Queste stanze sono molto belle e hanno soffitti e pareti in legno intarsiato. Gli appartamenti del sultano sono decorati con intarsi di pietra in uno stile estremamente ricco. Altra parte interessante è quella dei bagni. Meno impressionanti, ma comunque sfarzosi e ricchi di marmi. Uscito da lì vado nella biblioteca nazionale. L’edificio non mi impressiona, ma c’è un testo che parla dei drusi. Esco da lì con una fame impressionante. Compro un prodotto da forno agli spinaci, una bottiglia di vino da bere in serata e torno verso beirut, sono veramente stanchissimo. I monti chouf si ripresentano come li avevo visti la mattina, ma su un’altra strada.: versanti abbastanza ripidi e vegetazione rigogliosa, di un bel verde scuro. Arrivato in hotel bevo il vino coi ragazzi e faccio una telefonata. A seguito della telefonata bevo un drink e vado a dormire ascoltando un pò di musica.

13 marzo , the colony hostel, Beirut
Sveglia alle 10.30. Oggi vorrei seguire un programma soft. Cercare una spiaggia e fare un bagno e visitare Tiro. Saluto Marie e prendo un bus che va alla stazione di Cola. Il bus percorre il lungomare, purtroppo sono un pò impegnato a mandare messaggi e perdo un pò della vita cittadina del lungomare, ma mi ripropongo di ripercorrere quello stesso lungomare. Arrivato a tiro mi viene la curiosità di andare a vedere la spiaggia di naqura, ma pare serva un permesso e il tempo stringe. Decido quindi di andare in una spiaggia poco a sud di Tiro e fare il bagno. Raggiungo il posto con Marun, un tassista palestinese. Il problema è che con le mutande stese ad asciugare attaccate allo zaino dovrei visitare la città. La spiaggia è grande e abbastanza estesa; ci sono varie torrette, tutte vuote . La divide dalla strada un piccolo acquitrino. Alla fine ho risolto facendo il bagno nudo. Bagno breve, l'acqua è parecchio fredda e c'è vento, uscendo ho pure il crampetto che bussa al polpaccio. L'acqua è più salata che in Salento,ma cristallina. Anche la sabbia non è male, chiara e fina. con tanti colori: vari toni di beige e di ocra, qualche punto nero e qualcuno rosso. volevo salire su una, ma la Scala è attaccata con del filo e non mi fido. Il resto del programma di oggi è raggiungere la città a piedi, cercare un postaccio al porto e mangiare pesce come se non ci fosse un domani. In città ci sono rovine romane di un certo rilievo, tra cui un ippodromo di grandi dimensioni. Non mi ispira granché. La cattedrale dei crociati (opportunamente costruita su un tempio preesistente, seguendo la nota tolleranza religiosa dei fondamentalisti ) era quella dove si incoronava il re di Gerusalemme; questa un po' mi attizza. Mi sono asciugato e ho un po' di sabbia più o meno dappertutto. Mi sposto verso la città. Il bus diretto a Beirut parte alle 7 . Appena arrivato in citta mi avvicino ad un carretto con un pentolone che fuma. Ci sono delle fave bollite. Me le serve con pezzi di limone, prezzemolo e cumino. Devo dire che limone e cumino stanno molto bene insieme. Il mio giro della città passa dal mercato e finisce al porto. L’atmosfera è quella rilassata della cittadina di provincia, con signori di una certa età a giocare a dama mentre bevono caffè. Avevo una idea di trovare l'ufficio di Hezbollah per fare 4 chiacchiere e avere il timbro che mi permette di andare a sud, ma la ricerca in realtà nemmeno comincia. Finisco da Tony, il ristorante del molo 17. Non proprio economico, ma molto panoramico. Ho chiesto polpo e vongole con miele.In realtà la traduzione mi ha fregato, sono gamberi. Bevo 2 piccole bottiglie di vino e poi Tony mi ha indicato la pensione florida per cercare da dormire.Ho lo spazzolino, per cui posso pensare di fermarmi anche 3 giorni. Invito tutti all'ascolto dei CCCP, nel brano Emilia paranoica si accenna a beirut. Tony, alla richiesta della 2' bottiglia, mi ha mandato all'Hotel Eva, dicendo che mi manda lui. Alla 3 bottiglia mi proporrà il numero di uno spacciatore di hashish locale. Se Eva ha un prezzo abbordabile mi fermerei qui ,l'atmosfera rispetto a Beirut è molto più rilassata (e il vino è buono). I gabbiani sorvolano il porto mentre i colli della costa, lentamente, cambiano colore. La presenza di un albero (secondo me di natale) mi ha sorpreso. Se all' arrivo del buio lo accendono, il finto albero con le lucine darà quel tocco trash che rende Tiro la destinazione dove fare base i prossimi giorni (senza bagaglio, ma ho lo spazzolino). Purtroppo l'albero non lo hanno acceso ,inizia a fare fresco e io non ho nulla per coprirmi: decido di tornare a Beirut. La passeggiata verso il bus è molto gradevole, un ampio lungomare praticamente vuoto, incontro 5 persone in 2 km. Alla fermata ho parlato un po con Harun, il tassista che mi aveva lasciato alla spiaggia e ho preso un pullman che mi ha lasciato a Sidone. Il ritorno a Beirut, invece non è stato proprio una passeggiata. Nel frattempo inizia a piovere. Per partire, dato che mancavano passeggeri ho dovuto comprare 3 posti a sedere. Ho quindi detto all'autista che li avrei presi, ma doveva portarmi a quarantina, il quartiere dell'ostello, e non a cola, la stazione dei bus. Questo si ferma ancora prima di cola!!! Mi chiama un taxi e sotto una pioggia battente e aiutato dalla tecnologia do' io le indicazioni all'autista. Nel frattempo ho delle comunicazioni con l'Italia, per una questione in sospeso. Queste mi mettono il morale sottoterra. Arrivo in ostello, saluto velocemente all'arrivo e vado a letto. Notte non proprio facile con pioggia molto forte. Alle 4 circa smette. Sono sveglio. Mi alzo, lavo i denti e aspetto la chiamata degli imam. Mi piace molto sentire la chiamata arrivare da varie parti differenti. Una di queste voci mi piace particolarmente. Torno a letto

14 marzo, Hostel colony 2 , Beirut
Mi sveglio alle 7.40 circa. Faccio la doccia e decido di provare ad avere informazioni da Hezbollah, dalla stessa organizzazione. Chiedo in quale zona si trova ed esco. Un ragazzo americano mi dà un passaggio col suo taxi; sta andando a Balbek, e va nella mia stessa direzione, nei quartieri meridionali della città. Arrivato sul posto chiedo se qualcuno sa dove è il quartier generale . Mi dicono che è un grosso isolato, tipo 5 o 6 strade parallele, circondato e sorvegliato. Arrivarci mi fa vivere una situazione da spionaggio. Il pulmino su cui sono fa una telefonata. Poco dopo parla con un altro pulmino al semaforo, mi fanno un cenno, scendo dal mio e mi ci fanno salire. Su questo ci sono due persone che parlano inglese. Gli dico che vorrei avere un contatto con l'organizzazione per una intervista. La ragazza fa una telefonata. Anche io parlo con quella persona al telefono, una voce femminile che parla inglese. Mi chiede dove sono, poi ripasso il telefono alla ragazza al posto del passeggero. Mi dicono che hanno avuto risposta positiva e mi ci portano. Mi lasciano davanti all' entrata di una strada sorvegliata da militari armati; sono in mimetica, ma le mimetiche non hanno nè insegne nè nomi. Ci sono reti da entrambe le parti della strada nel mezzo, a chiudere la strada, una sbarra enorme con relativo contrappeso enorme. I militari la aprono a richiesta. Mi dicono di aspettare. Io in realtà sono poco preparato, e durante questo tempo leggo Wikipedia per preparare tre o quattro domande interessanti, alle quali avere una risposta. Mi tremano un po' le gambe, ma sono tutto sommato tranquillo. Dopo un po' il militare mi chiede di spegnere il telefono, e mi segue con lo sguardo anche quando vado a prendere dell'acqua. Passa una mezz'ora e arriva un motorino. L'autista mi fa cenno di salire dietro. facciamo Forse 600 metri in zona. ci sono varie bandiere dell' organizzazione. Gialle con un mitra impugnato e una frase del corano inneggiante alla lotta giusta. Arriviamo ad un portone. A metà scala il mio pilota mi tocca lo zaino, e mi invita a seguirlo. Si apre una porta, ci sono tende pesanti ad impedire la vista. Si vede solo, sulla destra, una porta dove entriamo. All'interno c’è una scrivania, 2 divanetti, e tra di questi un tavolino basso . La porta finestra che da sul balcone ha le persiane semiaperte. Mi chiedono di aprire lo zaino e prendono, davanti a me, tutto quello che c'è, compreso lo zaino. Telefono, macchina fotografica, guida turistica, taccuino, penna e power Bank (questo suscita un po' di attenzione e apprensione, poi viene riconosciuto come Power Bank). Ovviamente si prendono anche il passaporto. Tronfio di ottimismo dico di cercare informazioni sull' operato del partito politico, che suppongo avere facilmente, in quanto entità pubblica. Mi fanno varie domande. Ipotizzano che io sia un giornalista: me lo chiedono varie volte. Io gli dico che faccio parte di una associazione di viaggiatori indipendenti e che sono in Libano per vacanza e per vedere l'architettura musulmana presente nel paese. Il mio interlocutore, giustamente, resta un po' stranito e non trova il nesso. Parlo con più persone, pare che l'inglese lo sappiano solo uno o due. Gli dico che le informazioni che arrivano dalle televisioni sono spesso faziose è che io vorrei avere dall'organizzazione stessa. Mi chiedono cosa vorrei sapere e che cosa so dell' organizzazione. Su quello che so bene o male qualcosa gli dico, ma sulle domande mi servirebbe rileggere la pagina di Wikipedia per vedere quali parti sono poco chiare o su quali ho dei dubbi o curiosità. Ovviamente il mio telefono è in un'altra stanza e mi arrampico un po' sui vetri . Più e più volte vengo lasciato solo . Ogni volta che entra qualcuno (a chiedermi più o meno le stesse cose) chiudono sia la finestra che la tenda . Tutti sono muti tranne i soliti due. Mi trattano comunque con estrema cortesia chiedendo più volte se voglio caffè o cappuccino che mi portano insieme a delle delle tortine al cacao. Il tempo passa, io resto seduto sotto l'occhio della telecamera sui divanetti fiorati. Abbastanza di frequente si presenta qualcuno a chiedermi dove sto, se ho un telefono locale, che lavoro faccio, se conosco libanesi, se ho amicizie in Israele. Gli faccio presente che trovo la politica di Israele troppo aggressiva e che però non voglio fare domande sulla lato militare. Vorrei solo sapere dal partito politico quale è il progetto politico, cosa vorrebbero per il Libano, cosa vorrebbero per la Siria e domande di questo tipo: molto Generali e secondo me note a tutti i miei interlocutori. Di fatto non ottengo risposte. Mi hanno informato che quello che so è vero, ma non si sono sbottonati per nulla. In compenso quando gli ho detto che la mia era curiosità e la mia linea di pensiero un po' si sono ammorbiditi, di fatto quasi tutti poi alla fine una qualche parola in inglese mela hanno detta. Dopo un paio di ore ho provato la sensazione del sequestro di persona: senza passaporto, telefono e ogni altra cosa in una stanza chiusa con telecamera che puntava proprio su di me. Ogni tanto si apriva la porta, arrivava uno diverso ( tutti molto cordiali ) che parlava un pò di inglese, e mi offriva caffè e tortine al cioccolato preconfezionate. Devo dire che le tortine erano buone. Intanto loro, presumibilmente scavavano negli archivi a cercare di capire questo chi era e cosa diavolo voleva. Entrava uno , mi chiedeva dove alloggiavo e cose simili, e poi andava via. Tutto sommato fuori pioveva e io avevo bisogno di riposo e di leggere. Nella finestra intravedeva tra le persiane, la stessa mano, che teneva sigaretta faceva appari e scompari per tutto il periodo. Dopo un paio di ore che mi portavano caffè e tortine al cioccolato, dopo aver letto storia e altro sulla guida, ho chiesto indietro il passaporto e le mie cose. Dopo 10 minuti (libanesi) mi hanno dato le mie cose e sono uscito col sole. Il ragazzo con cui ho parlato di più, che penso capisse meglio l'inglese, mi accompagna col motorino. Mi sconsiglia di rifare la stessa operazione, mi suggerisce dei siti dove informarmi, ed eventualmente di contattare il canale televisivo dell'organizzazione( che mi ripropone lo stesso problema per cui chiesto le informazioni, a parti invertite), e mi confessa che loro non mi hanno detto nulla per tutelarmi: “meno sai e più sicuro sei”, conclude. Raggiungo il museo nazionale a piedi lungo dei grandi Boulevard. Chiedo agli autobus di passaggio se vanno dove voglio andare io, e mi dicono di no. Poi in realtà il bus numero 4 lo vedrò anche dopo che sono sceso. Ho una mezza idea di fare il gioco delle tre fermate, ma mi pare di capire che gli autobus percorrono i lunghi Boulevard senza girare. Arrivato al Museo Nazionale mi dicono che oggi è gratuito. Ci sono reperti Fenici ,Romani, Bizantini e in minima parte ottomani. Quelli che mi interessano sono quelli felici. Fondamentalmente steli e sarcofagi con la scrittura Fenicia. Ci sono anche della divinità , rappresentata come una Sfinge Alata. La parte più interessante è nel piano inferiore. Ci sono una serie di sarcofagi, come quelli visti a Cadice. Ci sono anche delle camere funerarie affrescate. Rappresentano miti locali, non molto differenti da quelli greci, che probabilmente hanno a creare. Gli oggetti e alcune rappresentazioni,è evidente un influsso dell'arte egiziana, con cui i Fenici avevano costanti rapporti commerciali. Esco da lì e raggiungo il centro storico. A parte gli edifici religiosi, è tutto nuovo. Da lì Infatti passava la cosiddetta Linea Verde, che divideva la parte Cattolica da quella musulmana durante la guerra civile. Sono anche edifici anneriti ho bucherellati da proiettili, a memoria del passato sanguinoso della città. la moschea al Amin è la prima che visito. E' imponente, in pietra color ocra con iscrizioni scolpite all'esterno, e con minareti alti 65 metri. E’ classica moschea ottomana a pianta centrale circolare, con enormi lampadari, un minbar in legno scolpito e il mihrab in Maiolica Azzurra. Fuori da lì inizia la serie di chiese di culto Cristiano quella maronita, quella greca ortodossa, quella cappuccina, e prima ancora quella greco-armena. A parte quella greco armena, entro in tutte. Hanno caratteristiche differenti e decorazioni peculiari. quella più spoglia è quella cappuccina, è la più decorata è quella greco-ortodossa. Sempre nella zona sono resti Romani tra cui le terme. Una torre dell'orologio moderna con orologio Rolex, a dimostrazione che i libanesi si trattano bene. Proseguendo vedo il Parlamento e la torre dell'orologio ottomana. Mi dirigo poi verso il lungomare. C'è una zona poco interessante con centri commerciali nuovi. Una bella moschea e poi una lunga camminata fino al lungomare. Non arrivo in tempo per il tramonto. Mi godo comunque la passeggiata e il mare agitato. Arrivo al faro: è su uno sperone. Ho mangiato un altro piattino di fave. Stavolta c'era del piccante e il limone era con la buccia. Guardando a nord si vede la costa decisamente urbanizzata, con tutte le lucine delle varie città. Tutto sommato Beirut ha il suo fascino. C'è un traffico infernale, forse solo il Cairo ha carte da giocarsi, perfino a Teheran era meno opprimente. I clacson ci sono, abbondanti, ma non continui, di contro si sentono decisamente più sirene.
Fine di giornata (solare) sul lungomare.
Il faro è su uno sperone. E il mare è agitato. Ho mangiato un altro piattino di fave. Stavolta c'era del piccante e il limone era con la buccia.


15 marzo

Sveglia alle 9:00 circa, esco a comprare della frutta e torno in ostello a fare colazione. Scambio qualche parola con i ragazzi dell'ostello, ci sono australiani e francesi prevalentemente. Il programma di oggi è andare a Sidone, visitare la città e le sue rovine fenicie e crociate (i fondamentalisti religiosi guerrafondai socialmente accettati in quanto cristiani ,)e poi prendere un bus per l'entroterra e cercare di mangiare un po' di capra. È venerdì, sarebbe interessante il bagno di folla all'uscita della moschea, ma dubito di tornare in tempo . ad un certo punto va via la corrente. Mi spiegano che la fornitura elettrica dallo stato a Beirut è prevista 18 ore al giorno. Nell'entroterra pare sia 12 ore. Le restanti ore la corrente, se uno la vuole, deve comprarla da privati (vicino all'ostello, ad esempio, c'è un fornitore rionale). Per cui per avere la corrente 24 ore bisogna pagare 2 bollette. Avevo notato diversi gruppi elettrogeni in giro, e ora capisco a cosa servono.
Il gioco delle 3 fermate, se con i pullman di linea è un po' scontato, si può fare con i service, taxi collettivi molto economici che non hanno né numero né destinazione sul vetro davanti. Aggiungerei che l'autista risponde sicuro dove sta andando e bisogna decidere in fretta se si vuole andare o meno con lui (se no se ne va). Prendo un service fino ad un certo punto, poi proseguo a piedi. Passo in una zona di cimiteri, anche qui la professione religiosa genera differenze. Prima un musulmano, poi, separato, uno cristiano. Lungo la strada prendo un prodotto da forno al formaggio. È una sorta di millefoglie salata con dentro il formaggio. È interessante che chiedendo una variazione sul tema, il prodotto viene fatto e infornato al momento. Riconosco lo stadio vicino alla stazione degli autobus. Davanti all'entrata c'è un blindato è un presidio di militari. Un volta sul mezzo con non poche difficoltà ho fatto capire (spero,almeno) dove devo scendere. Dallo stadio di Sidone, risalendo il fiume 1 km c'è il tempio. La tecnologia aiuta molto. E anche la felpa che ho portato, e stavo lasciando in ostello: fa freddo. C'è vento ed è nuvoloso. La strada verso il tempio costeggia delle serre. Mi colpisce vedere che sono recintate e protette da triplo filo spinato. Passo anche accanto ad un parco con area pic nic. Anche questo è recintato è chiuso a chiave. Il tempio, per quanto evocativo è composto da rovine. Il mito di catmon racconta la storia di un bel cacciatore di Beirut che attira le attenzioni della divinità astarte, che di lui si innamora. Lui rifiuta le sue attenzioni, e per scappare dalle sue intenzioni amorose si autocastra, e facendo così, si ammazza. La divinità ancora più invogliata lo riporta in vita e lo trasforma in una nuova divinità rappresentante qualcuno che muore e rinasce perennemente. Diventa noto come il dio della fertilità. Nello stesso luogo sia i romani che i Bizantini lasciano delle tracce. Dopo la visita approfitto del bagno. Per vostra opportuna informazione il bagno del sito archeologico ha anche la doccia, ma la tavoletta è solo appoggiata e si muove: Vado in centro con un taxi. Visito il cosiddetto Castello del mare: Costruito in una posizione distante dalla costa sarà poi collegato alla costa dagli ottomani. Ottomani che, oltre a costruirci una moschea, lo rendono inutilizzabile. Poi vado a visitare il caravanserraglio fatto costruire dal sultano di Betadine agevolare di traffici marittimi. È un classico caravanserraglio a due piani in stile mamelucco. Poi cerco cibo nelle vie subito alle spalle del lungomare. Mi accompagna un ragazzo con qualche problema. Mangio un panino con carne di cuore di pollo. Il panino non è male, ma mi darà qualche conseguenza. Il ragazzo, decisamente grasso, mi porta da un pasticcere. Prendo dei dolci per me e per lui. Non mi piaceranno granché. Proseguo la visita della zona. Ci sono dei vicoli con volte realizzati in grossi blocchi di pietra . Essendo venerdì la zona del mercato è fondamentalmente vuota. Mi colpisce la presenza di motorini elettrici, scoprirò poi di fabbricazione cinese. Trovo comunque delle piazzette piacevoli illuminate dal sole e al riparo dal vento forte che c'è sul lungomare. Passo vicino ad un Hammam e a varie mosche del periodo mamelucco. Davanti ad una di queste chiedo dove è possibile mangiare pesce. Ho proprio fame, ma il ragazzo mi ci porta e decido di mangiare. Una orata è un altro pesce.
A fianco dell'insalata ( molto varia)
Hummus di ceci
Di fave
E melanzana arrostita.
Quando finisco tutto, respiro a fatica, percorro quindi a piedi un paio di chilometri sul lungomare. Sulla strada devo anche un caffè locale. Noto una moschea dove però non entro. Arrivo in Ostello abbastanza stanco. Trovo una situazione del tutto inaspettata. Ci sono tante persone e molte altre ne verranno. L'ostello fa da collettore di cooperanti e ho lavoratori europei dell'entroterra, che ci vengono per il fine settimana. Arriverà ancora parecchia gente e tutti quanti portano dell'alcol. C'è musica e qualcuno già balla! L'idea è andare a ballare e arrivarci già belli carichi, dato che oltre ai venti dollari di ingresso bere costa caro. Io onestamente non ho gran voglia di bere, e la situazione è un po' troppo caotica. Aspetto insieme ad altri che il gruppo vada via. Nel frattempo parlo con David, californiano dalle lunghe trecce bionde, e con un ragazzo di Londra. Assaggio anche arack il liquore locale. È tipo Sambuca: Loro lo bevono mischiato . Un terzo arak, due terzi acqua e poi ghiaccio. Quando il gruppo se ne va, resto con un lavoratore siriano dell'ostello. Parliamo della guerra in Siria. Lui dice che Trump gli piace. Per chiaro che i militari stranieri erano lì per gas e petrolio. Trump ha rapidamente preso accordi con Putin e estromesso francesi e inglesi . Secondo lui la situazione tornerà a breve gestibile. Vado a letto alla 1:00 circa

16 marzo, the colony hostel, Beirut
Sveglia alle 9.20. piove. Faccio 4 chiacchiere con un ragazzo irlandese altissimo e coperto di tatuaggi. Faccio colazione con 2 arance e un prodotto da forno con formaggio. Parlo un pò con i ragazzi nella cucina dell’ostello, e poi faccio una doccia fredda (non c’è sole). Oggi visiterò la zona archeologica di Biblos. Ricevo la prima “fregatura” di questo viaggio. Ho una grossa banconota e l’autista prova a farmi pagare di più. Termiberà che pago per trasporto privato un mezzo collettivo (avrei dovuto avere il denaro contato, sono stato impreparato io). La strada per arrivare alla zona archeologica attraversa un mercato ottomano restaurato (con mano un pò pesante, forse turca) con vari negozi per turisti.
La zona archeologica è molto interessante. E’ un sito unesco perchè ci sono tracce di moltissime ere e colonizzazioni. Dal paleolitico al neolitico, egiziani, fenici, persiani, greci, romani e anche gli integralisti religiosi guerrafondai. La zona è abbastanza estesa e mi impressiona un pò vede questo stretto tratto di costa e pensare quante civiltà e per quanto tempo hanno utilizzato come approdo e l’importanza che ha avuto per la storia europea. La parola libro deriva dalla città di biblos, perchè i greci prendevano da qui il papiro che arrivava dall’egitto. Ci sono varie necropoli, un piccolo teatro e il castello dei crociati (restauratissimo, anche lui) al centro della zona archeologica. Faccio anche una videochiamata con una amica in italia direttamente dalla zona archeologica, sembra un viaggio nel tempo. Indugio un pò troppo nella zona archeologica e lascio per ultimo il castello dei crociati. Il museo all’interno non riuscirò a vederlo per bene. Mi buttano fuori poco dopo aver iniziato. In compenso dato che mi chiudono fuori mi godo la bella vista sul mare agitato che si gode dal tetto mentre i custodi , fischietti in bocca, fanno il giro del sito per raccogliere gli ultimi turisti presenti. Mi concedo una cena luculliana con varie mezze. Oltre ai vegetali “standard” presenti su tutte le tavole mi portano 7 mezze
- samek :nasello con pinoli e pane croccante
- moutabbar: melanzana arrostita con melagrana
- lebna: patate con menta
- wararak enab : involtino di riso in foglia di vite
- una insalata molto ricca con parecchio succo di limone
- una formaggio con erbe
- hummus di ceci
Mi vedo, con gran rammarico a lasciare parte del formaggio. Torno a Beirut sotto una pioggia battente. Arrivo in ostello e vado a dormire

Domenica 17 marzo, the colony hostel, Beirut
Mi sveglio abbastanza presto e alle 8 sono già in strada. L’idea è vedere un mercato rionale. Ci arrivo a piedi. Per strada incontro un signore in cappotto e cappello di pelo. La zona ha un sapore un pò decadente, con qualche vetrata moresca. Raggiungo il mercato in circa 40 minuti. E’ in una zona recintata sotto un grande ponte appena prima del quartiere armeno. Noto vari venditori di uccelli e uccellini vivi, Fiori finti, dolci e un sacco di scarpe. Anche molti creatori di essenza, negozi visti sia a suo tempo in Siria che in altre città del paese. Vedo anche delle banconote dell'Iraq di Saddam Hussein. Devo dire che trovo un numero di mendicanti inaspettato. Tornando in ostello vedo una bandiera veramente enorme del libano. Compro del vino e arrivo in ostello. Mi colpisce che i familiari del gestore, presenti per un pasto luculliano, pasteggiano a whiskey. Nel pomeriggio resto in ostello. La sera sorpresa di federico, mi procura un assaggio di sapori locali. La sera riesco a dividere il taxi con Davide, un ragazzo californiano coi capelli molto lunghi conosciuto in ostello la sera prima. Lungo il volo di ritorno da tunisi apprezzo l’isola di Montecristo, Linosa, la Corsica e l’arco alpino ligure
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Re: libano 2019

Messaggioda Maxdivi » 29/04/2019, 17:19

Ciao Rada.
Bel viaggio, peccato che anche noi non si sia riusciti a scendere in LIbano per quest'anno. Io pero' avrei vissuto di piu' Beirut nei vari quartieri.

Hai rischiato davvero ad andre da Hezbollah, io non l'avrei fatto....nel senso che a parte la sensazione di sequestro, in realta' i sequestri di occidentali li fanno proprio per finanziarsi! :mrgreen:
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Re: libano 2019

Messaggioda geom.Calboni » 08/05/2019, 9:36

Grande viaggio Rada !
Il Libano potrebbe essere una delle nostre prossime mete ;) ed anche la tua esperienza tornerà, in caso, utile.
"Stiamo attenti, siamo contenti, comportiamoci bene e mangiamo la semplicità".

Nella vita le cose serie, alla lunga, ti fregano. Gustiamoci le cose effimere che proprio in quanto tali non ti tradiscono mai.

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"Ho avuto molti ospiti e di varie nazionalità ma solo quella sera tutto il il locale parlava italiano"
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