Meetings - Giappone 2015

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Re: Meetings - Giappone 2015

Messaggioda Lebowski » 09/11/2015, 16:38

obe ha scritto:ho finito oggi di leggere il tuo racconto!

insieme a quello di Fedea mi ha fatto sognare di andare in Giappone e chissà che non sia la meta del prossimo anno.. vedremo.

gran bel viaggio, vario… pieno di cose visitate, di gaffe (che rendono il tutto più simpatico e sicuramente ti aiutano a ricordare il viaggio con un sorriso), riferimenti a cose conosciute solo per sentito dire (come ad esempio il Washlet), i fumetti e tanto altro.

bello bello!

ho visto che sei quasi andavi a vedere la partita di calcio.. in generale hai avuto modo di vedere quale sport va per la maggiore? e come lo vivono i giapponesi ?

mi ha colpito molto quando dici che è stato un viaggio dove hai viaggiato solo per via della diffidenza dei giapponesi e la loro poca apertura al dialogo, questa cosa non l’avevo mai considerata.. e sicuramente sarà un fattore importante quando deciderò di visitare questo paese.


So che il Giappone lo punti da anni.

Dunque, le risposte:
1) gaffe, in fondo ne ho fatte tre. Non tantissime. :) (e molti occidentali sulle scale sbagliano, ma i giapponesi sono così gentili che non te lo fanno capire e ti sorridono come se avessi fatto loro un favore. Alla fine lo capisci da solo che bisogna stare a sinistra. Tra l’altro, ricordo che su tante scale del metro hai la freccia per indicare il lato corretto, solita ossessione giapponese per le istruzioni e ovvia contraddizione perché in rari casi devi andare a destra)
2) gli sport per la maggiore? Sicuramente il baseball e il calcio. Per il baseball ho visto uno stadio pieno passando con il treno da hiroshima a kyoto. Anche il calcio ormai è lì in cima, tra i loro gusti. So che va di moda l’ekirun, una maratona-staffetta che sta spopolando. Murakami è un personaggio famoso giapponese, uno scrittore che apprezzo, fanatico di maratona, ignoro se anche di Ekirun. Ma non è il solo.
La partita di calcio un po’ mi è dispiaciuto non averla vista ma a posteriori, per le ragioni descritte, ho fatto bene a saltarla.
3) Se ci andrai, considera le guide gratuite, per 20-30 euro (devi pagare loro ingressi, trasporti, pranzo ovviamente), hai studenti o pensionati che, anche in italiano, ti fanno da guida cittadina. Più che altro mi sono parsi “poco socievoli”. Anche tra loro. Ma sono sempre pronti a darti una mano.
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Re: Meetings - Giappone 2015

Messaggioda Samusadork » 10/11/2015, 12:16

Sulla "freddezza" dei giapponesi: da quel poco che sono riuscito a capire standoci una settimana, ai giappo serve comunque una scusa per comunicare. Il concetto di "attaccare bottone" in modo casuale è del tutto sconosciuto e può essere percepito come un'invasione dello spazio personale. Ma se tu, occidentale, hai un buon motivo per iniziare il discorso e lo fai in maniera simpatica mostrando quanto apprezzi l'interazione con il tuo interlocutore (e hai la fortuna di beccare uno che parla inglese), loro in generale ne saranno felici e passato un possibile imbarazzo iniziale diventeranno molto amichevoli. La cosa più importante è non metterli in soggezione (la gente odia sentirsi sotto esame ad es. per l'inglese), questo credo valga ovunque ma in Giappone, che è un paese in cui l' "opinione degli altri" ha un peso molto forte culturalmente, in particolare.
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Re: Meetings - Giappone 2015

Messaggioda Lebowski » 10/11/2015, 13:11

Sì, forse è un insieme di cose e di considerazioni che condivido, sia tue che di leia.
Che sicuramente conosce il Giappone.
Vanno considerati molti fattori:
- ad esempio, era agosto ed era pieno di turisti. Sembra una banalità, ma se quando ti siedi sul treno (faccio un esempio a caso per far capire) finisci circondato da stranieri diventa difficile trovare un giapponese con cui parlare. E i mezzi di trasporto sono uno dei luoghi migliori per conoscere gente.
- Oppure, il fatto di aver visitato solo città turistiche, oltre al punto sopra, porta come conseguenza un interesse minore verso lo straniero. Sono talmente tanti che magari alcuni ne hanno anche a noia. Non so se mi spiego.
Potrei fare tanti altri esempi.
Due parole a cena con il commensale vicino le ho fatte, in un paio di occasioni.
Però quello che notavo è che anche tra loro, quando finivi a cena magari da Yakinoba e vedevi tutti mangiare intorno a un bancone, erano quasi tutti salary men che avevano fatto tardi ed erano tutti sempre soli.
Ci si potrebbe allargare alla difficoltà di conoscenza tra i diversi sessi. In Giappone ad esempio ci sono un bel po' di persone 40enni single e in alcuni casi anche “vergini”, che proprio non hanno interesse a relazionarsi con altri. Il fenomeno “maid café” nasce anche per quello, ma qua si parla di giovani.
Questo quanto leggevo su giornali, riviste e online. E quando ero là ho notato che questo è vero. Tra di loro il problema della lingua non sussiste. Oppure, leggevo che tanti giapponesi al di fuori delle frequentazioni quasi obbligatorie con i colleghi non hanno rapporti di amicizia con altre persone (in questo caso magari sono sposati etc. non mi riferisco necessariamente a rapporti con l’altro sesso).
Nei libri di Murakami o di altri scrittori – ora mi viene in mente “quando cadrà la pioggia” qualcosa, non ricordo il titolo esatto, di un altro scrittore – questa cosa, gli scarsi rapporti sociali tra loro, appare.
Secondo me è un insieme di fattori, non saprei.

Per carità, ci sono sempre le eccezioni. Ovvio.
O i luoghi esattamente opposti: in un locale del Golden Gai è impossibile non conoscere gente nuova.
Diciamo che non metterei il Giappone tra i luoghi da me visitati dove è più facile conoscere gente locale. In generale, si intende.
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