Estonia: tra due fuochi

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Ho pensato a lungo ad un qualcosa che potesse essere considerato come punto d’incontro tra la popolazione e cultura estone e la civiltà russa.
Non ne ho trovati. Io vivo a contatto con queste due realtà da ormai 3 anni, sto imparando a conoscere ed apprezzarne pregi e difetti, ma ancora non mi è capitato di vedere un russo e un estone condividere volutamente un momento importante.
Quando vivi a Tallinn è come vivere in due paesi diversi nello stesso momento.
La popolazione è quasi per metà di etnia russa e fa sentire parecchio la presenza sul territorio.
In generale in Estonia, la situazione è leggermente diversa: nel sud e sulla costa ovest la presenza russa è quasi ininfluente, mentre ad est troviamo città come Narva dove si è in Estonia solo per la burocrazia, perchè la realtà dice che si è in Russia.
I rapporti tra i due popoli sono, per usare un eufemismo, complicati.
Lo si sa, lo si immagina, ma viverci in mezzo fa capire la reale complessità di una convivenza forzata tra due culture che non hanno niente in comune.
Di solito l’Estonia è percepita quasi come una succursale russa: “mah si lì parlate il russo”; “come va là su in Russia?” mi sento spesso dire.
Niente di più falso.
Gli estoni sono un popolo ben diverso dai russi (che già sono difficili da raggruppare vista la vastità di etnie minori) per lingua, costumi, tradizioni, usi, personalità.
Queste diversità sono sicuramente alla base del rapporto conflittuale che si avverte ogni giorno nella perla del Baltico.
Le ragioni storico-politiche sono fondamentali per comprendere la situazione, ma non è questo il momento per un trattato sulla storia del secolo passato e comunque i fatti principali sono ben conosciuti per tutti: un dominio di 50 anni con tanto di esportazioni di massa in Siberia.
Basta questo per capire, comprendere ed accettare l’astio che gli estoni riservano per i russi.
E viceversa si può intuire come i russi si considerino ancora oggi “superiori” agli estoni, ritenuti lenti, poco efficienti ed addirittura visti come una civiltà poco sviluppata.
Siamo però nel 2009, certe ferite non si rimarginano mai, ma dovremmo essere in grado di confrontarci e provare a costruire un futuro migliore del presente.
Perchè questo è così difficile?
Manca sicuramente la volontà: da parte dei russi di accettare di vivere in un paese nuovo, imparare la lingua, rispettare le tradizioni; da parte degli estoni di aprire le porte a chi per anni li ha dominati.
Tutto è bilingue a Tallinn, ogni annuncio,i giornali, le televisioni, le radio, le scuole.
Le scuole dovrebbero essere luogo di unione, sono invece un incentivo a mantenere separate le due culture.
Ci sono scuole estoni e scuole russe, con studenti solo russi o solo estoni. Nel raggio di 30 metri da casa mia ha due scuole, una russa e una estone. Come si può pensare che i ragazzini di oggi vogliano integrarsi con i loro vicini se fin da piccoli gli viene insegnato a vederli come “ diversi “?.
La lingua è poi fondamentale.
Mi sento spesso dire da estoni che parlo molto molto meglio io l’estone di russi che hanno vissuto tutta la loro vita in Estonia.
In qualsiasi altro posto credo che una cosa del genere non sia sostenibile. Qui si.
Come detto tutto è bilingua (senza per altro che il russo sia riconosciuto dalla costituzione), per cui i russi non devono fare nessuno sforzo e l’estone (lingua) è vista come superflua. Questa situazione non fa altro che separare ancor di più i due popoli e lo farà sempre di più perche le vecchie generazioni di estoni (volenti o nolenti) sapevano il russo, ma le nuove generazioni non conosco la lingua degli zar e la comunicazione tra le due culture diventerà sempre più ardua. Non lo dico tanto per dire, conosco diversi giovani ragazzi estoni che non sanno una parola di estone e viceversa russi anche sopra i 20 anni che hanno difficoltà a presentarsi in estone.
Lo sport dovrebbe essere un punto di incontro, come magari il posto di lavoro. La mia esperienza invece è significativa di come la convivenza sia evitata fin quasi l’assurdo. Io lavoro per un sito di scommesse sportive, siamo quasi 100 dipendenti (quasi tutti part time). Bene anche in un ambiente tanto internazionale (la compagnia è inglese), amichevole e rilassato non trovi mai in un gruppetto che sta ridendo estoni e russi assieme. Gli Estoni stanno per i fatti loro e i russi idem.Sembra strano ma è così.
L’università non scappa da questa triste realtà. Ci sono corsi in estone e corsi in russo, mentre nei corsi in inglese (come quello da me frequentato) si ripete la stessa situazione sopra descritta: russi fra di loro e estoni ben distanti. E’ difficile perfino farli venire alla stessa festa. E’ brutto, ma è così, capita davvero poche volte di riuscire a far socializzare estoni e russi.
Ecco forse solo la vodka è apprezzata da entrambi.
Le differenze però sono tante, troppe. Dallo stile di vita alla religione, dai modi di fare alle tradizioni, dalla lingua alla cultura.
Vivere in mezzo a questo dualismo fa apprezzare ancora di più lo sforzo che l’Unione Europea ha e sta facendo per costruire un futuro pacifico per tutti, quello che però non va mai dimenticato è che senza la volontà di tutti non si va da nessuna parte.

EESTLANE
( utente del forum viaggiatorindipendenti.it )

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